GOVERNO DRAGHI / TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE

Una volta si chiamava grande ammucchiata. Poi governissimo. Quindi esecutivo di salute pubblica. E ancora: governo istituzionale, del Presidente, d’emergenza tanto per far capire che la situazione è grave e bisogna stare tutti insieme. Appassionatamente.

Certo, oggi la situazione è drammatica, anzi tragica. Forse stavolta non hanno tutti i torti quelli che invocano la discesa in campo del Salvatore, del Ronaldo di turno capace di farci vincere la partita del secolo.

Possibile anche che Super Mario Draghi, dopo aver navigato per decenni nei mari del capitalismo più selvaggio, approdato all’età di maggior consapevolezza, abbia deciso – miracolosamente – di tirare i remi in barca, veleggiare più disteso e cambiare altrettanto prodigiosamente pelle. Da Servitore del Capitale a Servitore del Popolo, caso mai trovandosi al fianco di colui il quale proprio come Avvocato del Popolo ha guidato i due esecutivi precedenti, il Giuseppe Conte in rampa di lancio per la leadership di 5 Stelle, o di quel che ne resta sul campo.

Tutto è ormai possibile, dopo le macerie degli ultimi decenni, le devastazioni provocate per anni al tessuto sociale e civile, ormai lacerati, e al massacro di quella carta costituzione che doveva rappresentare un punto di riferimento per tutti.

Sforziamoci quindi di cogliere il lato positivo del prossimo governo Draghi. Anche se il parto non nasce sotto una buona stella: avendo come levatore quel Matteo Renzi che, per fare un solo esempio, voleva fare a pezzi, letteralmente, la Costituzione via referendum e, sonoramente sconfitto, aveva promesso di tornarsene a casa e abbandonare la politica per sempre. Non l’ha fatto, e ha fatto disastri.

Quel lato positivo griffato Draghi sta negli ultimi interventi, come ad esempio nel corso del meeting di Comunione e Liberazione, dove ha parlato con un linguaggio non fintamente progressista. Il che non è certo poco.

Nelle settimane scorse abbiamo pubblicato alcuni interventi di Peter Koenig, un prezioso analista geopolitico, con trascorsi trentennali prima alla Banca Mondiale poi all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un percorso non dissimile da quello di Draghi. Anche oggi, nel settore ‘potere’, pubblichiamo un suo intervento illuminante sul ‘Great Reset’ che ci attende.

Possiamo mai aspettarci un percorso altrettanto ‘illuminato’, ora, da parte di Draghi? Una tale rivoluzione culturale capace di venire finalmente incontro ai bisogni collettivi, e mettendo per un po’ nel cassetto i desiderata delle elite? Possibile mai tutto ciò, quando siamo in piena catastrofe sanitaria, sociale ed economica?

Siamo a vedere. Qualcosa di certo si capirà anche dal nome dei ministri che scenderanno in campo.

E’ comunque opportuno segnalare le autentiche acrobazie manicomiali, le capriole, i cambi di posizione a 180 gradi, i trasformismi da guinness messi a segno in pochi giorni dai politici (sic) di casa nostra.

Beppe Grillo con Vito Crimi. Sopra, Mario Draghi

’ tornato in scena Beppe Grillo per genuflettersi di fronte all’Odiato grande ammiraglio del Britannia, il detestato banchiere della plutocrazia.

E’ spuntata la sagoma di Matteo Salvini, pronta a farsi tappetino senza condizioni, con o senza ministri, qualunque minestra venga proposta.

Non fa una grinza ovviamente Nicola Zingaretti, che firma una cambiale in bianco.

Spara i tric trac Silvio Berlusconi, l’uomo che ha voluto il Salvatore prima sulla poltronissima di Bankitalia poi della BCE.

E incrociando. Non fa una piega l’ex comico (ora ancora di più tale) nel sedersi fianco a fianco con il Nano Maledetto (cosa ne scrive Marco Travaglio?). E a tornare al tavolo con il razzista-xenofobo.

Il razzista-xenofobo fa salti di gioia a ritrovare il comico al suo fianco.

Non ha problemi il segretario Pd nell’abbracciare il nemico di una vita, il Cavaliere.

In questo minestrone 4 stagioni, osano alzare il ditino solo LEU e Fratelli d’Italia. I primi pigolano che per loro può essere difficile ingurgitare i sovranisti; la Meloni fresca di Aspen sta alla finestra, indecisa tra astensione e opposizione, ma pronta a votare tutti i provvedimenti che riterrà condivisibili. Ottimo e abbondante.

All’Opposizione, quella vera, nessuno. Neanche l’ombra di qualcuno che si azzardi a dire una parola, levare una minuscola obiezione, pronunciare un sussurro fuori posto.

Per non disturbare il Direttore d’Orchestra che sta rivedendo le ultime note dello spartito.

L’Italia s’è desta. O siamo su “Scherzi a parte”?


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