“Tornerò”,  (versi e musica di Salvini)

Tra i più attenti all’aspetto iconografico delle presenze televisive di politici, c’è chi dice di aver ammirato con lieto stupore l’impegno di Salvini per la ripresa dell’economia italiana terremotata dal Covid. Sull’‘ampio’ torace e nella stanza degli armadi di casa Salvini, che custodisce magliette, felpe e altri indumenti per ogni stagione di cui vi diamo notizia qui di seguito, ci aspettiamo di vederne con le scritte Fiat, Barilla, Nutella, Lavazza. Questa la svolta propagandista del valpadano? Alcuni esempi di trasformismo alla Brachetti esibito su molte decine di indumenti indossati da nei tour dalle Alpi all’Etna per strappare qualche voto in più a malati di campanilismo: “Basta euro, Carabinieri, Esercito, Vigili del fuoco, Polizia, Prima il Nord, Indipendenza della Catalogna (in spagnolo), Ader (Indipendenza Veneto), Sono un populista, Salvini premier, Scudetto della nazionale di Calcio, Milan, Liberiamo la Campania, Stop invasione, A Maddaloni (dove l’hanno fischiato, ndr) lo sport educa il pianeta, Lega, Stop trivelle, No Tav, Pomarico saluta Salvini, Prima gli italiani, Terronia,” ma anche una collezione infinita di magliette con i nomi di città e luoghi dove ha tenuto comizi: New York (!), Milano, Roma, Napoli, Bologna, Cagliari, Gela, Viterbo, San Marco, Borgo Valsugana, Gela, Jesolo, Pinzolo, Finale Ligure, Gioia Tauro, Grosseto, Rimini, Lombardia, Veneto, Emilia, Sicilia, Salento, Marche, ovviamente Italia, eccetera, eccetera.

A torso e pancia prominente nudi, il Matteo appena spedito dal Senato al tribunale, dove sarà processato per sequestro aggravato di persona (reato passibile di condanna a 15 anni di reclusione e interdizione perpetua di cariche istituzionali) sguazza nelle acque del Papeete, di dove proclama: “L’anno prossimo tornerò qui da presidente del Consiglio se gli italiani (e soprattutto la magistratura, ndr) lo vorranno, per prendere per mano questa terra e questo Paese”. Esercitare il ganglio del cervello adibito all’immaginario non è peccato e neppure reato, dunque Salvini può continuare a sognare Palazzo Chigi. L’illusione gli serve per nascondere l’espressione di cane bastonato dal voto del Senato, un anno dopo la festosa esibizione nel Papeete di cubiste, ‘gente allegra il ciel l’aiuta’, galoppate su moto d’acqua della polizia e diffusione dell’inno di Mameli in versione balneare.

Benedetti cellulari. Quante vite in pericolo salvate in mare aperto, perché sepolte da valanghe di neve o semplicemente grazie al tempestivo soccorso di un’ambulanza…benedetti cellulari nella funzione appena indicata, ma…stramaledetti se esseri umani-disumani, anziché spegnere le fiamme che avvolgono una donna suicida, azionano la telecamera dello smartphone e indifferenti alla tragedia di una donna che si dà la morte, riprendono la tragedia in corso. I dettagli? Inutile racconto, perché distrarrebbero dalla sostanza di un ignobile degenerazione, che se definita ‘bestiale’, farebbe torto al mondo animale. Dov’è successo? In Italia, in una città del nord, ma poteva accadere al Sud, al centro, in America o in Cina, ovunque l’anima, il cuore delle persone osservano con insano distacco sofferenze e ingiustizie, dove la ‘camera’ del cellullare le ignora, impegnata nell’ossessione di selfie e nella cattura di futilità. Maledetti cellulari.


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