40 anni fa sparivano nel nulla Graziella De Palo e Italo Toni, due giornalisti inghiottiti nei misteri del Libano.
Oggi i familiari dei due reporter italiani chiedono che venga eliminato il vergognoso segreto di stato che ancora viene mantenuto dalle nostre ‘istituzioni’. Mentre la procura di Roma ha riaperto le indagini, sulla base di alcune rivelazioni fornite da un testimone ‘top secret’.
Risalgono al 2 settembre 1980 gli ultimi contatti con Graziella e Toni, partiti per Beirut con l’intenzione di documentare la situazione politico militare nell’area e le condizioni di vita dei palestinesi.
Ma secondo altre fonti, intendevano raccogliere notizie ed elementi sulla strage della stazione di Bologna, avvenuta esattamente un mese prima. La “pista libanese”, come oggi rammenta il fratello di Graziella, Giancarlo De Palo, vale a dire traffici di armi tra Italia e Libano.
Un copione molto simile a quello di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ammazzati a Mogadiscio.
In entrambi i casi le inchieste giudiziarie non hanno portato a nulla.
Il caso di Ilaria e Miran ha visto verificarsi un clamoroso depistaggio di stato, e lo stesso è sicuramente successo per Graziella e Italo.
I primi due “dovevano morire” perché avevano alzato il velo su traffici di armi e di rifiuti tossici; i secondi due quanto meno “dovevano sparire” per ciò che avevano appreso sui traffici di armi.
La procura di Roma ora riapre il giallo della scomparsa, per via di una ‘nuova’ (dopo 40 anni) testimonianza di un soggetto la cui identità è coperta.
La Federazione nazionale della stampa si sta muovendo perché la pista venga seguita con scrupolo. E si batte con forza Ossigeno per l’Informazione, la sigla fondata e animata da Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, il cronista dell’Ora ammazzato dalla mafia.
Di seguito potete leggere la ricostruzione della vicenda di Graziella e Italo effettuata da Ossigeno.
40 ANNI DI SEGRETI E MISTERI SULLA SCOMPARSA DI ITALO TONI E GRAZIELLA DE PALO
La ricostruzione sul sito di Ossigeno “Cercavano la verità” – Riaperte le indagini – Nuove richieste dei familiari per rimuovere il segreto di stato
Quaranta anni fa, il 2 settembre 1980, a Beirut, i giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo lasciarono il loro albergo su una jeep del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) che aveva organizzato il loro viaggio in Libano. Da quel momento nessuno li ha più visti. Ancora oggi, a 40 anni di distanza, i familiari e gli inquirenti cercano di scoprire che fine hanno fatto. Questa storia di segreti e misteri è ricostruita sul sito “Cercavano la verità” di Ossigeno pe l’informazione (www.giornalistiuccisi.it).
Italo Toni, originario di Sassoferrato (Ancona) aveva 50 anni, Graziella De Palo, sua compagna di vita e di lavoro, aveva 24 ann. Erano andati in Libano per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico militare in quella zona. Secondo alcuni indagavano segretamente su un traffico di armi fra Italia e Libano.
Anche se i loro corpi non sono mai stati ritrovati, si pensa che siano stati uccisi perché avevano scoperto una verità che non si voleva fosse divulgata. Uccisi da chi? Come? Che cosa avevano scoperto? Su alcuni aspetti chiave della vicenda grava ancora oggi, inspiegabilmente, il segreto di stato. Un segreto che deve essere rimosso, chiedono da anni i familiari, che in questi giorni, con il sostegno della FNSI, stanno rivolgendo nuove sollecitazioni alle autorità.
Intanto a dicembre 2019, su pressione dei familiari, la Procura di Roma ha riaperto le indagini per sviluppare le dichiarazioni di un nuovo testimone (di cui non è stato pubblicato il nome) secondo il quale Graziella De Palo raccoglieva informazioni anche sulla Strage alla stazione di Bologna, compiuta esattamente un mese prima della sua scomparsa: secondo il fratello di Graziella, Giancarlo De Palo, la giornalista seguiva una “pista libanese”.
Nella foto Graziella De Palo e Italo Toni
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