Ci volevano 32 anni dalla più che anomala morte del giovane calciatore del Cosenza, Denis Bergamini, per cominciare a sospettare della fidanzata.
La solita giustizia negata, calpestata. Nel migliore dei casi lumachesca.
E ci sono voluti 6 anni di indagini per arrivare alla conclusione che può essere stata proprio la fidanzata, Isabella Internò, ad organizzare, con alcuni sodali, la tragica messinscena: un corpo già privo di vita posto al centro della statale 106, all’altezza di Roseto Capo Spulico e subito travolto da un tir.
Adesso la procura della repubblica di Castrovillari ha notificato alla Internò l’avviso di conclusione delle indagini e i suoi legali avranno venti giorni di tempo per preparare una memoria difensiva e/o di chiedere di essere interrogata dal pm, Luca Primicerio.
I sei anni di indagini hanno permesso – soprattutto attraverso una perizia chissà come mai arrivata dopo così tanti anni – di accertare che il decesso è stato causato da un “soffocamento lento”, con ogni probabilità mediante l’uso di una busta di plastica.
Inizialmente gli inquirenti avevano puntato i riflettori contro l’autista del tir, Raffaele Pisano, rimasto per anni sulla graticola. Poi è emersa la sua totale estraneità, avendo investito un corpo già privo di vita.
Nessuna conseguenza penale, fino ad oggi, neanche per Luciano Conte, poliziotto e marito della Internò, che era stato indagato per favoreggiamento.
Secondo gli inquirenti, non ha preso parte al piano criminale predisposto dalla fidanzata in concorso con altri soggetti, fino ad oggi rimasti ignoti. E proprio uno di questi sarebbe stato l’autore materiale del crimine, soffocando Denis.
Il movente sarebbe stato quello della vendetta, per via della decisione presa dal calciatore di troncare il rapporto.
Commenta il legale della famiglia Bergamini, Fabio Anselmo: “Siamo sorpresi. La procura di Castrovillari ha inteso informarci della chiusura indagini attraverso un comunicato stampa rilasciato a tutti i giornalisti. Non sappiamo che fine abbiano fatto gli altri indagati. Sappiamo che Isabella Internò rimane accusata per omicidio pluriaggravato (per la premeditazione e i futili motivi, ndr) e, come tale, punibile con l’ergastolo e quindi non soggetto a prescrizione. Ci auguriamo – osserva ancora Anselmo – di poter conoscere il contenuto degli atti di indagine del fascicolo, perché la famiglia Bergamini ne ha pieno diritto. Così come forse avrebbe avuto diritto di conoscere gli esiti magari in un altro modo”.
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