Malfatto e malfattore

I raggiri dell’imbonitore, il falso di lestofanti in pittoresche sembianze di maghi, che spacciano pronostici su lavoro, amori, denaro, salute; l’abile truffatore che in combutta con insospettabili complici scippa soldi agli ingenui passanti affascinati dal ‘questa vince, questa perde’, il propagatore di fake news, no vax e negazionisti;  l’infiltrato sabotatore di progetti green, eccetera, eccetera, insomma il coacervo di figuri che per vecchi rancori e nuove velleità,  attenta alla salute del Paese e dà fuoco alla miccia di una mina devastante, posta nelle fondamenta del governo, mentre è alle prese con i disastri della malefica combinata pandemia-default economico. Il ‘killer’ lavora a distruggere e l’abbrivio dell’intento vendicativo si sostanzia con il supporto di un paio di sicari, a suo tempo gratificati, espressione, con il loro mandante, di un ridicolo e quasi invisibile spicchio di consensi nei grafici rappresentativi della consistenza dei partiti. Sulle ragioni dell’ora ics scelta per il boato che decapita l’esecutivo a trazione giallorossa molto si ipotizza: maniacale vocazione allo sfascio? Dichiarazione di guerra su base vendicativa per sanare la frustrazione da protagonismo emarginato? Nostalgia canaglia per le origini di fervente moderato? Paranoia? Insano complesso di superiorità? Destrofilia, emersa dopo non convinta repressione? Lo sconcerto per tempi e modi dell’agguato sferrato con l’obiettivo di destabilizzare il Paese e tornare al centro dell’attenzione mediatica, è di breve durata e precede l’analisi a caldo dell’evento, svela il disegno di scenari che è lecito definire apocalittici. Sull’intera umanità incombe il rischio che la ribellione della natura, violata oltre ogni limite, ripaghi lo sfregio a mano armata della pandemia, da associare in via diretta come causa dei danni irreparabili subiti dall’economia mondiale, ovunque in ginocchio.  Il pianeta prova a fronteggiare lo tsunami, ancora non totalmente distruttivo, ma già devastante e opera in emergenza, inventa contromisure, ripara come può le lesioni subite dal sistema, faticosamente, giorno dopo giorno, con errori e omissioni  inevitabili in un contesto di eventi imprevedibili, in larga misura sconosciuti, senza precedenti. Ha il fiato sul collo dello sciacallaggio di chi pensa alla calamità in corso come opportunità per destabilizzare il work in progress istituzionalmente impegnato a contrastarla. “Jeux sont faits”, per il godimento degli specialisti dei titoli da prima pagina: dal ‘Si spacca tutto’ del fogliaccio ‘Libero’, a C.I.A.O. del Fatto Quotidiano (Crisi Irresponsabile A Orologeria), da ‘Benfatto’ del destrofilo ‘Il tempo’, a ‘Italia via’ del ‘Manifesto’, al secco ‘Lo strappo di Renzi’ (la Repubblica) a conclusione di un presagio instillato nei lettori da molti giorni, a ‘Una splendida crisi illumina le verità del governo del possibile’, fantastico farneticare del ‘Foglio’.

La sordida sortita, con l’inevitabile sbocco della crisi di governo, partorisce un nuovo mostro a due teste, che piaccia o no all’autore, perché  lo colloca a stretto contatto di gomito con il plotone d’esecuzione della destra sovversiva,  che strilla ‘al voto, al voto’, evento dalle tragiche conseguenze: paralisi, frenata brusca delle procedute per rispondere ai colpi della pandemia subiti dall’intero sistema produttivo, probabili ripensamenti della Comunità europea sulle risorse concesse all’Italia. Nel digitare sulla tastiera del personal computer questa nota, le dita della mano sinistra si sono rifiutate di premere sui tasti R-E-N-Z-I, ma non era una sequenza indispensabile per sapere chi ne è protagonista, isterico edonista, che sfasciando la maggioranza del Conte bis, spedisce l’Italia (altro che Viva)  in un reparto di rianimazione, intubata.

Si trovi e in fretta qualunque via d’uscita dal coma, purché la soluzione non includa e a nessun titolo, chi ha fornito all’asse bilaterale Lega-Fi la iattura di un terzo lato del perimetro di destra.


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