STADIO DI ROMA / LA SCENEGGIATA PARNASI-VITEK PER LA REGIA DI UNICREDIT

Svolta nella sceneggiata per la realizzazione dello stadio della Roma a Tor di Valle.

Per il 15 febbraio è atteso il “closing” dell’operazione che prevede il passaggio dei terreni di proprietà dell’Eurnova che fa capo a Luca Parnasi & C. al big dei mattonari cechi, Radovan Vitek.

Intanto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, non vede l’ora che la trattativa si concluda per mettere mano al progetto che sa di speculazione lontano un miglio. Ottimo e abbondante, comunque, tanto per gettare fumo negli occhi dei romani, alle prese con i quotidiani problemi di mala-amministrazione, che vanno dai rifiuti alle buche nelle strade fino agli sgarrupati trasporti.

Vediamo più da vicino i tasselli del puzzle.

 

IL CLOSING DEL 15 FEBBRAIO

Virginia Raggi. In apertura Radovan Vitek e a destra Luca Parnasi

Scrive un sito dei tifosi giallorossi. “Le parti hanno deciso di fissare la data del closing, con tanto di annuncio pubblico, per sabato 15 febbraio. Una boccata d’ossigeno un po’ per tutti. Ovviamente per Luca Parnasi, che così si potrà liberare di società ormai prive di valore reale e cariche di debiti (Parsitalia in primis), o di realtà divenute per lui scomode, come la Eurnova promotrice del progetto Tor di Valle. Buona notizia anche per Unicredit, che finalmente ha trovato qualcuno (il ceco, ndr) pronto a farsi carico dell’esposizione dei Parnasi, superiore ai 500 milioni di euro”. 600 milioni, per la precisione, cumulati in anni di gestione griffata Luca Parnasi che più allegra non si può (per inciso, Unicredit ha appena annunciato tagli del personale da lacrime e sangue, 6.000 esuberi, e la chiusura di 450 filiali…).

Come potrà emergere nel corso del maxi processo ormai ai nastri di partenza sul maxi affaire di Tor di Valle: ben quattro filoni d’inchiesta ed alla sbarra la crema mattonara de Roma, nonché vertici politici e amministrativi del Campidoglio, che hanno cercato di favorire l’operazione e/o chiuso tutti e due gli occhi.

Cosa manca ancora per la fatidica data del 15 febbraio? La cosiddetta “asseverazione”: vale a dire, a proposito di un atto di compravendita, una “dichiarazione, certificazione, nei modi previsti dalla legge, con cui ci si fa garanti della veridicità di quanto asserito nel testo, ad esempio una perizia legale, della correttezza della traduzione di un documento o della conformità di un progetto edilizio, urbanistico etc., alle norme vigenti in materia”.

 

QUEL BARISTA TUTTO D’ORO

Ma chi è mai il misterioso Vitek? Ecco come lo descrive il sito Blitz: “E’ proprietario dell’impero immobiliare CPI Property Group, ma i suoi inizi lavorativi in Italia sono stati decisamente più umili. Nel 1990, dopo la caduta del regime comunista a Praga, si è trovato a lavorare in Italia come barista”.

Un barista-immobiliarista? Quale buona stella avrà mai baciato il fortunato Radovan Vitek all’ombra del Cupolone?

Mumble mumble.

Petr Kellner

Così continua – credendo alla favoletta che sa tanto di Biancaneve e i sette nani – Blitz. “Con i soldi guadagnati nel nostro Paese è tornato in patria per avviare la sua carriera imprenditoriale nel settore immobiliare. Già nel 2015 il suo patrimonio personale era notevole visto che è riuscito ad acquistare la villa di Ringo Starr nella contea inglese del Surrey per 20 milioni di euro”.

Raggranellati certo con le mance del bar.

Ricostruisce poi un altro sito, il romanista.eu. “Vitek è quello che ha comprato da Unicredit, nel 2011, per 890 milioni di corone, circa 35 milioni di euro, il prestigioso palazzo sulla Na Prokope di Praga, l’immobile in stile neorinascimentale dove aveva la sede centrale Zivnostenska banka, l’istituto predecessore di Unicredit bank nella Repubblica ceca (comprato da Unicredit nel 2003) e che poi Vitek ha venduto ad una compagnia cinese”.

Altri rapporti – in quel periodo – tra Vitek e Unicredit attraverso una società nel settore, nientemeno, che delle scommesse, SAZKA, attraverso la quale sono transitati 12 milioni di euro. Nel business è entrato anche l’uomo all’epoca più ricco (o meglio, più “liquido”) della repubblica ceca, Petr Kellner, a bordo della sua PPF.

Non è finita, perché nel 2015 la CPI Group di Vitek ha ottenuto un prestito di 3,23 miliardi di corone, 124 milioni di euro, da due banche, Unicredit e Komercni banka.

 

IL RAPACE VOLTEGGIA SU TOR DI VALLE

Come la giri e come la volti, entra sempre in scena Unicredit, nelle acrobazie finanziarie e nell’irresistibile ascesa di Vitek Radovan.

Eccoci ad un terzo, “sanguinoso” report. La fonte è più che eccellente, nientemeno che la prestigiosa rivista economica Forbes. Che scrive cinque anni fa di Vitek: “Il rapace del mattone Vitek volteggia sull’Italia alla ricerca della preda giusta da ghermire”.

A rappresentare l’antipasto 15 villette extralusso a Porto Cervo, sulla Costa Smeralda, in Sardegna.

Porto Cervo

E adesso plana sullo stadio di Tor di Valle. Come bere un bicchier d’acqua. Al bar.

Per chiudere il cerchio, torniamo in Campidoglio. E facciamoci raccontare le news dall’ennesimo sito giallorosso in campo che il 6 febbraio scrive: “Sembrerà strano ma, a dispetto di quanto si continua a dire in città, questa volta sembra che sia Virginia Raggi ad avere fretta. Dagli ambienti vicini alla sindaca filtra infatti una certa preoccupazione per il ritardo che si sta accumulando in queste settimane a causa dei due passaggi di proprietà che riguardano direttamente o indirettamente lo stadio della Roma. E questo perché la prima cittadina della capitale ha disperato bisogno di un successo, uno di quelli capaci di far dimenticare quanto sta accadendo nella città eterna in questi ultimi mesi (o anni) tra discariche, rifiuti, bilanci, mezzi pubblici ed una crisi profonda del Movimento 5 Stelle che rischia anche di fare una pessima figura alle prossime elezioni suppletive di Roma”.

 

5 STELLE NELLA BUFERA

E ancora: “Al punto che la Raggi avrebbe già mollato la candidata grillina, già provata dall’improbabile confronto con il ministro Roberto Gualtieri, candidato del Pd. I prossimi mesi potrebbero rappresentare per l’amministrazione capitolina il vero passaggio cruciale per comprendere cosa resterà di questi anni in futuro: se un’infrastruttura all’avanguardia e migliaia di posti di lavoro, oppure l’ennesimo nulla di fatto, che per di più rischia di pesare sulle tasche dei contribuenti. Su questo fronte non preoccupa la notizia che la Guardia di Finanza ha acquisito in Comune tutti gli atti sullo stadio, compreso il parere dell’Avvocatura sull’ipotesi di danno erariale (in caso di mancata approvazione del progetto) e la relazione conclusiva della due diligence interna che contiene i computi metrici e il capitolato del progetto”.

Stiamo allora a vedere cosa succede nel fatidico incontro del 15 febbraio…

 

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