SPEZIA CALCIO / IL NUOVO PADRONE AMERIKANO

Ma chi sarà mai il proprietario del miracolo ‘Spezia’, la matricola della serie Ache ha strapazzato il Milan capoclassifica?

Nel quasi totale silenzio mediatico, infatti, la società è passata di mano pochi giorni fa, quando è andata in porto una trattativa blitz.

Un’operazione da 23 milioni di euro che ora porta al timone della società un miliardario (il suo patrimonio è stimato in 2 miliardi di euro) americano, Robert Platek. L’ennesimo della cordata pallonara a stelle e strisce.

Dopo il Milan, la Roma e la Fiorentina, ma anche il Parma, il Pisa, il Catania, ora è la volta del club ligure, che irrobustisce il plotone yankee sui nostri campi di calcio. E non solo.

Ma ricostruiamo la story. Che fino a qualche settimana fa sembrava aveva un copione un po’ diverso.

A comprare la società s’era fatto avanti un tandem statunitense, composto da due Fondi: ormai la solita storia, come è successo in modo clamoroso con il Milan del dopo Berlusconi ed il ridicolo (e ancora tutto da scoprire, ma la magistratura è assonnata) intermezzo cinese; poi passato ad uno dei fondi più potenti al mondo, Elliot.

Ora, per lo Spezia, si trattava dei fondi ALK Capital e MSD Capital.

Il primo fa capo ad uno dei businessman più chiacchierati a livello internazionale, Alan Pace, che ha il pallino per il calcio. Pace, infatti, ha fatto irruzione anche nel Premier League, comprando il Burnley per una bella cifra: ossia 170 milioni di sterline per l’84 per cento del capitale.

In apertura Robert Platek

Il secondo, MSD Capital, è il cosiddetto ‘family office’ di Michael Dell, il fondatore e ceo del colosso americano dei pc, vale a dire ‘Dell Technologies’. Una star che può contare su una stratosferica capitalizzazione, ben 58,7 miliardi di dollari.

Ma ecco, nel giro di pochi giorni, la svolta. Sparisce di scena Alan Pace, forse per non dare tanto nell’occhio. Si fa da parte anche MSD Capital, forse un affare troppo piccolo per la sua levatura.

Resta invece in campo un fedelissimo di Micheal Dell, ossia Robert Platek.

Un Platek che fa parte della formazione MSD da quasi vent’anni. Vi entra, infatti, nel 2002, e dal 2006 ne diventato anche socio, fino ad assumere la carica, qualche anno fa, di “Portfolio Manager”, una poltrona non da poco.

Ma vediamo chi vende. Si tratta di un imprenditore non poco chiacchierato in Liguria, Gabriele Volpi, che può vantare nel suo pedigree una residenza in Nigeria, dove per anni ha lavorato nel settore petrolifero. Ma è anche azionista della tribolata CARIGE, la Cassa di Risparmio di Genova spesso e volentieri finita sotto i riflettori: possiede infatti una fetta societaria da consistente, pari al 9 per cento. E può contare, Volpi, su una accorsata holding di famiglia, Orlean Invest.

Ma eccoci alla sorpresa. Sapete chi è il braccio destro finanziario di mister Volpi? Nientemeno che Giampiero Fiorani, l’ex padre-padrone della Popolare di Lodi, salita alla ribalta delle cronache una quindicina d’anni fa per la vicenda dei “furbetti del quartierino” che volevano scalare banche e addirittura il Corriere della Sera.

Finito per anni in naftalina, Fiorani è tornato alla ribalta al fianco di Volpi (troppo semplice la battuta ‘il Gatto e il Volpi’), facendosi però ben presto notare: anche dalla magistratura.

I due, infatti, sono stati indagati a Genova per riciclaggio internazionale. Secondo l’accusa, avrebbero creato una rete di aziende e sigle anche fittizie per far rientrare in nero ingenti capitali, frutto di acrobatiche operazioni immobiliari.

Ecco cosa scrivevano le cronache genovesi a dicembre 2017. “L’ex banchiere lodigiano è pronto a rimettersi in gioco. Fiorani è il manager a cui Volpi ha affidato il compito di ‘ristrutturare il gruppo’, che conta settemila dipendenti e 47 società tra Africa e Vecchio Continente. L’obiettivo è ‘la stabilità per arrivare alla quotazione, e questo ‘per aprirci verso nuovi mercati internazionali’, ha detto l’ex banchiere rampante alla cena natalizia dello Spezia calcio. ‘Ci saranno grandi investimenti in Europa’, ha svelato. Alludeva ad un’operazione che riguarderà da vicino l’Italia. Oltre all’investimento di 60 milioni sull’interporto di Marghera (Venezia), si punta al restyling del porticciolo di Santa Margherita Ligure e alla creazione di piscine e cento appartamenti a Recco (Genova)”. Che fine faranno quei business?

E come finirà la storia dei giovanissimi calciatori nigeriani ‘importati’ e rivenduti dallo Spezia ad altre società?

Comunque per Volpi non si tratta dell’unica impresa pallonara: per anni è stato al timone della Pro Recco, la star italiana della pallanuoto, mentre fino al 2018 è stato il padrone del Rieka calcio e nel 2019 ha rilevato l’Arzachena.

Quante trame di gioco!


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