Espugnato lo stadio di Zenica, dove la Bosnia non perdeva da cinque partita in qua. I 12 mila spettatori davvero esemplari: hanno applaudito con convinzione i nostri giocatori. Un gran bell’esempio di sportività.
Nell’anticipo di questo incontro, nel curriculum di Mancini alla guida della nazionale un bel numero di vittorie, nove, quante ne ha inanellate il mitico Vittorio Pozzo nella lontana stagione 1938-1939, ottant’anni fa. C’è da dire che le formazioni sconfitte dagli azzurri non sono proprio nel gotha del calcio mondiale: USA (amichevole) e per le qualificazioni ai prossimi europei Finlandia (due volte), Liechtenstein (due volte), Grecia (due volte), Bosnia, Armenia.
Infortunato Chiellini, il Di Lorenzo del Napoli e Florenzi della Roma, che stasera va in campo si contendono il ruolo di terzino destro, il romano è accanto all’espertissimo Bonucci, Acerbi ed Emerson Centrocampo con Tonali, Jorginho, Barella; in avanti Bernardeschi, Belotti, Insigne, con l’esclusione di Immobile, nonostante la sua accertata prolificità. Nella Bosnia nomi familiari come Pjanic, Krunic, Dzeco.
Il team azzurro è in pieno rodaggio del motore collaudato da Mancini e andrà giudicato nel confronto con le big mondiali, ma per il momento è squadra vincente.
Azzurri, nel rispetto di una tradizione centenaria o verdi, per volontà della multinazionale Puma che ha coniato per la nazionale il titolo “Rinascimento”? Verde come la speranza, come l’età di molti giocatori guidati da Mancini, come uno dei colori della bandiera? Qualunque sia il motivo della novità come abituarsi a chiamare verdi gli azzurri e cosa pensare di questa rivoluzione cromatica? Ma non è questione di stasera. Italia in bianco per non confondersi con il blu dei bosniaci. Perfino qui c’è un manipolo di tifosi italiani, una cinquantina.
Pronti, via… parte con verve prevedibile la Bosnia e pressa l’Italia, che risponde per il momento con calma. Il primo tiro in porta è di Dzeco, dalla distanza. Facile per Donnarumma. Anzi è il secondo, dopo il colpo di testa su corner di Krunic. Fuga sulla destra di Bernardeschi, cross intelligente per Belotti che lascia a Insigne. Gran tiro, deviato in angolo. Insiste l’Italia e si fa valere l’attaccante della Juve. Grande una sua nuova azione, finta di Belotti, palla ad Acerbi che si procura i centimetri per calciare con il destro. Tiro molto angolato, uno a zero, al minuto 21. Dopo due minuti conclusione di Dzeco, alta sulla traversa. La Bosnia guadagna calci d’angolo, ma senza costrutto. Si muovono con efficacia i due esterni d’attacco Insigne e Bernardeschi, in gran forma, Tonali è autorevole, come Emerson. Su ennesimo calcio d’angolo gran botta di Besic, respinge Emerson sulla linea di porta. Improvvisa accelerazione di Belotti, tocco vincente per Insigne che si gira in pochi centimetri, evita interventi difensivi e mette nell’angolo alla destra di Sehic. Due a zero. È il trentasettesimo. Possesso palla: 59% per bianchi di Mancini, 49 della Bosnia, nonostante giochi in casa. Doppio intervento di Donnarumma, che al 40° compie due miracoli e un terzo su attacchi insistiti della Bosnia. Risponde Belotti, gran tiro, para Sehic. Quattro minuiti al 45° e al fischio per il riposo giudizio positivo su un primo tempo degli italiani all’insegna del cinismo offensivo. Mancini pretende rinvii corti di Donnarumma, ma la scelta si rivela qualche volta pericolosa se il passaggio è impreciso e intercettato dagli avversari. Comunque Italia arrembante, tonica, determinata, grintosa, contro un avversaria di rango e la regia illuminata di Pjanic. La Bosnia, rischia di non qualificarsi, mentre la Finlandia, oggi vincente per 3 a 0 sul Liechtenstein per il momento è seconda del girone e agli Europei ci sarà.
Second time: ripartono con decisione i bosniaci e non potrebbe essere diversamente ma difesa leggera dei nostri avversari. l’Italia a tratti cincischia per eccesso di confidenza, con passaggi laterali nella propria metà campo. Contropiede fulminante al minuto 53. Vola Belotti e fulmina Sehic , fuori della sua porta con un diagonale perfetto. 3 a 0. Aumenta il nostro possesso palla: 58 contro il 42 percento. Conclusione di Insigne al minuto 65, para Sehic. Il capitano del Napoli è la bella copia del giocatore visto di recente al San Paolo. Pjanic esce quasi di scena ed è un bel problema per Prosinecki. In gran forma anche Emerson e Florenzi, sicuro come sempre Bonucci, meno brillante Barella, molto bene Tonali. L’Italia fa quello che vuole, esce Pjanic per problemi muscolari, entra El Shaarawy per Bernardeschi che esce tra gli applausi del pubblico. Dodici minuti al 90esimo. Punizione subita da Belotti, da posizione favorevole al minuto 80. Sul pallone Insigne, ma batte Emerson, alto sulla traversa. Al minuto 86 Castrovilli per Insigne e Gollini, giovane portiere dell’Atalanta per Donnarumma. Meno due alla fine più recupero e decima vittoria consecutiva per questa Italia di Mancini. È recupero, centoventi secondi. Se ne va il primo minuto. Trenta secondi al fischio finale che arriva sull’ennesimo possesso palla degli italiani. Esultano i 50 tifosi degli azzurri.
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