I limiti della pazienza

I comunisti di antica appartenenza alla sinistra non edulcorata di questo anomalo 2021 ricordano il disagio degli anni settanta, clou del movimento femminista, che ironizzava sulla resistenza ad assimilare l’idea della parità di diritti e doveri uomo-donna: dicevano le ‘pasionarie’ del movimento femminile: “Gratta, gratta e dietro un comunista scopri che c’è un maschilista”.  I tempi sono altri, ma la componente dem del governo ‘tutti insieme appassionatamente’ merita forse un rimprovero analogo per aver discriminato le donne nel proporsi a Draghi alle prese con le tessere del mosaico spartitorio dei dicasteri.

C’è altro da evocare nella scansione politica del nuovo esecutivo e il proverbio pertinente ricorda che il lupo (Salvini) perde il pelo (sovranismo, razzismo) non il vizio e dunque, ammesso al patto del governo dell’ emergenza con il sigillo della tolleranza di Zingaretti,  incita un suo emissario, tale Garavaglia, a scagliarsi contro Speranza, ‘collega’ di  governo, estrae dal repertorio di veteroleghista l’incredibile prospettiva di uscire dall’euro e pretende di infilare una quinta colonna leghista nel Viminale, per condizionare le iniziative della ministra Lamorgese. Usque tandem, Zingaretti ‘abuteri patientiam  nostram’?

Il movimento che fu sorprendentemente accolto dagli italiani come antagonista del degrado politico del Paese, rivela tutta la sua inconsistenza, il dilettantismo giovanile dell’improvvisazione e lo paga, con il culmine del disagio avvertito da tempo con scissioni personali, contrasti litigiosi e scompensi che per ora hanno parzialmente ghigliottinato i dati del ‘like’.  Probabilmente non è il peggio: sfilacciati per l’insorgere di isole interne eversive (Di Battista, Morra, Lezzi) i cinquestelle rischiano di diventare due stelle e mezzo e di imboccare il viale del tramonto politico. La ciambella di salvataggio? Forse la saldatura con il Pd di quel che sarà del movimento, perché no, a guida Conte (standing ovation del senato in risposta alla citazione di Draghi). Un segnale? La nascita del gruppo interparlamentare PD-5Stelle-Leu, che ha stuzzicato la modesta fantasia della ‘borgatara’ Meloni, con la proposta copia-incolla di un simile sodalizio con Lega Fratelli d’Italia e Forza Italia.

È una risorsa l’astrologia di Paolo Fox e forse a lui si deve affidare la previsione su cosa di bislacco inventerà Renzi per contrastare il suo futuro di invisibile rottamatore con tendenza a ripristinare un soggetto politico copiato con la carta carbone dal repertorio di idee andreottiane. Per ora il Matteo-affossa governi può girare all’infinito i pollici, consapevole della sua ininfluente partecipazione al tentativo di governare la triplice crisi italiana che Draghi si accinge a gestire.


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