Grazie, alici nel paese delle meraviglie per aver portato una nota diversa nel desertico panorama politico di casa nostra.
Sinistra (o meglio, i cocci che ne restano sparpagliati sul campo) in piena fibrillazione, soprattutto per il prossimo voto in Emilia e Calabria, che si preannuncia devastante, uno tsunami fascistoide in piena regola.
Ci sono due mesi per riassestare questi cocci e sperare in San Gennaro, e negli omologhi di Bologna e Reggio Calabria. Sarà capace Bonaccini 2 di ripetere il prodigio già fatto? Saprà mister Tonno farsi gustare dai palati calabresi? Dubbi a valanga.
Scadenze a parte, è bene attrezzarsi per il dopo, un post tempesta tutto da scrivere, con le truppe salvinian meloniane – il peggio del peggio possibile dagli Unni e Visigoti in poi – pronte a saccheggiare quel poco che resta del Belpaese.
E prima che sia mai troppo tardi forse andrebbe fatta una mossa, in grado di “scassare” tutto e rimettere tutto in discussione.
Ecco una modesta proposta. Perché in un congresso straordinario, convocato ad horas come si può fare nelle emergenze più catastrofiche visto l’avvicinarsi di quelle tremende nuvole che preannunciano lo tsunami, non cambiare cavallo e mettere ai voti il premier Giuseppe Conte come segretario Pd per lo sprint finale?
Un sogno certo impossibile, ora, ma forse per il dopo, a meno che il tracollo sia tale da rendere impossibile un dopo, come quando si raccolgono le macerie e i resti in seguito al devastante uragano.
Impossibile perché non c’è ormai più tempo, mancano meno di due mesi a quegli appuntamenti amministrativi sì, ma oggi più che mai politici. Perché Nicola Zingaretti sembra aver recuperato un minimo dello smalto del resto mai avuto, ma poco per gareggiare con delle chance. Impossibile perché manderebbe in soffitta il governo che già si regge con gli spilli.
E allora, solo un’idea per il post sisma.
Un nuovo partito, sulle macerie, ispirato da Conte? Se si perdono le elezioni, a quel punto, cade anche il governo e Conte si ritrova libero come un fringuello.
Per ricostruire qualcosa, allora, Zingaretti si fa da parte e, visto che in casa Pd non nasce un talento 1 da anni a questa parte (anzi, fin dalla nascita dello stesso Pd), perché non far tesoro del patrimonio costruito comunque da Conte in questi anni e mezzo di esperienza governativa?
Sembra ormai aver polso, tenacia e anche una visione delle cose. In un anno e mezzo, appunto, ha fatto passi da gigante, uscendo da quell’anonimato che lo aveva contraddistinto, of course, per i primi mesi. Forse una maturazione del genere può essere utile in un deserto che più piatto e arido non si può.
COMMENTI
LA REPLICA DI UN LETTORE
Proporrei due titoli alternativi.
A
Giuseppe Conte: perché non sceglierlo come segretario del PD per affossare definitivamente ciò che resta della sinistra italiana?
B
Giuseppe Conte: perché non sceglierlo come segretario del PD per eliminare ogni fastidioso residuo di ex sinistra e cinquestelle, consegnando il Paese nelle mani di Salvini, con una spruzzata di Renzi? Devo dire che, letta così, la proposta di Cristiano Mais mi pare ragionevole…
(Lapo, il giornalista silenziato)
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