MARCO PANTANI / IL SUO OMICIDIO E’ OGGI UN FILM

Il caso Pantani – L’omicidio di un campione” è il titolo di un film di prossima uscita, in programma nelle sale italiane per il 12, 13 e 14 ottobre. Tra gli interpreti il noto attore e doppiatore Francesco Pannofino, per la regia di Domenico Ciolfi.

Viene osservato nelle note: “Il film svelerà particolari inediti”.

“Pantani è stato ucciso due volte. A Madonna di Campiglio, vittima di una provetta manipolata e della criminalità organizzata; e a Rimini, cinque anni dopo”.

“E’ il racconto di Marco e delle sue tre vite: tre anime, tre interpreti, un solo uomo. Una vittima che non ha ancora avuto giustizia”.

La Voce ha più volte raccontato, con varie inchieste, la storia delle “due morti” del Pirata: tragiche verità ormai stradocumentate, ma che non hanno mai avuto lo straccio di una giustizia.

Perché solo la magistratura fino ad oggi ha chiuso gli occhi, tappato le orecchie e si è resa muta davanti a carte, prove e documenti che parlano da soli. Una vergogna che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, lo stato comatoso della giustizia (sic) di casa nostra ed un livello mai visto di depistaggi.

Prima vicenda e prima inchiesta, teoricamente ancora in piedi. La tappa di Madonna di Campiglio al Giro d’Italia del 1999, quando Marco viene squalificato per doping. Una provetta chiaramente taroccata – con la collusione dell’equipe medica, intimidita da alcuni camorristi – segnò la fine della carriera del campione. Che “non doveva” arrivare a Milano perché i clan avevano scommesso centinaia di milioni di lire su quella circostanza.

La procura di Rimini ha acquisito una mole gigantesca di documenti, comprese le verbalizzazioni di alcuni pentiti di camorra che fanno nomi, cognomi e dettagliano per filo e per segno tutte le tappe – è il caso di dirlo – del giallo.

Finita a Rimini l’inchiesta è ricominciata a Napoli, ma solo sulla carta. Dal momento che il legale della famiglia Pantani, Antonio De Renzis, ha chiesto di riaprire il caso alla procura di Napoli, competente per territorio vistala la partecipazione alla story dei clan, già ben conosciuti per altre vicende giudiziarie.

Ma da tre anni il fascicolo è fermo alla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, pm Antonella Serio. Non si è mosso un foglio, non si hanno notizie di indagini, accertamenti, verbalizzazioni.

Il silenzio più tombale.

Altrettanto vergognoso l’andamento dell’altro filone, quello relativo alla morte – o meglio all’omicidio del Pirata – avvenuto il 14 febbraio 2004 al residence Le Rose di Rimini. L’inchiesta è stata subito condotta in modo pessimo, tra errori, orrori e le più clamorose omissioni.

L’avvocato De Renzis ha dettagliato, carte alla mano, ben 100 anomalie che hanno caratterizzato quell’inchiesta fasulla: dalla scena del crimine del tutto alterata, ai segni di trascinamento del corpo, alle ferite che certo non si può essere autoinflitto, ai mobili distrutti, alle tracce di pane & coca, la prova regina che dimostra come Marco sia stato costretto ad ingerire quella overdose che avrebbe ammazzato chiunque.

Perché il campione era diventato pericoloso e “non doveva” parlare. Sul doping nello sport e sulle scommesse di camorra, tanto per gradire.

Nonostante la mole di prove, la procura di Rimini le ha ritenute insufficienti per andare a processo. Tutto sotto la naftalina, e lo stesso ha fatto la Cassazione, archiviando il fascicolo.

Riuscirà la verità – che è sotto gli occhi di chiunque voglia vedere – a venire mai a galla?

 

In apertura e, qui sotto, la locandina del film.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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