Mai fatto accordi sottobanco con Sua Sanità Francesco De Lorenzo. Mai fatto intrallazzi con l’ex Re Mida del ministero Duilio Poggiolini. Niente di niente.
Si dichiara candido come un giglio il capogruppo del PD al Senato, Andrea Marcucci, azionista del colosso nel ricco settore degli emoderivati, Kedrion, società che si è appena autocandidata – nel corso di un’audizione proprio al Senato – alla gestione del maxi affare del “plasma iperimmune”, per bocca del fratello Paolo Marcucci, altrettanto autoinvitatosi alla strategica audizione.
Quando i conflitti d’interesse sono giganteschi come grattacieli.
ANDREA MARCUCCI, SANTO SUBITO
L’autoproclamazione – l’ennesima – a santo viene effettuata nel testo di una querela firmata da Andrea, Paolo e Marilina Marcucci contro la Voce, colpevole di aver pubblicato quattro articoli tra febbraio e maggio 2020, uno dei quali riguarda proprio la vicenda del “plasma iperimmune”.
Articoli e inchieste peraltro spariti, oscurati, volatilizzati come abbiamo dettagliato nel pezzo di ieri.
Molti ci hanno chiesto, via email, ulteriori spiegazioni. Per questo motivo alleghiamo a questo articolo anche la denuncia presentata il 6 luglio dalla Voce al commissariato di polizia di Pianura-Napoli, affinchè vengano individuati i responsabili di un simile hackeraggio; e sia accertato cosa possa essere successo perchè quanto scritto dalla Voce sul gruppo Marcucci scomparisse improvvisamente dal nostro sito. Miracoli degni di San Gennaro o che?
Torniamo al tema base, con il quale abbiamo chiuso ieri: ossia i rapporti bollenti che sono intercorsi tra la dinasty dei Marcucci e un’altra dinasty che ha dominato la scena politica campana e nazionale negli anni ’80, inizio ’90: quella dei De Lorenzo.
Non basta. Perché il terzo anello della catena è rappresentato dall’ex Re Mida della sanità, Duilio Poggiolini, a lungo strategico Direttore Generale al ministero, l’uomo che nascondeva centinaia di milioni di lire nei puff del salotto.
Ecco cosa scrivono i legali di casa Marcucci, Carlo Cacciapuoti e Carla Manduchi, nella loro querela contro la Voce, rea di lese maestà.
“Andrea Marcucci sarebbe inoltre ‘colpevole’ di essersi candidato nel PLI all’epoca di De Lorenzo. Motivo utilizzato dal giornalista per creare allusioni e collegamenti fuor d’ordine, sottolineando che Direttore Generale del Ministero all’epoca di De Lorenzo fosse il ‘Re Mida’ Poggiolini, e quindi per consacrare chissà quali intrallazzi: ci sfugge del tutto il nesso che collegherebbe l’incolpevole Senatore con Poggiolini, inquisito ed assolto nei processi, e De Lorenzo, neppure inquisito per tali vicende”.
Ancora. Andrea Marcucci “è anche colpevole di ‘essere socio’ delle aziende di famiglia, e per ciò solo complice del turpe traffico internazionale di plasma che avrebbe provocato la strage di migliaia di persone!”.
E poi la ciliegina sulla torta: “Nulla di più diffamatorio per un politico, attualmente capogruppo al Senato, come l’asserire poi che la sua candidatura politica, nel 1991, fosse a consacrazione di un presunto turpe accordo tra il padre e il Ministro della Sanità, alla base della strage del sangue infetto italiano (il tutto escluso da ben tre sentenze passate in giudicato e da un’ordinanza di archiviazione)”.
Raramente è capito di imbatterci – nello spazio di poche righe – in un tale coacervo di idiozie, falsità e strampalerie. Da vero guinness dei primati.
C’ERA UNA VOLTA “SUA SANITA’”
I legami politici e d’affari tra i Marcucci e i De Lorenzo sono stati al centro del libro “Sua Sanità – Viaggio nella De Lorenzo Spa, un’azienda che scoppia di salute”, coedito dalla Voce con la Publiprint di Trento a febbraio 1993. Quella stessa Publiprint con la quale aveva stampato i suoi primi volumi il giudice antimafia Carlo Palermo, che sarà poi uno dei primi a puntare in Italia i riflettori sui traffici di sangue infetto.
Resta in vetta alle classifiche delle vendite in libreria per svariate settimane, “Sua Sanità”, in cui già all’epoca scrivevamo fatti e circostanze che “solo oggi” – qualche decennio dopo – i Marcucci contestano.
Come mai un simile ritardo?
Eppure, già allora, quei fatti erano messi nero su bianco. E conosciuti in mezza Italia.
A cominciare da quel ministro della Sanità che, come abbiamo rammentato ieri, fece addirittura rubare le bozze del libro!
Fatti come i traffici di sangue con il Congo Belga, del resto dettagliati in un articolo della Voce addirittura del 1977, quindi la bellezza di 43 anni fa.
Ecco cose si legge in Sua Sanità. “Da dove arriva il sangue? Dai paesi del terzo mondo, Africa in prima fila: nell’ex Congo belga Marcucci (il patriarca Guelfo, ndr) aveva impiantato un mega centro di raccolta dove, con una tecnica assai sofisticata, veniva prelevata agli ignari donatori una quantità tripla di plasma sanguigno, reimmettendo poi in circolo i globuli rossi diluiti in apposita soluzione fisiologica”.
Sono trascorsi anni e anni, ma la story ci riporta ai giorni nostri, alla vicenda del plasma iperimmune al centro di una grossa inchiesta delle “Iene”, dove sono stati intervistati altrettanto ignari donatori guariti dal Covid-19 e inconsapevoli che il loro sangue può essere al centro del business griffato Kedrion-Marcucci!
Ma passiamo alla “polpa” politica già all’epoca contenuta in “Sua Sanità”, uscito – rammentiamolo – a febbraio 1993.
CON LA MAGLIETTA DEL PLI TARGATO DE LORENZO
Ecco cosa scrivevano gli autori Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola, direttore e condirettore della Voce: “Degli ottimi numeri li ha raggranellati, sul fronte delle preferenze, il più giovane onorevole italiano eletto alle ultime politiche del 5 aprile 1992, Andrea, figlio del padre-padrone Guelfo. Sotto il vessillo tricolore di Altissimo & C, naturalmente. E l’amico De Lorenzo, non a caso, si è presentato nel collegio di Firenze: ‘si sono dati un buon aiuto scambievole – raccontano in ambienti politici fiorentini – i Marcucci hanno appoggiato De Lorenzo, il ministro ha sponsorizzato il giovane rampollo’. Missione compiuta, con reciproca gran soddisfazione. E non basta a turbarla un fresco avviso di garanzia recapitato ad Andrea Marcucci per abusi edilizi che sarebbero stati compiuti nella tenuta di famiglia, il Ciocco”.
Scrivevamo poi: “Il legame, comunque, è di vecchia data. Anche con Renato De Lorenzo (fratello di Francesco, ndr) che ha fatto capolino nello staff di vertice di Sclavo, la perla farmaceutica dell’impero Marcucci, 40 miliardi di capitale, quartier generale a Siena e diramazioni operative un po’ in tutta la penisola”.
Nelle pagine seguenti veniva dettagliato tutto l’arcipelago societario, già allora foltissimo, composto da una serie di sigle che poi finiranno dritte nell’inchiesta e nei processi per il sangue infetto. I cui dirigenti e funzionari, dopo vent’anni di aule giudiziarie da Trento a Napoli passando per Roma, usciranno nel 2019 come gigli candidi, al pari di Poggiolini, alla fine del processo partenopeo: perché “il fatto non sussiste”.
Già in “Sua Sanità”, dunque, c’erano prove documentali, incontestabili, circa i rapporti politici e d’affari tra i Marcucci e i De Lorenzo.
Oggi negati senza pudore dai legali dei “Signori del Sangue”.
Altrettanto ai confini della realtà è un’altra negazione dell’evidenza. Ossia i rapporti, altrettanto d’affari, a botte di milioni di vecchie lire, intercorsi tra i Marcucci e Poggiolini.
Tanto perché la triangolazione si chiuda.
Ecco, anche stavolta, i fatti. Incontestabili.
QUEL “CADEAU” DA 280 MILIONI DI LIRE PER UNA “CONSULENZA”
Va premesso che nel frattempo Sua Sanità De Lorenzo e Re Mida Poggiolini finiscono sotto inchiesta e poi sotto processo per la famigerata “Farmatruffa”. Con una pesante condanna penale e amministrativa sul groppone. De Lorenzo andrà ai “servizi sociali” presso la comunità dell’amico don Gelmini. De Lorenzo e Poggiolini, poi, vengono condannati a risarcire lo Stato italiano – del quale hanno pesantemente leso l’immagine – con 5 miliardi di lire a testa.
Veniamo al cadeau inviato dai Marcucci a Poggiolini.
Da non poco: 280 milioni di vecchie lire, recapitate da un funzionario del gruppo Marcucci (delle “vecchie” sigle, non della corazzata Kedrion, nata solo nel 2000) al Re Mida. E spacciato per una consulenza: di tutta evidenza un po’ cara, solo alcuni consigli per destreggiarsi meglio nei meandri della burocrazia ministeriale, che Poggiolini – è il caso di dire – conosceva come le sue tasche.
Ma da qui a sborsare, per l’interpretazione di codici, norme & regolamenti, la bella somma di 280 milioni di lire, ce ne corre un po’!
La Voce ha raccontato il fatto. I Marcucci se ne dolgono, e tirano in ballo un’assoluzione della Corte d’Appello di Napoli che escluderebbe la corruzione.
Ma il dato storico resta, pesante come un macigno. E la vicenda è del tutto incontestabile.
Esiste addirittura un verbale di interrogatorio, reso da Poggiolini – metà anni ’90 – ai carabinieri. In esso Poggiolini ammette le circostanze e descrive il tipo di ‘consulenza’. Nonché le modalità di versamento del generoso regalo dei Marcucci.
Chiamale, se vuoi, “donazioni”: anche se il periodo non era natalizio.
In basso, potete leggere il testo del verbale di interrogatorio.
Alla resa dei conti. Con quale faccia – se non una profondamente immersa nel bronzo – possono i Marcucci smentire questi fatti, questi documenti, queste storie?
Come se ne possono uscire con quelle farneticanti espressioni che abbiamo citato all’inizio?
Hanno scritto di “fatti turpi” che la Voce avrebbe falsamente attribuito ai “Signori del Sangue”.
Non li abbiamo mai definiti in quel modo. Ma ora, a pensarci bene…
QUI SOTTO LA DENUNCIA PRESENTATA DALLA VOCE PER LA SPARIZIONE DEGLI ARTICOLI DAL SITO.
IL DOCUMENTO CON LE TRE PAGINE DEL VERBALE D’INTERROGATORIO DI POGGIOLINI DEL 1985
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Un commento su “GRUPPO MARCUCCI / POLITICA & AFFARI CON SUA SANITA’ DE LORENZO E RE MIDA POGGIOLINI”