In via d’Amelio, quella maledetta mattina, Paolo Borsellino s’è autobombato.
E’ questa ormai la pista da battere per risolvere il giallo della strage dei misteri.
La sostanza del fresco provvedimento di richiesta d’archiviazione varato dalla procura di Messina, infatti, non porta altro che a questo. Demolendo quel gigantesco Depistaggio di Stato di cui s’è discusso per due anni, protagonisti i pm che per primi si sono occupati della strage di via D’Amelio, ossia Anna Maria Palma e Carmelo Petralia.
I POLIZIOTTI AGISCONO ALL’INSAPUTA DEI MAGISTRATI
Innocenti come gigli candidi, i due pm. Del tutto estranei al maxi taroccamento del pentito Salvatore Scarantino, le cui dichiarazioni sono servite a sbattere in galera per quindici anni undici persone che – pur mafiose – non c’entravano niente con quella strage.
Spetta adesso al gip del tribunale di Messina decidere se accogliere quella richiesta o se proseguire nelle indagini, nate in seguito alla trasmissione dei fascicoli di indagine da un’altra procura siciliana, quella di Caltanissetta.
E a Caltanissetta è invece in corso il processo a carico di tre poliziotti (Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei) accusati del taroccamento di Scarantino, coordinati dall’ex questore di Palermo, Arnaldo La Barbera: il quale oggi non può essere processato né rispondere di quelle accuse perché già 15 anni fa è passato a miglior vita.
Resta in piedi un interrogativo grande come le Torri Gemelle. A questo punto, hanno agito di loro spontanea volontà i tre agenti kamikaze, visto che nessun magistrato – né Palma, né Petralia né alcun altro – ha mai ordinato quella sporca Operazione?
Scarantino è stato però “trattato” da quei magistrati: non si sa in quale modo, né alcuna inchiesta l’ho ha mai accertato né, a questo punto, forse mai lo accerterà.
Visto il muro di gomma alzato dalla fresca richiesta di archiviazione avanzata dai pm della procura di Messina, guidata da Maurizio de Lucia.
A meno che, appunto, non ci si trovi di fronte ad un gip ficcanaso, che vuol vederci chiaro, a tanti anni di distanza, in quella strage “di Stato”. Saprà mai, il gip, rinverdire il filone altrimenti morente del “più grande depistaggio della nostra storia”?
E a questo punto sorge un altro interrogativo: cosa succederà a Caltanissetta, con i tre poliziotti sotto processo, rimasti con il classico “fiammifero” acceso tra le mani?
Sono disposti a bruciarsi per la ragion di Stato? O finalmente tireranno fuori la verità su quel depistaggio che più vergognoso non si può? Primo gradino per accertare i veri mandanti – sempre a volto coperto – e gli esecutori di quella orrenda strage.
Sarà molto interessante conoscere le motivazioni che, comunque, hanno portato i pm messinesi a chiedere l’archiviazione. Soprattutto per capire come spiegano il super mistero del pentito Scarantino.
A quanto pare, infatti, “il pool coordinato dal procuratore capo Maurizio de Lucia ha riascoltato il falso pentito Scarantino e ripercorso tutti i passaggi di questa drammatica vicenda – scrive Salvo Palazzolo per Repubblica – che ha tenuto lontana la verità per tanti, troppi anni, fino a quando nel 2008 il pentito Gaspare Spatuzza ha fatto riaprire il caso: era stato lui, e non Scarantino, a rubare la Fiat 126 poi trasformata in autobomba. E undici condannati sono stati scagionati”.
SCARANTINO SI E’ AUTO TAROCCATO?
Sorgono spontanei una serie di interrogativi.
Si è auto taroccato Scarantino?
Come si spiega la prima versione “accusatoria” e poi la clamorosa ritrattazione in cui ha fatto nomi e cognomi dei suoi taroccatori?
E adesso la terza versione fornita ai pm della procura di Messina? Quale delle tre verità?
Sarà particolarmente istruttivo conoscere lo Scarantino 3, ossia l’ultima versione. Chi avrà mai incolpato del suo taroccamento? Del copione che gli è stato fatto imparare a memoria? Delle battute imbeccate? Delle note a margine sui verbali, come fa un insegnante con l’alunno?
E’ stato il fantasma di La Barbera? Sono stati i tre poliziotti oggi sotto processo a Caltanissetta, e cosa racconteranno adesso i tre?
Come mai i media hanno dimenticato, eclissato, cancellato totalmente la sporca story dei vari processi Borsellino e anche la fresca richiesta di archiviazione?
Dal Corriere e dalla Repubblica neanche un rigo.
I politici, al solito, dormono e nel migliore dei casi chiudono gli occhi, come si vede anche nel caso di Magistratopoli.
Possibile un silenzio così assordante, muri di gomma così impenetrabili?
In basso, potete leggere le due ultime inchieste della Voce, dedicate alle verbalizzazioni di Palma e Petralia davanti al tribunale di Caltanissetta.
CARMELO PETRALIA / LA “SCENEGGIATA” AL PROCESSO PER DEPISTAGGIO SULLA STRAGE DI VIA D’AMELIO
23 Gennaio 2020
ANNAMARIA PALMA / IL MISTERO DELL’AGENDA ROSSA AL PROCESSO PER IL DEPISTAGGIO
14 Dicembre 2019
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3 pensieri riguardo “DEPISTAGGIO BORSELLINO / CHIESTA L’ARCHIVIAZIONE PER ANNA MARIA PALMA E CARMELO PETRALIA”