Spunta una pista nel giallo Navalny, l’oppositore del governo russo ‘avvelenato’ e ora ricoverato in Germania. Un giallo che puzza lontano un miglio di taroccamento e di una clamorosa montatura per indurre Angela Merkel a rompere con Vladimir Putin, innescando nuove sanzioni e soprattutto ostacolando il maxi progetto del gasdotto.
La novità arriva da una intercettazione da novanta, della quale ha parlato il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, oggi sotto il fuoco dei media occidentali: che però si sono guardati bene dal riportare la ‘notiziona’ delle intercettazioni bollenti.
Si tratta di una conversazione intercorsa tra Berlino e Varsavia, in cui si parla dell’avvelenamento del blogger Alexei Navalny, una messinscena per delegittimare Putin.
Ecco le parole di Lukashenko: “Prima che Angela Merkel dichiarasse che qualcuno cercava di mettere a tacere Navalny, avevamo intercettato una conversazione, una chiacchierata tra Berlino e Varsavia. La nostra agenzia di intelligence elettronica militare ha intercettato la conversazione. Ne fornirò una trascrizione e la invieremo anche all’FSC (il servizio segreto russo, ndr). Questo dimostra che è una storia inventata, Navalny non è stato avvelenato”.
Il numero uno della Bielorussia ne ha parlato con il primo ministro russo Mikhail Mishustin. Ed ha aggiunto: “Lo scopo del complotto ordito tra Berlino e Varsavia è di scoraggiare Putin dal ficcare il naso negli affari bielorussi e di provare a destabilizzare la Russia”.
In apertura Alexei Navalny
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