TRANSIZIONE ECOLOGICA / LA “NON NOVITA’” DEL MINISTERO

Il ministero per la ‘Transizione ecologica’?

Il classico uovo di Colombo, la scoperta dell’acqua calda, un’esperienza già praticata da anni in svariati paesi, europei e non solo. E da noi contrabbandata per nuova, tanto per gettare fumo negli occhi del solito popolo bue.

Ma per Beppe Grillo si tratta di una vittoria storica, ottenuta persuadendo un vero cuor pentastellato, Mario Draghi. Contento lui…

Battistrada, in campo europeo, è la Francia, con il dicastero guidato dalla macroniana doc Barbara Pompili. Del resto sono ben noti gli stretti legami tra il capo dell’Eliseo e Larry Fink, il numero uno del super colosso BlackRock, incaricato dalla UE di sovrintendere – come consulente – alla svolta ‘green’ di tutta la politica, l’economia e la finanza europea.

In Francia il giochetto è stato semplice semplice: è bastato ribattezzare il Ministero dell’Ambiente in Ministero per la Transizione Ecologica e voilà. Si occupa, dal 2020, di politiche di sviluppo sostenibile, ambiente, tecnologie verdi, transizione energetica, clima, prevenzione dei rischi naturali, climatici e tecnologici, sicurezza industriale, nei trasporti e per le infrastrutture. Un mix ottimo e abbondante.

Passiamo alla Spagna, dove dallo scorso anno è stato creato MITECO, acronimo di ‘Ministero per la Transizione ecologica e la Sfida demografica’. Provvede alle politiche per contrastare i cambiamenti climatici, alla prevenzione delle contaminazioni, al patrimonio naturale, alle biodiversità, alla transizione energetica, ai problemi demografici e dello spopolamento. Al timone di MITECO c’è la socialista Teresa Ribera Rodriguez.

Eccoci in Svizzera, dove le nuove sorti ambientali sono affidate a DATEC, che è il “Dipartimento Federale dell’Ambiente, dei Trasporti e dell’Energia”, in vita già da due anni ed affidato anche questa volta ad una donna, la socialista Simonetta Sommarusa. E’ uno dei sette ministeri elvetici, dedito alle politiche ambientali, la gestione e lo sviluppo dei trasporti, la gestione e vigilanza sulle fonti energetiche, ma anche impegnato sul fronte dei mezzi di comunicazione e della televisione, una vera novità.

Ma la primogenitura internazionale spetta di diritto al Costa Rica, dove primeggia da anni il MINE, nato dall’accorpamento dei ministeri dell’Ambiente e dell’Energia e finalizzato alla realizzazione di politiche ambientali, all’utilizzo sostenibile delle risorse, alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili e ad elaborare annualmente un Piano di Sviluppo del paese.

Niente male, e con largo anticipo.

E chi sarà mai al timone del MINE? Una donna, of course: Andrea Meza Murillo.


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