Il padre del dialogo interreligioso e dell’ecumenismo autentico, l’inglese John Henry Newman, è stato proclamato santo da Papa Francesco lo scorso 13 ottobre in piazza San Pietro, alla presenza di oltre ventimila pellegrini e del principe di Galles, Carlo. In quei giorni era in corso il Sinodo per l’Amazzonia. Si tratta del primo britannico proclamato santo dopo 40 anni.
E sono trascorsi nove anni da quando Newman era stato proclamato beato da Benedetto XVI, suo grande estimatore. La cerimonia, in quella occasione, si svolse a Birmingham il 19 settembre 2010, durante il viaggio apostolico di Ratzinger in Inghilterra.
Da sottolineare subito che Newman simbolizza l’abbraccio – nello spirito ecumenico – tra chiesa anglicana e chiesa cattolica: nel 1833, infatti, dopo un lungo percorso di ricerca, riflessione e preghiera, Newman dà vita agli Oxford Tractarians, comprende che la Chiesa di Roma è la custode degli insegnamenti di Cristo e si converte alla fede cattolica.
Affermò Benedetto XVI a Birmingham: “L’esistenza di Newman ci insegna che la passione per la verità, l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata”.
Ecco quanto disse Newman in un’altra fondamentale tappa della sua vita, ossia quando 12 maggio 1879 papa Leone XIII lo fece cardinale:
“Godo nel dire che a un gran male mi sono opposto fin dal principio. Per trenta, quaranta, cinquant’anni ho resistito, con tutte le mie forze, allo spirito del liberalismo religioso, e mai la Chiesa ebbe come oggi più urgentemente bisogno di oppositori contro di esso, mentre, ahimè, questo errore si stende come una rete su tutta la terra”.
“Il liberalismo religioso è la dottrina secondo la quale non esiste alcuna verità positiva in campo religioso, ma che qualsiasi credo è buono come qualunque altro; e questa è la dottrina che, di giorno in giorno, acquista consistenza e vigore. Questa posizione è incompatibile con ogni riconoscimento di una religione come vera. Esso insegna che tutte sono da tollerare, in quanto tutte sono materia di opinione. La religione rivelata non è verità, ma sentimento e gusto, non fatto obiettivo”.
“Ogni individuo ha diritto a interpretarla a modo suo”.
“Si può andare nelle chiese protestanti e in quelle cattoliche; si può ristorare lo spirito in ambedue e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare insieme in pensieri e affari spirituali senza avere dottrina comune o vederne la necessità. Poiché la religione è un fatto personale e un bene esclusivamente privato, la dobbiamo ignorare nei rapporti reciproci”.
Parole oggi più che mai vive e attuali, per attualizzare fino in fondo un ecumenismo autentico, nei fatti e non nelle parole.
Come già detto, il cammino di profonda ricerca portato avanti da Newman lo condusse alla redazione, nel 1833, degli Oxford Tractarians, in qualche modo la summa del primo ecumenismo.
In questo travagliato percorso gli è stato sempre spiritualmente a fianco Geoffrey Rowell, il quale si è ispirato alla figura di Newman per l’elaborazione delle sue riflessioni e per la scrittura dei suoi libri.
Tra l’altro, Rowell è stato il primo Gran Maestro dell’Ordine di San Davide del Galles di Sant’Albano e di San Crescentino (Order of st. Davis of Wales, st. Alban and st. Crescentino), del quale la Voce ha già scritto in diverse occasioni (vedi i link in basso).
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Un commento su “ECUMENISMO / IL PRIMO SANTO INGLESE DOPO 40 ANNI”