CORSA AL VACCINO / IL CEFFONE DI PUTIN A BIG PHARMA

Piange Big Pharma.

In ginocchio le star americane a cominciare da Moderna, la super start up coccolata anche da Donald Trump.

Singhiozzano le creature nel cuore della Bill and Melinda Gates Foundation.

Lacrime amare per il colosso britannico AstraZeneca, fino a qualche giorno fa in pole position.

Prostrate le aziende cinesi che pensavano, dopo Wuhan, di vincere la corsa contro il tempo.

Non sa che pesci prendere l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Tutti beffati dal super laboratorio di stato russo che, quatto quatto, senza strombazzare cronoprogrammi e tabelle di marcia, ha surclassato le big occidentali e non solo, le maxi sigle dell’universo farmaceutico che in questi mesi hanno inghiottito miliardi di denari pubblici per brevettare il primo vaccino anti Covid.

E’ invece spuntato dal nulla Sputnik, che ha messo tutti in riga, dando una lezione di professionalità, serietà e rigore scientifico. Anche una lezione politica, quella impartita da Putin ai buffoni di tutto il globo, da Trump a Macròn.

Un sonoro ceffone a tutti quegli scienziati taroccati, a tutti i maghi di brevetti & provette, a tutti i soloni in camice bianco che danno lezioni ogni giorno senza rendersi minimamente conto della loro abissale ignoranza. “Somari”, come da anni tuona il gran maestro dei ciarlatani, Roberto Burioni: un insulto diretto a tutti quelli che non la pensano come lui.

E oggi fanno sorrisetti (di vergogna?), si dichiarano profondamente scettici, alzano il ditino per sollevare dubbi quegli stessi “scienziati” (sic) che non sanno neanche distinguere tra un raffreddore da fieno e una puntura di zanzara.

A quanto pare sono già partiti ordini per 1 miliardo di dosi del vaccino russo. Mentre l’irritato Trump annuncia 100 milioni per il suo vaccino a stelle e strisce, a quanto pare dalla sua prediletta Moderna. Guerre economiche in vista?

Intanto a casa nostra parte la singolar tenzone sull’obbligatorietà del vaccino. Parte a testa bassa Matteo Renzi, il pro Vax numero uno. Per lui tutti costretti al vaccino, così come vuole ad ogni costo il segretario Pd, Nicola Zingaretti, per il suo Lazio.

Lo stesso saggio Putin parla di “vaccino non obbligatorio”, anche se ha “convinto” la figlia a testarlo.

Una palese follia, non solo sotto il profilo scientifico e sanitario, ma anche costituzionale, l’obbligatorietà del vaccino. Figurarsi, poi, l’eventuale mix con quello influenzale, dagli imprevedibili effetti sulla salute di tutti i potenziali cittadini.

Possibile mai che si debba sempre e comunque – dall’alto delle ignoranze scientifiche – speculare sulla pelle di tutti gli italiani?

 

In apertura Vladimir Putin


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