Possibile mai che il rottamatore e ora costruttore Matteo Renzi si accontenti solo della poltroncina rimasta al ministro della Famiglia Elena Bonetti?
Che non pianga a dirotto per la mancata riconferma della testuggine Teresa Bellanova? O per il sogno svanito di rivedere la prediletta Maria Elena Boschi nel dream team guidato dal Mago Mario Draghi?
Basta Draghi al comando – è il ragionamento renziano – per essere più che soddisfatti. Abbiamo dimostrato che le poltrone non ci interessano, serve la squadra, il programma.
E c’è poi – in regalo – la testa caduta del tanto odiato ex premier, Giuseppe Conte, che ora rischia di trasformarsi in un desaparecido.
Ma siamo davvero sicuri che al gran ‘golpista’, l’uomo che fatto cadere il Conte Ie poi il Conte II, basti tutto ciò? E non ci sia invece, sotto sotto, una bella sorpresa?
La sorpresa si chiama Roberto Cingolani, il nuovo protagonista della scena, come titolare non solo della Transizione Ecologica, ma anche in qualità di coordinatore di tutte le politiche per ottenere la barca di miliardi (209) del Recovery Plan. Ad affiancarlo, senza peraltro fargli ombra, ci sarà quel Vittorio Colao prima nominato da Conte come capo della super task force, e poi subito messo nel cassetto (un bel ceffone per l’ex premier, questo ripescaggio).
Del resto, Renzi non ha giocato sottobanco né usato mezzucci per far prevalere la sua tattica.
LE TAPPE DEL PIANO-RENZI
Vediamo alcuni fatti, in ordine cronologico, partendo dagli ultimi.
Il nome di Cingolani fa bella mostra nella lettera inviata da Renzi a Conte all’inizio della crisi: ne scrive come di un esempio virtuoso da seguire nel campo dell’innovazione. Ci vuole la filosofia di Cingolani nel motore, per voltar pagina, secondo il Renzi Pensiero.
A dicembre – come la Voce ha raccontato giorni fa – si svolge l’incontro non ufficiale ma certo non segreto a Città della Pieve: il rottamatore-costruttore rende visita, nella sua magione umbra, all’ex capo di Bankitalia e BCE. “Siamo grandi amici – fa notare Renzi – ci vediamo spesso”. E guarda caso l’incontro natalizio si verifica proprio nei giorni bollenti della pre-crisi e Renzi stava studiando tutte le mosse da fare nella partita a scacchi con Conte.
Ma ci sono altre due vicende in grado di palesare gli stretti legami tra Renzi e Cingolani, il grande feeling che da anni corre tra i due.
Caso numero uno. Cingolani è stato fra i protagonisti assoluti alla Leopoldarenziana, dove ha lasciato tutti a bocca aperta per le sue competenze in campo fisico, per il piglio super innovativo, per la lo spirito pragmatico.
Il secondo caso riguarda l’esperienza di Cingolani ai vertici dell’Istituto Italiano di Tecnologia, acquartierato a Genova. Un istituto privato che il fisico ha guidato per un decennio, sia in qualità di direttore scientifico che di amministratore delegato. “Una monarchia assoluta”, l’ha definita un altro fisico di fama, Giovanni Bignami.
Una storia tutta da raccontare, quella del IIT, soprattutto quando entrano in scena i fondi pubblici per attivare l’Human Technopole di Milano, il gioiello scientifico vagheggiato da molti sulle aree del dopo Expo nel capoluogo lombardo.
I PRODIGI ALL’ISTITUTO DELLE TECNOLOGIE
Ecco, in breve, cosa succede.
Il governo Renzi stanzia nel 2016 ingenti fondi (circa 1 miliardo e mezzo di euro) per lo start di HumanTechnopole e ne affida la gestione, senza effettuare alcun bando di gara, all’IIT di Genova. A quel punto si scatena un putiferio, che vede schierati sul piede di guerra molti rettori, ricercatori e scienziati italiani, che rimproverano con veemenza a Renzi di lesinare fondi alla ricerca pubblica (appena 30 milioni di euro per un triennio tra tutti gli atenei) e invece di largheggiare con l’Istituto guidato da Cingolani.
All’epoca la Voce scrisse alcuni articoli ed inchieste. Sentiamo cosa dicevano alcuni protagonisti.
Giovanni Bignami, fisico: “E’ un chiaro atto di sfida alla ricerca pubblica. I soldi pubblici dati all’Istituto Italiano di Tecnologia (capofila del megaprogetto, ndr) verranno poi da questo distribuiti ad altri attori locali e non (tra essi anche una vinicola trentina). Sono già tutti nominati esplicitamente, prima ancora di cominciare. Ma lo IIT ha forse nel suo statuto la funzione di Agenzia per la Ricerca? IIT è guidato da 11 anni dallo stesso direttore scientifico e amministratore delegato, Roberto Cingolani: una vera monarchia inimmaginabile nel pubblico”.
Durissime, quasi da codice penale, le accuse rivolte a Renzi e a Cingolani dalla senatrice a vita Elena Cattaneo.
E altrettanto acuminati gli strali di un’associazione di rettori, accademici, ricercatori che nel 2013 si sono riuniti nel gruppo “ROARS”, da cui è nato un sito dove ne sono state scritte di cotte e di crude sulle performance scientifiche di Cingolani.
Ecco cosa pubblicava ROARS il 25 febbraio 2016: “Al progetto petaloso di Human Technopole andranno 1,5 miliardi di euro e 1.500 ricercatori. Gestiti da una fondazione, IIT, diretta da un inamovibile direttore che potrà operare fuori dalle regole che università e organismi di ricerca pubblici devono invece seguire. Nel frattempo i rettori delle università italiane, in cambio di 30 milioni per i tre anni, proclamano la giornata (petalosa?) dell’Università e si impegnano con tutte le armi possibili a rintuzzare la variegata protesta. Forse ha ragione Renzi. Questa università e questi rettori risorse aggiuntive non le meritano. Mentre un po’ di docenti delle università italiane si stanno risvegliando dal torpore post-gelminiano, il governo sceglie il progetto dell’IITper lo Human Technopole”.
Le bordate su Cingolani: “La fondazione IIT diretta da un inamovibile direttore, Roberto Cingolani, potrà operare fuori dalle regole che le università e gli organismi di ricerca pubblici devono invece seguire: bilanci non pubblicati, bandi per la selezione di personale non pubblicati, contratti e consulenze non note”.
Punta l’indice Giorgio Parisi, fisico: “Un progetto in linea con la rottamazione renziana delle istituzioni esistenti. Si vuole creare qualcosa di nuovo, ma si rischia di cancellare quello che esiste. Forse funziona male, ma continua a funzionare”.
UN FISICO BESTIALE ?
Le frecce avvelenate di ROARS non finiscono qui. In un lunghissimo articolo pubblicato il 21 agosto 2017, infatti, viene ferocemente attaccato un servizio del Sole 24 Ore tutto rose e fiori su Cingolani.
Ecco cosa scrive testualmente ROARS: “Cingolani è 2.700-mo nella graduatoria Clarivate ma secondo il Sole 24 Ore è ‘uno dei dieci scienziati più citati al mondo per le scienze dei materiali’. All’autore dell’articolo, Luca De Biase(Editor di innovazione al Sole 24 Ore e Nova 24) sarebbero bastati pochi clic di mouse per verificare che il direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia non compare negli elenchi degli Highly Cited Researchers curati daClarivate Analytics, quelli a cui si fa normalmente riferimento (ne fa uso anche il ranking ARWU delle università): infatti, per le Scienze dei materiali l’elenco comprende 152 ricercatori, mentre Roberto Cingolani si colloca oltre la 2.700-ma posizione”.
E ancora: “La svista del Sole 24 Ore avrà fatto felice l’ufficio stampa dell’IIT; al direttore scientifico viene attribuito un titolo prestigioso e se il bluff salta (come è accaduto), la responsabilità è di De Biase che non ha fatto le verifiche del caso. Per difendere il controverso istituto genovese e il suo tesoretto di oltre 415 milioni (che alcuni danno per misteriosamente scomparso), ormai tutto fa brodo”.
Sarà capace, Cingolani, di farci volare, vista anche l’ultima performance sulle ali di Leonardo?
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