Quale sarà mai il cocktail miracoloso che ha rimesso in piedi nel giro di appena quattro giorni Donald Trump per la corsa alla Casa Bianca e lo ha fatto uscire (almeno per ora) dal tunnel del Covid?
Sono in tanti a chiederselo, visto quanto il presidente uscente ha promesso a botta calda agli americani: tutti potranno usufruire gratuitamente della cura che su lui, a quanto pare, ha sortito effetti prodigiosi.
Partiamo dai contorni farmaceutici, per poi arrivare alle due pietanze base.
IL SUPER BIBERON PRESIDENZIALE
Nel super biberon somministrato prima al Walter Reed Hospital nei quattro giorni di degenza e ora tra le ovattate stanze della Casa Bianca, trovano posto Zinco e Vitamina D, molto adatti per rafforzare in modo sensibile le difese immunitarie.
Poi melatonina e aspirina, che non fanno mai male.
Quindi un tocco di famotidine, per proteggere lo stomaco sotto un tale diluvio di prodotti, un po’ come da noi si usa, per fare un solo nome, il pantoprazolo.
Siamo adesso a due elementi base: Remdesivir e Renegeron.
Il primo è uno dei prodotti top di un colosso statunitense nel campo dei biofarmaci, Gilead Sciences, specializzata in prodotti antivirali per combattere HIV, epatite e influenza, tra cui spiccano Harvoni, Sovald e, appunto, Remdesivir.
Nel 2019 il fatturato dell’azienda, che ha il suo quartier generale a Foster City, in California, è ammontato a ben 23 miliardi di dollari. L’Unione Europea ha appena deciso di acquistare 500 mila dosi del suo, a quanto pare, taumaturgico Remdesivir, che ha ricevuto un caloroso ok perfino dal “Wuhan Institute of Virology” e dalla “China Academy of Sciences”. Proprio i nemici giurati degli States…
Fondata da Michael Riordan, la società è ora guidata dal Ceo Daniel ‘O Day, di chiare origini irlandesi.
Fino al 2017 nella sua compagine ha fatto capolino un azionista da novanta: nientemeno che il presidente Trump, il cui nome non è più presente nell’elenco soci dal 2017, anno in cui ha di tutta evidenza ceduto le sue quote per un evidente conflitto di interessi dopo l’elezione alla Casa Bianca.
RENEGERON SUPER STAR
Ancora più intrigante l’identikit di Pharmaceutical Inc., che oggi ha la sua punta di diamante, of course, nel Renegeron: un nome una storia, il cocktail base per la terapia presidenziale.
Una sigla fondata, animata e diretta da Leonard Schleifer, attuale Ceo e grande amico del Presidente: sono assidui frequentatori del Circolo del golf di Westchester (New York). E fresca beneficiaria – l’erogazione è stata effettuata a luglio – di ingenti fondi (450 milioni di dollari per la precisione) stanziati dal governo Usa per sviluppare rapidamente vaccini anti coronavirus e predisporre trattamenti e cure adeguate.
Ma qual è, anche stavolta, la scoperta da novanta? L’ubiquo mister Trump è stato azionista anche in questa corazzata per la produzione di biofarmaci! La quale nell’ultimo mese fa segnare un balzo al Nasdaq del 7 per cento, con un incremento del 60 per cento da inizio anno. Da guinness dei primati.
Venne fondata trent’anni fa, Pharmaceuticals, da due giovani e rampanti medici: l’immunologo molecolare George Yancopoulos e il neurologo e già assistente al Cornwell University Medical College, ossia Leonard Schleifer.
Una gran performance già nei primi tre anni di vita: tanto che tra i suoi azionisti fanno man mano la loro comparsa pezzi da novanta come BlackRock, Wellington Management, The Vanguard Group, Polen Capital Management e Mediolanum International Funds.
Ma torniamo al super cocktail griffato Regeneron. Un prodotto ancora in rampa di lancio ma già sperimentato sul presidente Trump, chiesto dall’equipe medica del Walter Reed Hospital per “uso compassionevole”, come si usa nei casi di estrema emergenza e pietà umana.
IN ATTESA DEI RESPONSI FDA
Il REGN-COV2 – questo il nome della pozione miracolosa – si basa su due anticorpi in grado di neutralizzare la nuova versione del coronavirus.
Attualmente il mix è in corso di sperimentazione ed ha raggiunto la cosiddetta “Fase 3”, ma non ha ancora ricevuto il fatidico ok dalla Food and Drug Administration, l’inflessibile FDA.
Proprio per questo The Donald, nel corso del video che potere vedere cliccando in basso, si rivolge alla FDA chiedendo che vengano accelerati i tempi per dare disco verde al cocktail, e quindi renderlo gratuito – come ha promesso – per tutti gli americani.
L’azienda guidata da Schleifer, dopo aver chiesto l’autorizzazione alla FDA, ha dichiarato di essere già pronta con 50 mila dosi da poter distribuire subito, e almeno 300 mila entro fine anno.
Una lotta ingaggiata con un’altra star di Big Pharma, Eli Lilly, che ha chiesto un’analoga autorizzazione alla FDA per il suo anticorpo monoclonale anti Covid: i suoi vertici affermano di averne a disposizione 100 mila subito e addirittura 1 milione per la fine del 2020.
Avevamo dimenticato un particolare. Nel cocktail rigenerante c’è un altro ingrediente, il Dexamethasone, uno steroide che – secondo gli esperti – riduce la febbre e può indurre nei pazienti uno stato di “euforia”, un “sentirsi meglio”.
Proprio come è capitato per il redivivo Big Donald.
PARERI CONTRO
I ricercatori a stelle e strisce sono a questo punto divisi su due fronti netti.
Sentiamo le campane degli uni: “Trump vuole esibirsi davanti agli americani che dovranno votare, una commedia per mostrarsi invincibile. Ma stiamo parlando di una tragedia, quella del Covid, che ha fatto centinaia di migliaia di vittime ed è opportuno non scherzare con argomenti del genere e parlare di prodotti che non hanno neanche passato il vaglio delle stesse autorità governative. E’ un messaggio pericoloso. Senza contare i conflitti d’interesse, perché Trump sponsorizza i prodotti di aziende di cui è amico ed è stato addirittura socio”.
E le campane degli altri: “Trump ha il coraggio di sfidare il vero potere di Big Pharma, delle case farmaceutiche che stanno beccando miliardi di dollari per la ricerca di un vaccino che chissà quando arriverà e sul cui effetto esistono fortissimi dubbi. Soldi pubblici sprecati, quando invece, come indica Trump, sarebbe molto più logico investire in quelle cure, ora costosissime, ma che con un controllo e soprattutto un intervento dello Stato lo potranno essere molto meno. Meglio cure certe che vaccini con ogni probabilità inutili e pericolosi per la stessa salute”.
VIDEO
https://youtu.be/K9lwwHkqE_4
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