SCANDALO TAMPONI / IL MAXI TRAFFICO ITALIA-USA

Non mezzo milione ma addirittura 5 milioni.

Non una sola missione di trasporto del prezioso carico sanitario, ma almeno 9 missioni.

Il tutto in piena pandemia, tra metà marzo e metà aprile 2020.

E quando era in vigore la chiusura delle frontiere ed era stata prevista la cancellazione dei voli in Europa.

Sull’affaire sta indagando la procura di Brescia, che ha avocato a sé i fascicoli d’indagine archiviati da quella di Cremona. I capi d’imputazione sono da novanta: epidemia colposa, omicidio e lesioni colpose, abuso e omissione di atti d’ufficio, a carico di “persone da individuare”.

Lo scandalo del traffico di tamponi sulla rotta Italia-Stati Uniti, dunque, assume dimensioni gigantesche. Ovviamente insabbiato e silenziato da tutti i media di regime.

Si deve solo al coraggio di un giornalista di razza, Antonio Mazzeo, se la story comincia, man mano, a venire alla luce. Ma solo perchè inizia a rimbalzare in rete. La Voce ha pubblicato, giorni fa, una cover story.

Ecco cosa scrive ora Mazzeo, che da anni cura un suo blog antimilitarista: “Oggi tutto quanto accadde in quei mesi appare ancora più grave. I documenti in nostro possesso e le dichiarazioni ufficiali dei responsabili del Dipartimento della Difesa e di quello della Sanità USA ci consentono infatti di documentare perlomeno 9 missioni in trenta giorni dei grandi velivoli da trasporto C-27 Globemaster III di US Air Force sulla rotta Aviano-Memphis, per consegnare alle autorità di Washington non meno di 5 milioni di tamponi prodotti negli stabilimenti della Copan Diagnostics SpA di Brescia”.

Strategica, in tutta la dinamica delle missioni, l’attività svolta dalla Defense Threat Reduction Agency (DTRA), l’Agenzia del Pentagono per il contrasto delle armi di distruzioni di massa (chimiche, biologiche, radiologiche, nucleari), venuta alla ribalta un anno fa quando si è occupata di coordinare i trasporti aerei del vaccino contro l’Ebola dalla Germania agli Usa durante la pandemia in Congo.

A confermare i contorni dell’affaire arrivano anche le parole di Peter Navarro, consigliere personale di Donald Trump e direttore della politica commerciale e manifatturiera della Casa Bianca, nonché coordinatore delle politiche del Defense Production Act: “Gli Stati Uniti puntano a ricevere ogni settimana circa 1 milione di tamponi nasali per testare il coronavirus grazie ad una missione in corso dall’Italia. La società produttrice Copan Diagnostics si è impegnata a fornire i tamponi su base continuativa dalla sua facility italiana”. Più chiari di così…

Commenta Mazzeo: “Data la rilevanza dell’operazione-tamponi risulta scarsamente credibile che essa sia stata effettuata senza l’avallo del governo Conte e in particolare dei ministri della difesa, degli affari esteri e della salute. Inoltre sarà compito dei magistrati bresciani comprendere pure perché la lungimiranza dell’amministrazione Trump nel puntare al tracciamento e al tamponamento contro il coronavirus non abbia invece caratterizzato negli stessi mesi le scelte italiane. Perché la Presidenza del Consiglio formalizzi la richiesta di offerta per kit e reagenti per la rilevazione delle infezioni, si è dovuto attendere infatti l’11 maggio 2020, tre mesi e mezzo dopo la delibera dello stato di emergenza in Italia”.

Arriviamo all’ultima missione italo-americana conosciuta, quella del 16 aprile 2020, comunicata dal sergente maggiore Emily Beightol-Deyerle del 167th Airlift Wing: “il nostro reparto ha trasportato più di 1 milione di test anti-Covid. 18 pallet hanno riempito il vano di carico del C-17 Globemaster II”.

Sottolinea Mazzeo: “Da allora non sono stati più diffusi comunicati su ulteriori trasferimenti negli USA dei tamponi della Copan Diagnostics di Brescia. Non è possibile sapere dunque se quella del 16 aprile 2020 sia stata l’ultima missione oppure nelle settimane successive il Pentagono abbia scelto di mantenere il massimo riserbo sull’affaire. Quel che è certo è che i contratti dell’azienda bresciana con il Dipartimento della Difesa e con le autorità sanitarie USA sono proseguiti perlomeno fino a quest’estate. In che modo lo vedremo la prossima volta”.

Il Governo? Non vede, non sente, non parla.


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