PONTE SAN GIORGIO / BATTESIMO “FESTEGGIATO” DAI KILLER-BENETTON

Ennesima figuraccia del governo Conte con la tragicommedia del ponte Morando, pardòn del nuovo ponte San Giorgio.

Per l’inaugurazione in pompa magna prevista per lunedì 3 agosto – alla faccia delle vittime di due anni fa – gli attori in prima fila saranno proprio gli autori del massacro, ossia i Benetton, a bordo del loro colosso Atlantia, che risulta ancora a tutti gli effetti il socio di larga maggioranza nella compagine azionaria di Autostrade.

Una vergogna, sostanziale e stavolta anche formale.

Non ci sarebbe voluto molto, tanto per dare un segno del “cambiamento”, a firmare in tempo gli atti che – a meno di ormai clamorose sorprese – dovrebbero portare alla progressiva esclusione dei Benetton da Autostrade. Una riduzione immediata all’11 per cento delle quote, per poi sparire man mano.

Un cronoprogramma stilato dal governo, dal quale ci si sarebbe atteso un minino di rispetto per le vittime: aprendo il nuovo ponte San Giorgio con la nuova Autostrade, ripulita dalla presenza dei Benetton, i quali dovrebbero invece pensare solo al processo penale che li attende per la tragedia.

Neanche questo. Mentre continuano le promesse. Slitta in direzione di ferragosto la firma del memorandum con la Cassa Depositi e Prestiti, che dovrà diventare il socio di maggioranza in Autostrade.

Al ministero dei Trasporti fervono (figuriamoci!) i lavori per dare una limatina finale al protocollo aggiuntivo da allegare alla nuova Convenzione, su cui dovrà dare il suo ok anche l’Avvocatura di Stato. Non basta, perché anche l’Authority dei Trasporti è chiamata a dare il suo parere.

La solita mortale trafila burocratica che da anni ammazza il Paese, oltra ai cittadini fatti fuori direttamente sotto tonnellate di asfalto killer di chi ancora se la ride.

Nel bel mezzo della calura ferragostano si terranno i consigli d’amministrazione dei protagonisti della nuova sceneggiata, Atlantia, ASPI e CDP. Il “programma” di governo prevede subito per Autostrade il consistente aumento di capitale riservato a CPD, quindi la vendita del 22 per cento di ASPI ad investitori “graditi” alla stessa CDP, per passare quindi alla quotazione in Borsa. Sulla carta i Benetton potranno mantenere un 11 per cento, che sono liberi di cedere sul mercato.

Sorge spontaneo l’interrogativo: come mai mantenere quella finestra dell’11 per cento – sempre “pericolosa” – per i re dei pullover, che hanno sulla coscienza quelle vittime innocenti?

Per la serie: chi mai si terrebbe un coinquilino con quel macigno in casa?


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