Non si è ancora nemmeno aperta ufficialmente la corsa alle liste per le regionali di primavera ed è già bagarre elettorale. Succede in Campania, dove divampa la polemica sulla candidatura di Sandro Ruotolo al senato per conquistare il seggio dello scomparso Franco Ortolani. La raccolta di firme contro la candidatura di Ruotolo nel collegio 7 alle suppletive del 23 febbraio, promossa dal filosofo Biagio de Giovanni e dallo storico Paolo Macry, ha già raccolto l’adesione di oltre 400 intellettuali, nel tentativo – affermano i promotori – di arginare la deriva “trasformista” dell’iniziativa, considerata frutto dell’accordo tra i partiti della sinistra napoletana (Pd, Leu e Italia Viva) con il sindaco Luigi De Magistris (Dema). Un’intesa sbocciata improvvisamente dopo ben nove anni di dura opposizione. «L’iniziativa targata de Giovanni – Macry suona come un monito nei confronti dei Dem campani – spiegano da queste parti – invitati a tornare sui loro passi, sottraendosi all’abbraccio politico con un partito di stampo mediatico e giudiziario come Dema, che nulla ha in comune con chi nel PD ancora si batte per un ideale riformista».
Restando in area centrosinistra, c’è però anche chi prova a chiamarsi fuori dalle polemiche e punta dritto ad essere la sorpresa politica del 2020. Parliamo di Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, che proprio in queste ore annuncia i nomi dei coordinatori provinciali, due per ogni territorio: un uomo ed una donna. Il jolly calato dal Matteo fiorentino è Graziella Pagano, senatrice di lungo corso, uno dei nomi più noti del Sud ad aver scelto di seguire l’ex presidente del Consiglio. La Pagano affiancherà, in qualità di responsabile per la Città di Napoli, il presidente di Scampia Apostolos Paipais, avvocato. Gli altri due coordinatori in provincia di Napoli sono Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, e Barbara Preziosi, manager di Publimedia Group srl. A Salerno arrivano Angelica Saggese e Tommaso Pellegrino, entrambi ex deputati. Ad Avellino ci sono Stefania Siano ed il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri. A Benevento Cinzia Mastantuono e Pasquale Orlando. Infine per la provincia di Caserta sono stati nominati Carmela De Rosa e Giuseppe Altieri.
Tutti guardano ovviamente alle elezioni regionali, ormai imminenti. Sul fronte centrodestra la ri-candidatura di Stefano Caldoro presidente fa salire i mal di pancia interni. Basta ascoltare Mara Carfagna che in occasione della prima riunione del comitato scientifico Voce Libera, senza mezzi termini ha tuonato che bisogna «uscire dal vecchio schema De Luca-Caldoro», affermando l’esigenza di una candidatura «più forte e più popolare». Secca è arrivata la replica del vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, che in una nota ha spento sul nascere «ogni ulteriore discussione su questo argomento», «non utile né a Forza Italia né alla coalizione né alla prospettiva di dare ai cittadini della Campania una svolta positiva nel governo della Regione, come è avvenuto recentemente in Calabria».
Si muove intanto anche la società civile: tra i primi c’è Civicrazia, rete di oltre quattromila associazioni nazionali, che nei giorni scorsi ha già lanciato la candidatura dell’attuale Difensore civico della Campania Giuseppe Fortunato per la presidenza della Regione. Fortunato, sempre in prima fila nelle più delicate vertenze, a partire da quella dei Navigator, è al momento l’unico candidato alla presidenza di Palazzo Santa Lucia. I sostenitori dicono inoltre che sul suo nome potrebbero giungere endorsement da esponenti di spicco del centrodestra campano.
«Ma l’autentico exploit potrebbe arrivare dal casertano – fanno sapere in zona – dove il centrodestra potrebbe contare su personalità già famose a livello nazionale e con una autentica, grossa popolarità anche nel contesto locale». Il riferimento è molto probabilmente al penalista Damiano De Rosa, più volte balzato alle cronache con Angelo e Sergio Pisani per la difesa della famiglia di Ciro Esposito, il giovane tifoso del Napoli ucciso da un ultrà della Roma, e dell’asso argentino Diego Armando Maradona, vincendo queste ed altre incandescenti battaglie giudiziarie. De Rosa, noto anche come leader di battaglie in difesa dei diritti umani e dell’ambiente, è oggi soprattutto l’amatissimo sindaco di quel gioiello paesaggistico e storico che è il comune matesino di Prata Sannita.
«Qui nell’entroterra del Matese – spiegano in ambienti politici locali – la scorsa estate un manipolo di sindaci, sostenuti dall’entusiasmo di un popolo stanco di subire diktat calati dall’alto, è riuscito a sovvertire le logiche di partito frutto di una esibizione muscolare fine a se stessa, portando alla presidenza della Comunità Montana Matese il sindaco di San Potito Sannitico Franco Imperadore. Tra i primi cittadini che hanno giocato un ruolo di primissimo piano spicca, per l’empatia stabilita fin da subito con la popolazione, proprio Damiano De Rosa, che a Prata Sannita ha vinto a furor di popolo la sfida con l’allora presidente dell’Ente Montano Mimmo Scuncio.
E sarebbe proprio su Prata, questo incontaminato scrigno naturalistico celebre per le sue acque e per il Lete, dantesco ‘fiume dell’oblio’, che Fratelli d’Italia ha concentrato la sua attenzione. Il coordinatore regionale del partito Gimmi Cangiano e quello provinciale Enzo Pagano (entrambi dati per sicuri in corsa al consiglio regionale) avrebbero infatti già da tempo contattato il sindaco De Rosa per sondare la sua disponibilità a candidarsi con il partito di Giorgia Meloni alle prossime regionali.
I vertici di FdI, anche per allontanare il sospetto di candidature “deboli” – questi i rumors che si rincorrono – starebbero cercando di pescare tra quei sindaci rappresentativi del comprensorio matesino capaci di scendere in campo a tutela degli interessi del territorio, continuando nella direzione già tracciata a livello comunale e sovracomunale, come nel caso dell’Ente montano.
«Per ora – risponde De Rosa contattato dalla Voce – mi sto concentrando sulla mia carica di sindaco e di assessore alla Comunità Montana e cerco di svolgere entrambi i ruoli al meglio». Il sindaco De Rosa dunque al momento non conferma, ma non smentisce, le voci su una sua possibile candidatura. Quanto al presidente della Comunità Montana Imperadore, anch’egli dato qualche settimana fa tra i papabili di Fratelli d’Italia, almeno ad oggi sembra intenzionato a continuare nell’opera di rinnovamento e risanamento finanziario-gestionale dell’ente. Staremo a vedere.
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