Coronavirus, scoppia il caso di maxi “tentata corruzione” alla Casa Bianca che ha coinvolto il numero uno di una grossa società biofarmaceutica tedesca, l’italo americano Dan Menichella, fino a pochi giorni fa CEO di CureVac.
La notizia è stata praticamente oscurata dai media di casa nostra, impegnati nel produrre valanghe di fake news tanto per allarmare meglio i cittadini.
Si è parlato appena di un tentativo di Donald Trump & C. per assicurarsi il controllo su CureVac, ma niente più.
Dell’affaire è trapelato qualcosa nel corso della videoconferenza stampa tenuta dal presidente della Commissione Europea, Ursula von der Layen.
COME TI COMPRO IL CEO
Ecco cosa scrive l’Adn Kronos. “La compagnia del Baden-Wuerttemberg, che ha anche una sede a Boston, ha subìto un brusco cambio di Ceo l’11 marzo scorso, quando il cittadino Usa Dan Menichella è stato silurato. A sostituirlo è stato il fondatore Ingmar Hoerr, che è tedesco. Menichella, a quanto hanno riferito media tedeschi poi ripresi dalla stampa internazionale, avrebbe partecipato all’inizio di marzo (il 2 marzo, ndr) ad un meeting alla Casa Bianca, durante il quale l’Amministrazione Usa avrebbe offerto ingenti somme alla società per avere l’esclusiva sui risultati del lavoro della compagnia sul vaccino per Covid 19”.
Viene poi aggiunto: “La presidente della Commissione europea ha promesso un sostegno a CureVac sotto forma di garanzie Ue ad un prestito della BEI da 80 milioni di euro, nel quadro dello strumento di Horizon 2020 InnovFin Infectious Disease Finance Facility”.
A diffondere per primo la notizia in Germania è stato il quotidiano Welt am Sonntag. A seguire, poi, Reuters, CNBC e South China Morning Post hanno riferito che il ministro tedesco della sanità ha confermato la notizia diffusa da Welt am Sonntag.
Dalla società biofarmaceutica tedesca sono arrivate rituali smentite: “vogliamo sviluppare un vaccino per tutto il mondo e non per i singoli paesi”. E sulla “trattativa” con l’entourage trumpiano sostengono: “CureVac non ha ricevuto un’offerta dal governo degli Stati Uniti o da entità correlate prima, durante o dopo la riunione della Task Force alla Casa Bianca il 2 marzo. CureVac respinge tutte le accuse della stampa”.
Tanto rumore (all’estero, beninteso; da noi il silenzio, tranne la nota dell’Adn Kronos) per nulla?
DENTRO LO SCRIGNO DI CUREVAC
Per capire meglio l’affaire, conviene dare uno sguardo più ravvicinato a CureVac, tra soci & legami eccellenti.
La società nasce esattamente venti anni fa, nel 2000, con sede a Tubinga, in Germania, ed una cinquantina di dipendenti, man mano cresciuti a 240, nel 2015, e 375 nel 2018.
Il campo base di ricerca riguarda lo sviluppo dei vaccini anti malattie infettive e farmaci per il trattamento del cancro e delle malattie rare. Le terapie studiate riguardano l’RNA “messaggero”, meglio conosciuto dagli esperti come mRNA.
Dettaglia Adn Kronos: si tratta di “uno spin-off dell’Università di Tubinga. E’ all’avanguardia nelle terapie mRna (Messenger Rna). In pipeline ha terapie mRna oncologiche, per le malattie rare e diverse malattie infettive, tra cui l’influenza e la rabbia, a diversi stadi di sviluppo”.
Ecco alcune tappe nell’inarrestabile ascesa di CureVac nella caccia mondiale ai virus.
Nel 2013 la società avvia una collaborazione operativa con il colosso dei vaccini Johnson & Johnson, super star di Big Pharma, per sviluppare vaccini antinfluenzali.
La partnership, in particolare, viene portata avanti con la sigla Jansenn Pharmaceutical Inc., uno dei satelliti nella galassia griffata Johnson & Johnson.
Nel 2014 CureVac vince un premio da 2 milioni di euro assegnato dalla Commissione Ue per promuovere nuove tecnologie di vaccinazione che sulla carta possono aiutare i paesi in via di sviluppo, al fine di produrre una nuova generazione di vaccini che non hanno bisogno di processi di refrigerazione.
Nel corso dello stesso anno, CureVac stringe i rapporti con un’altra star nel mondo dei vaccini a livello mondiale, la francese Sanofi-Pasteur, il cui nome è rimbalzato settimane fa per la pole position nella produzione del vaccino anti Coronavirus.
Al centro dell’accordo di licenza siglato in esclusiva, c’è lo sviluppo e la commercializzazione di un vaccino profilattico a base di mRNA.
E sempre intorno all’mRNA si sviluppa l’intesa successiva, sottoscritta con Boehringer e firmata, anche stavolta, sotto forma di “concessione di licenza per i diritti globali”.
Complesso il tema della ricerca: si è trattato di studiare l’uso combinato di mRNA in associazione con afatinib nel carcinoma polmonare.
ATTENTI A QUEI DUE
Passiamo alla primavera del 2015, quando entra in scena il colosso dei colossi, ovvero la Bill & Melinda Gates Foundation, il cui ruolo sul fronte dei vaccini è stato dettagliato in un’inchiesta della Voce del 30 gennaio scorso che potete leggere linkando in basso.
Da tener presente un fatto non secondario. Nei giorni scorsi Bill Gates ha rilasciato dichiarazioni all’insegna del catastrofismo: il Coronavirus farà almeno 1 milione di morti. Concetto, del resto, già espresso cinque anni fa nel corso di una convention organizzata da Microsoft (dal cui board proprio lui, il Capo, si è appena dimesso) nel 2015: “Se qualcosa ucciderà nei prossimi anni milioni di persone sarà un virus, non una guerra”.
Oggi la Fondazione sta finanziando, a Seattle, un progetto per distribuire nel mondo kit per testare la possibilità di contagio.
Ma torniamo a CureVac. La Fondazione dei due miliardari a stelle e strisce è tra i principali “investitori” di CureVac: ha infatti concordato la concessione di lauti finanziamenti per svariati progetti di sviluppo di vaccini profilattici basati sulla piattaforma proprietaria di mRNA di CureVac.
Nell’autunno dello stesso anno parte l’ennesima collaborazione: stavolta è con l’International Vaccine Initiative per accelerare lo sviluppo di vaccini anti Aids, facendo ricorso ad immunogeni prodotti da IAVI and partner, forniti attraverso la tecnologia mRNA di CureVac.
A fine anno viene inaugurata la sede di Boston, nel Massachusetts.
Nel 2016, poi, viene stipulato un altro accordo da novanta con il colosso statunitense Eli Lilly and Company, sede ad Indianapolis: prevede per la realizzazione di un maxi stabilimento di produzione.
LEGGI
CORONAVIRUS II°/ IL LABORATORIO SEGRETO DI WUHAN – I MEGA BUSINESS AMERICANI
30 Gennaio 2020 di Andrea Cinquegrani
Scopri di più da La voce Delle Voci
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.