LAV IN CAMPO CONTRO LA RIPRESA DEI TEST SUI MACACHI

MACACHI TORINO: PER IL TAR LAZIO POSSONO RIPRENDERE GLI ESPERIMENTI SUGLI ANIMALI DEL PROGETTO LIGHT-UP DELLE UNIVERSITÀ DI TORINO E DI PARMA, FERMI DA 4 MESI. DUE ANIMALI SOSTITUITI INVECE DI ESSERE SALVATI.

LAV: NON CI FERMIAMO E RICORREREMO AL CONSIGLIO DI STATO, CHE GIÀ A GENNAIO AVEVA DISPOSTO LA SOSPENSIONE DEI TEST, RICONOSCENDO LE RAGIONI DEGLI ANIMALISTI.

PIU’ DI 433.000 PERSONE HANNO GIA’ FIRMATO LA PETIZIONE #CIVEDIAMOLIBERI www.change.org/p/roberto-speranza-salviamo-i-macachi-di-torino

 

Per il TAR del Lazio gli esperimenti sul cervello dei macachi, previsti dal Progetto Light-Up delle Università di Torino e Parma, possono riprendere, dopo lo stop di quattro mesi conseguente la sospensione decisa lo scorso gennaio dal Consiglio di Stato, che aveva ritenuto prevalente l’interesse della LAV alla tutela degli animali (https://www.lav.it/news/vittoria-lav-cds-macachi-to). Lo ha deciso durante l’udienza di merito, svoltasi a porte chiuse il 19 maggio il cui esito è stato reso noto oggi.

 

“Si tratta di una battuta d’arresto che certo non ferma la nostra battaglia che sapevamo essere lunga e molto difficileafferma LAV –  ricorreremo al Consiglio di Stato, che speriamo si pronunci al più presto, accogliendo le nostre fondate ragioni giuridiche e scientifiche, come già evidenziato quando abbiamo ottenuto la sospensione del progetto”.

 

Il Consiglio di Stato, infatti, già a gennaio aveva dato ragione alla LAV e ai consulenti scientifici dell’associazione OSA, ribaltando la sentenza del TAR del dicembre 2019 e ordinando la sospensione del terribile esperimento che fino a oggi è stato fermo; la Direzione Generale del Ministero della Salute, secondo il Grado Supremo della Giustizia Amministrativa, non era infatti riuscita a provare  l’impossibilità di trovare alternative a una sperimentazione considerata invasiva sugli animali.

 

Anche se l’udienza si è svolta senza discussione, nel corso di queste ultime fasi processuali sono comunque emerse altre realtà scioccanti, che confermano come quanto abbiamo denunciato sia solo la punta dell’iceberg.

Persino la controparte ha depositato dei pareri a propria difesa che lasciano intuire la debolezza dell’autorizzazione e dell’intero progetto, sia dal punto di vista dell’utilità per l’uomo che dello svolgimento: dalle dimensioni delle gabbie, agli arricchimenti, alle schede relative ai trattamenti farmacologici subiti dagli animali, senza considerare i due animali rimandati indietro e sostituiti come fossero oggetti mesi dopo l’inizio del progetto!

 

“Senza risparmiare illazioni di ogni tipo, infine, considerata la nostra  offerta di prendere in cura gli animali che hanno rimandato indietro, sottolineando come potessero, e dovessero, essere liberati in un centro apposito per fauna esotica (cosa prevista oltretutto per Legge),prosegue LAV sono arrivati ad accusare il CRASE di Semproniano di non essere il posto adatto, dimenticando che proprio pochi mesi fa, addirittura l’Istituto Superiore di Sanità ha portato lì proprio 9 macachi provenienti dai suoi laboratori”.

 

Ci aspettano altri mesi di duro lavoro, legale e scientifico, in attesa dell’udienza al Consiglio di Stato, ma possiamo contare sul sostegno dei cittadini: sono più di 432 mila quelli che hanno già firmato  la petizione #civediamoliberi https://www.lav.it/campagne/ci-vediamo-liberi che chiede al Ministro della Salute Speranza la revoca dell’autorizzazione al progetto: “perché gli italiani sono sempre più consapevoli di quanto lo sfruttamento degli animali e dell’ambiente siano alla base della drammatica emergenza sanitaria, e sociale, che stiamo affrontando a causa del Covid-19″.


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