AMAZON / LA STRATEGIA ANTISINDACALE DEL COLOSSO DI JEFF BEZOS

Jeff Bezos sempre più schierato contro i sindacati.

Ad ottobre 2020 da Amnesty International è partita una denuncia contro il colosso mondiale della distribuzione, Amazon.

Ma a quanto pare non è bastato. Perché adesso è guerra aperta contro l’ingresso di una qualunque rappresentanza sindacale tra i dipendenti.

Qualche settimana fa è stato addirittura assoldato uno ‘specialista’ nel settore, Russel Brown, presso uno dei centri principali di Amazon negli States, quello di Bessemer, in Alabama.

Brown è a capo di una sigla, RWP Labour, specializzata nel “mantenere un luogo di lavoro libero dai sindacati”. Ed è anche presidente del ‘Center for Independent Employees’, un think tank che ha ricevuto ingenti finanziamenti dalla rete miliardaria KOCH, anch’essa impegnata nella lotta per affossare le sigle sindacali di maggior peso.

Come ad esempio, nel settore della distribuzione, ‘Retail, Wholesale and Department Store Unin (RWDSU), un sindacato affiliato con United Food and Commercial Workers (UFCW).

Negli ultimi mesi, e proprio dopo il j’accuse di Amnesty – quasi a fregarsene – Amazon ha attivato una serie di azioni tese a rendere sempre più difficile la presa dei sindacati nei suoi luoghi di lavoro. Ha attivato, ad esempio, un apposito sito web, ha sponsorizzato contenuti Facebook, ha inviato messaggi direttamente ai lavoratori.

Brown, dal canto suo, becca 3.200 dollari al mese per svolgere al meglio il suo compito. In precedenza ha lavorato per General Electric, UPS, Kispy, Kreme e per gli ospedali del St. Joseph Regional Medical Center.


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