32 anni fa veniva ammazzato a Lenzi di Valderice, in provincia di Trapani, Mauro Rostagno.
Un giallo sul quale non è stata mai fatta piena luce.
Si è in attesa della sentenza che dovrà essere pronunciata, il prossimo 27 novembre, dalla Cassazione. Mentre un processo parallelo sui depistaggi rischia di finire in prescrizione. Come al solito.
Ma vediamo gli ultimi fatti giudiziari sull’omicidio del giovane sociologo torinese trapiantato in Sicilia, fondatore della comunità antidroga Saman e animatore di una battagliera tivvù locale, “Radio Tele Cine”, che sfornava inchieste continue sulle connection mafiose. E per questo entrata nel mirino delle cosche trapanesi di Cosa Nostra.
Non aveva avuto remore, Rostagno, di alzare il sipario su affari da novanta, legami intrecciati dai boss con pezzi da novanta. Come ad esempio Licio Gelli. Aveva scritto delle frequentazioni trapanesi del Venerabile, come quando fu ospite dei boss Natale L’Ala e Mariano Agate. Quest’ultimo era un potente affiliato della loggia segreta “Iside”, nata all’interno del centro studi “Scontrino”. E sempre a Trapani era attiva, presso un altro comodo centro studi, “Scorpione”, una cellula di Gladio. Tanto per non farsi mancare niente.
Al tribunale di Trapani, nel 2011, si è riaperto il processo per l’omicidio. E tra anni dopo, a maggio 2014, sono state pronunciate in primo grado le condanne a carico dei boss Vincenzo Virga e Vito Mazzara, ritenuti rispettivamente il mandante e l’esecutore.
L’appello, però, ha parzialmente ribaltato quella sentenza. Assolvendo Mazzara, nonostante l’esame del DNA fosse risultato compatibile con il 99,9 per cento delle probabilità.
A questo punto il 27 novembre la Cassazione (dopo un rinvio a causa del Covid) si dovrà pronunciare sui due ricorsi presentati: dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo (per l’assoluzione di Mazzara) ma anche dai legali di Agate, che contestano la condanna all’ergastolo.
Nel frattempo al tribunale di Trapani è in corso il processo per i depistaggi. Dieci gli imputati, tra cui alcuni esponenti delle forze dell’ordine, accusati di falsa testimonianza. Un processo che però rischia fortemente di non arrivare alla sentenza finale, per la solita mannaia della prescrizione.
La tormentata vicenda giudiziaria e la storia umana e professionale di Mauro sono ricostruite in dettaglio sul sito “Ossigeno per l’Informazione”, animato da Alberto Spampinato e che documenta in modo costante e minuzioso le violenze e le aggressioni subite da tanti cronisti e reporter. Basta andare alla voce www.giornalistiuccisi.it e alla voce “Cercavano la verità”.
nella foto Mauro Rostagno
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