“Riserve idriche compromesse, alghe rosse, cianobatteri, acque non più potabili e suolo a rischio aridità: sono solo alcuni degli effetti dell’agricoltura intensiva che si è creata intorno alla coltivazione delle nocciole. E’ il boom indigesto delle nocciole, frutto del successo delle creme italiane spalmabili, Nutella in testa, protagoniste sul mercato ma anche sul territorio, in quest’ultimo caso con un’accoglienza tutt’altro che entusiasta da parte degli abitanti”.
E’ il campanello d’allarme suonato dalla rivista “il Salvagente”, una vita dalla parte dei consumatori e dell’ambiente. Un appello tanto più significativo oggi che tra gli italiani impazza la follia della spasmodica caccia ai Nutella Biscuits.
Le maggiori preoccupazioni si registrato in Lazio, Toscana e Umbria. Dai Comuni reazioni di tipo diverso. Per fare alcuni esempi, quello di Orvieto non ha fino ad oggi preso alcuna iniziativa, mentre Acquapendente e Montefiascone hanno emesso specifiche ordinanze tese a sensibilizzare i coltivatori, obbligandoli a rendere conto delle risorse utilizzate, soprattutto quelle idriche, e delle tecniche di coltivazione.
Osserva Gabriele Antoniella, orvietano e laureato in scienze forestali: “La prima cosa da fare è coinvolgere le persone che abitano in questi luoghi. Chi viene qui per acquistare terreni e destinarli alla monocultura, prima dovrebbe confrontarsi con i residenti, così come accade negli altri stati europei come la Germania. La terza cosa è quella di proteggere il territorio. Sviluppo vuol dire anche conservazione, non solo produzione. Ci sono terreni che non dovrebbero essere coltivati in modo intensivo”.
Sottolinea la regista Alice Rohrwacher che risiede nell’altopiano di Alfina ed è figlia di un noto apicultore del luogo: “Sono arrivata in ritardo sul problema. Poi ho mi sono informata, ho viaggiato nei territori ed ho scoperto che questa coltivazione impoverisce il territorio, lo mangia, arricchisce pochi ma impoverisce e uccide lo sviluppo di tanti”.
Denuncia il Salvagente: “Nel corso dell’inchiesta abbiamo interpellato le principali industrie dolciarie italiane che utilizzano nocciole per i propri prodotti, in merito ai loro progetti di sostenibilità ma l’unica che ad averci risposto è stata la Loacker, che ha avviato il progetto ‘Noccioleti Italiani’per l’impianto di nuovi noccioleti in tutto il Paese. Il progetto ha per ora interessato Toscana, Veneto, Friuli e più recentemente Umbria e Marche. Da Ferreronessuna risposta”.
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