Bravi professionisti (altro che!), ma soprattutto onesti

È cosa da investigatori dilettanti o professionisti, sicuramente materia del contendere che fa audience di cui sono grati talk show d’intrattenimento o dichiaratamente politici. Domanda: sono truffatori seriali i lor signori ‘vicini alla Lega’ agli arresti domiciliari (in libertà, dice la Procura, potrebbero reiterare i reati), o poveri cristi vittime di giustizialismo giudiziario a orologeria, a una settimana dall’election day? Lo stato maggiore della Lega recita all’unisono, a memoria: “Sono bravi e onesti professionisti, tutto sarà chiaro presto” e soprattutto “Fiducia massima nella magistratura”. Ma come? E tutti gli insulti ai magistrati, le accuse di sinistrismo, di complottismo contro la brava, onesta gente della Lega? Sono malevole invenzioni di giudici anti-Lega i 49 milioni truffati allo Stato, le cifre blu intascate dagli onesti commercialisti in odore (e molto di più) della Lega falsificando con un forte, quanto falso aumento, il costo di un capannone? Salvini si dice tranquillissimo. Mentre sgrana il rosario e invoca la grazia divina di un’assoluzione impossibile dal reato di sequestro aggravato di persona, che lo aspetta in tribunale di qui a poco? Tra i “noi con Salvini” in t-shirt candida con scritta “anche me”, di leghisti, che finirebbero felicemente in carcere con l’ex ministro del Carroccio, sfileranno anche i consulenti inquisiti, grazie a un permesso speciale di infrangere i ‘domiciliari’?
Al soggetto, che oggi sembra messo lì in redazione per interpretare il rispetto della par condicio in conto Salvini & c., il Corrierone concede una pagina e il mega titolo che mistifica il sacro principio della libertà di pensiero e condanna chi ‘assalta’ i palchi. Nel sommario tutto diventa chiaro: “L’intolleranza verso i comizi del leader leghista”. Congratulazioni al titolista e all’autore dell’articolo, Pierluigi Battista, che disquisisce a lungo sulla colpevole aggressività di quanti contestano il politico più intollerante dell’intero parlamento e lo fanno non a caso al Sud del Paese, che Salvini ha ingiuriato con pari se non maggiore violenza dei quattro pomodori piovuti sul palco del comizio a Torre del Greco, lo fanno nella metà della penisola, che la Lega ha nel suo programma secessionista di ghigliottinare. Libertà di pensiero? Libertà non è dire e fare quello che ti pare, né coprire fingendo di ignorarle, com’è consuetudine di Salvini,  le violenze dei ‘camerati’, accolti nei comizi come fratelli e tenuti in gran conto per garantirsi il voto dei neofascisti, i mille episodi di razzismo leghista diretto o indotto.
In margine all’articolo in questione, la redazione del Corriere, probabilmente su indicazione dello stesso Battista, chiude una colonna del testo con un trafiletto di una ventina di righe, che tracciano il ‘fulgido’ percorso della carriera valpadana di Salvini. Neppure una parola per le sue disavventure giudiziarie e comunque una lacuna: manca la proposta di beatificazione in vita del capintesta padano e il progetto di ristrutturazione della sede leghista di via Bellerio in santuario per il suo culto.

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