SIGONELLA / IN ARRIVO I SUPER DRONI DELLA NATO

Forte traffico aereo nei cieli torridi di Sigonella.

Il 25 luglio, infatti, è atterrato il quarto drone della “Alliance Ground Surveillance”; mentre l’arrivo del quinto è previsto tra un mese, a fine agosto. Ed il dream team griffato Nato verrà completato nel corso del 2022, drone dopo drone.

Gonfia il petto il comandante in capo della Nato AGS Force, Houston Cantwell: “L’arrivo del quarto velivolo costituisce un ulteriore passo per la Forza alleata di sorveglianza terrestre. A due settimane dall’atterraggio nella base aerea di Sigonella del terzo drone RQ.4D, la flotta aerea di velivoli a pilotaggio remoto è così più vicina al suo completamento. La Nato AGS Force prosegue nel suo sforzo per diventare il fornitore chiave in ambito regionale delle informazioni di pronto allarme ai membri dell’Alleanza Atlantica”.

Commenta il blogger antimilitarista Antonio Mazzeo: “Il 4 giugno 2020 il nuovo drone della Nato aveva avuto il suo battesimo operativo nel Mediterraneo centrale e in nord Africa con un volo di ricognizione e intelligence decollato da Sigonella e conclusosi dopo nove ore circa. Durante la missione, i sensori del velivolo Phoenix hanno raccolto immagini e informazioni su obiettivi in movimento che sono state trasferite al Centro di Supporto Operativo della task force AGS di Sigonella, dove sono state processate e poi trasferite agli alleati”.

Dotati della piattaforma radar MP-RTIP con sofisticati sensori termici per il monitoraggio e il tracciamento di oggetti fissi e in movimento, i droni AGS possono volare ininterrottamente per oltre 22 ore, fino a 18 mila metri di altezza e ad una velocità di 575 chilometri orari. I dati rilevati e analizzati a Sigonella sono quindi trasmessi, grazie ad una rete criptata, al Comando JISR-Joint Intelligence, Surveillance and Reconnaisance della Nato, con sedi a Bruxelles, Mons e The Hague.

Da oltre 16 mila chilometri il raggio d’azione dei velivoli senza pilota, in modo tale da consentire l’operatività in un’area geografica che comprende l’intero continente africano e il Medioriente, l’Europa orientale fino al cuore della Russia.

Sottolinea Mazzeo: “Grazie alle informazioni raccolte e decodificate dall’AGS, la Nato è in grado di ampliare lo spettro delle sue attività nei campi di battaglia e di rafforzare la capacità di individuazione degli obiettivi da colpire con gli strike aerei e missilistici”.

Intanto il 4 maggio è stato pubblicato il bando per individuare la società cui saranno affidati i servizi di manutenzione e di supporto dei droni AGS. Alla gara sono state invitate 19 aziende con sede in Italia.

Il costo totale del programma è calcolato in 1,7 miliardi di dollari. A contribuire sotto il profilo finanziario provvedono 15 paesi membri della Nato: Italia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia e Stati Uniti.


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