BENETTON / LA FACCIA COME IL CULO

Vado, li ammazzo e torno. Poi mi costituisco anche parte civile.

Siamo ai confini della realtà. Di una realtà che sempre più spesso cerca di mescolarsi con i cascami di una giustizia sempre più allo sfacelo.

Da qualche tempo è ormai in voga, per coloro i quali delinquono in guanti bianchi, per gli amministratori pubblici che se ne fottono della salute dei cittadini o per i top manager privati che se ne strasbattono i coglioni dei destini pubblici, far danni, massacrare la gente e poi non pagarne alcun fio, visto appunto lo stato comatoso dei tribunali di casa nostra.

Ma non è certo finita qui: perchè adesso c’ è l’arma di distrazione di massa, tanto per sottrarre meglio l’occhio della sempre più distratta – tra Black Friday e fake news sempre più proliferanti – opinione pubblica dalle vere responsabilità. Chissenefrega.

Alcuni fra i giovani rimasti uccisi nel crollo del ponte Morandi a Genova. In apertura Luciano Benetton

Ed è cosi, solo per fare un paio di esempi, fior tra fiori, che Costa Concordia, ai tempi della strage osò addirittura costituirsi parte civile, per depistare meglio e mettere un argine ai risarcimenti milionari.

Ed è così che il Comune di Napoli ha osato costituirsi parte civile (contro non si sa chi, le vittime?) nel giallo (ma non poi tanto) del crollo di un cornicione della famosa Galleria Umberto, vis a vis con il Teatro di San Carlo, che ha provocato tre anni fa la morte di un ragazzino colpevole di aver fatto filone a scuola.

Ed è così che adesso Luciano Benetton e i suoi famigli si dichiarano profondamente addolorati per tutti gli attacchi mediatici ricevuti – povericristi – anche in questi giorni per la tragedia del ponte Morandi che rischia di compromettere la loro concessione autostradale arcimiliardaria.

E ora proclamano di volersi costituire parte civile, per aver subito pesantissimi danni – loro, le viole mammole, i gigli candidi – da quei manager che avevano nominato e che conoscevano come le loro tasche! Da 113.

Come se Dracula si costituisse parte civile nei confronti dell’Avis.

Ma siamo su “Scherzi a parte”?

In basso potete leggere, pari pari, la incredibile notizia dei Benetton, così come viene diramata da Rai News.

 

Autostrade Benetton: attacchi ingiusti, la famiglia è parte lesa

Luciano Benetton, uno dei fondatori del gruppo industriale, in una lettera inviata ad alcuni quotidiani, difende la famiglia (“ci riteniamo parte lesa”) contro la “campagna d’odio” che si è scatenata anche da parte di esponenti del Governo (“inaccettabile additarci come malavitosi”), e chiede alle istituzioni “serietà, non indulgenza”.

01 dicembre 2019 –  “Nessun componente della famiglia Benetton ha mai gestito Autostrade. La famiglia Benetton è azionista al 30% di Atlantia che a sua volta controlla la società Autostrade. Atlantia è una azienda quotata in borsa che ha il 70% di azionisti terzi nazionali e internazionali, tra cui sono presenti importanti fondi sovrani e investitori a lungo termine, che nulla hanno a che vedere con la famiglia Benetton. Le notizie di questi giorni su omessi controlli, su sensori guasti non rinnovati o falsi report, ci colpiscono e sorprendono in modo grave, allo stesso modo in cui colpiscono e sorprendono l’opinione pubblica. Ci sentiamo feriti come cittadini, come imprenditori e come azionisti. Come famiglia Benetton ci riteniamo parte lesa”. Così Luciano Benetton, uno dei fondatori del gruppo industriale, in una lettera inviata ad alcuni quotidiani, difende la famiglia (“ci riteniamo parte lesa”) contro la “campagna d’odio” che si è scatenata anche da parte di esponenti del Governo (“inaccettabile additarci come malavitosi”), e chiedendo alle istituzioni “serietà, non indulgenza”.. “Di sicuro – sottolinea Benetton – ci assumiamo la responsabilità di aver contribuito ad avallare la definizione di un management che si è dimostrato non idoneo, un management che ha avuto pieni poteri e la totale fiducia degli azionisti e di mio fratello Gilberto che per come era abituato a lavorare, di sicuro ha posto la sicurezza e la reputazione dell’azienda davanti a qualunque altro obiettivo. Sognava che saremmo stati i migliori nelle infrastrutture”. “Non cerco indulgenza per Autostrade, chi ha sbagliato deve pagare, ma quello che trovo inaccettabile, è la campagna di odio scatenata contro la nostra famiglia, con accuse arrivate da subito e che continuano tutt’ora con veemenza da parte di esponenti del governo, come l’onorevole Di Maio, che addita la famiglia come fosse collusa nell’aver deciso scientemente di risparmiare sugli investimenti in manutenzioni. In pratica come fosse malavitosa. Questo è inaccettabile, chi ci conosce sa come lavoriamo, basta guardare i risultati ottenuti con Autogrill o l’aeroporto di Roma, due realtà che sono diventate leader a livello internazionale”, sottolinea ancora Luciano Benetton. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Autostrade-Benetton-attacchi-ingiusti-la-famiglia-parte-lesa-0894fa68-f282-4f92-a3f0-7b49641063cc.html

 

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