Si aggira nella Sicilia orientale, colpisce a suo piacimento, nel senso che è attratto da femmine di terre d’oltre oceano, in concorrenza con lo ius primae noctis di parroci in calore. È un tombeur de femme assatanato, nel senso di aggressore satanico, miete vittime con preferenza per prede illibate, timorate di Dio? È uno stupratore seriale, un irresistibile italian lover? Chi sarebbe nella condizione di risolvere il dilemma tace sull’identità del misterioso soggetto protagonista della performance sessuale e si affida alla ginecologia per tutelare il frutto del ‘seme’ che condurrà a gravidanza. I giornali ironizzano: “Due suore scoprono ‘per caso’ di essere incinte. E già, di sorelle in Cristo parliamo. Il primo caso, senza nome, ovvio, è di una suora di origini africane, 34 anni. Non una sbarbatella per intenderci, ospite del piccolo convento di Nebrodi. Spinta da forti dolori addominali ricorre alla cure ospedaliere e ‘voilà’, l’ecografia non lascia dubbi. “Lei aspetta un bimbo” è il responso medico. Tra e 1.200 anime del Paese (Sant’Agata di Militello), è sconcerto. Il primo cittadino si dice esterrefatto per modi e tempi con cui la notizia è stata divulgata dai media, non per l’episodio in sé. “Conosco bene la suora, ha preso i voti un anno fa e si fa voler bene da tutti”. Certo, specialmente da chi l’ha ‘posseduta’. Che ne pensa il signor sindaco? Che la monaca partorirà da vergine come la madre di Gesù, miracolata dallo spirito santo? [Catechismo maggiore’ al punto numero 94: “Maria divenne Madre di Gesù Cristo unicamente per opera e virtù dello Spirito Santo”].
Seconda puntata del racconto, che fiction non è. A Ispica (nel Ragusano) la Madre Superiora di un istituto per l’assistenza agli anziani un bel mattino assiste basita all’aumento della sua circonferenza vita. S’interroga e risponde che non ha ecceduto in pastasciutta e dolciumi, dunque…”dunque sono incinta” e torna in patria. La memoria, in declino, non consente di elencare tutti i precedenti di suore-madri “per caso”, oltre quelli della sorella salvadoregna nel 2014, accaduto a Rieti e di un’altra sorella titolare di identico ‘incidente’ nelle Marche. Rumor attendibili insinuano che in un caso, quello del ragusano, il soggetto inseminatore potrebbe non essere uno stallone da monta locale. La suora in questione avrebbe fatto visita ai parenti nel suo Paese d’origine. E però dagli archivi della cronaca rosanera riemerge anche l’episodio boccaccesco a poca distanza da di Perugia, dove un monastero ha ospitato 8 baldi sudafricani maschi. Dopo tre mesi, sei giovani suore incinte. Le sorelle si dicono contente di ospitarli, con un’opera di carità cristiana ispirata dall’amore di Dio. Che però va oltre le lodevoli intenzioni: notti brave in assenza della Madre Superiora, impegnata altrove. Le gravide: “Non abbiamo fatto niente di male, anche Maria rimase incinta pur essendo vergine, siamo state miracolate. Uno degli ospiti: “Grazie alle suore ci siamo divertiti. Consiglieremo questo posto ai nostri amici. Grazie suore, grazie Italia”.
Papa Francesco, pensaci tu, il tempo del voto di castità a cui sono tenuti preti e suore, come vedi è scaduto.
Bergoglio, l’innovatore, rischia la vita e non per il gesto di uno svitato, ma per il fuoco endogeno nemico, che in passato ha fatto vittime per liberarsi di papi ‘buoni’ e ha costretto uno di loro ad abdicare, evento senza precedenti. Ora si provi ad immaginare lo sconforto e forse l’ira di Francesco per la pericolosa provocazione di un suo cardinale, al secolo Camillo Ruini, potente ex presidente della Cei, che invia un incauto endorsement al truce Salvini, cioè al propugnatore di odio razzista, omofobia, contiguo con neo e parafascisti di Casa Pound e Fratelli d’Italia. Il cardinale in questione, è in stridente contrasto con gli ideali di Papa Francesco: “Non condivido l’immagine tutta negativa di Salvini che viene proposta in alcuni ambienti. Penso che abbia notevoli prospettive davanti a sé”. Il prelato è troppo sgamato per non sapere che la frase è un vero insulto per il Papa e quanti con lui ritengono che l’ideologia del capo del Carroccio sia esattamente dispotico sovranismo. Ruini e il nucleo della gerarchia ecclesiastica che difende storture e privilegi acquisiti, contrari ai principi fondanti del cristianesimo, guidano la crociata contro il socialismo di Bergoglio e il suo coraggioso lavoro di bonifica. “Il dialogo con Salvini mi sembra doveroso”, è il Ruini pensiero”. Ribatte Rotondi, democristiano che tiene in vita il logo della DC: “Salvini sfida il cattolicesimo politico nei suoi valori fondamentali di laicità, mitezza, linguaggio, misura. Tant’è che si pone contro Salvini non solo la sinistra cattolica, ma anche noi moderati. Il Cardinale si convinca”. Di segno totalmente opposto è il commento opportunista, senza vergogna, del forza-italiota Francesco Giro (e si capisce il perché della fuga di Mara Carfagna dal partito socio di estrema minoranza della Lega): “L’apertura di credito a Matteo Salvini, che oggi giunge da un autorevolissimo uomo di Chiesa come il cardinale Camillo Ruini, segna una svolta, una bella svolta che produrrà buoni frutti nella Lega e nel centrodestra. Sono molto contento per Salvini e per noi tutti del centrodestra che potrà affinare e accreditare di più la sua azione culturale (?!?!?) oltre che politica”. Ci chiediamo se esiste un giudice supremo, che spedisca ai ‘domiciliari” gli autori di queste farneticazioni.
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