GRUPPO ROMEO / EDITORIA & PROCESSI, IL MOMENTO CLOU

Tempeste nei mari editoriali, almeno quelli che restano a disposizione di lettori e cittadini.

Guerre all’ultimo sangue nell’ex impero di casa De Benedetti, una davvero singolar tenzone tra il padre-patriarca Carlo e i rampolli giudicati inesperti, inadatti, incompetenti e senza passione.

Carlo De Benedetti. In apertura Alfredo Romeo

Un autentico anatema, quello lanciato dall’ingegnere ex patròn dell’Olivetti, un potente siluro contro gli attuali timonieri delle sue ex corazzate Repubblica e l’Espresso. Con evidenti contraccolpi sul valore delle due testate, dentro una tempesta che più “perfetta” non si può.

E forti venti di cambiamento anche a bordo de il Mattino, primo quotidiano del Mezzogiorno che sta vivendo una lenta, inarrestabile agonia. Una redazione un tempo pletorica oggi ridotta all’osso, l’abbandono della storica sede di via Chiatamone per trasferirsi in un anonimo appartamento del Centro direzionale, cali vertiginosi nella vendita delle copie e negli incassi pubblicitari: un mix che porta diritti alla chiusura.

Ma c’è chi osserva la scena e riflette. Si tratta di Alfredo Romeo, l’immobiliarista d’oro da Cesa – nel casertano – protagonista dello scandalo Consip che ha agitato e ancora agita le scene giudiziarie al palazzo di giustizia partenopeo. E ha portato al coinvolgimento della famiglia Renzi.

Secondo i rumors, di recente è stata recapitata alla dinasty dei Caltagirone (da anni proprietaria del Mattino e della torre al Centro direzionale dove è ubicata la redazione), un’offerta per la vendita della testata, ormai indigesta per i mattonari romani. La cifra messa sul piatto da Romeo sfiora i 30 milioni di euro. I Caltagirone non paiono intenzionati a scendere sotto quota 40.

La sede del quotidiano Il Mattino, Centro Direzionale, il giorno dell’inaugurazione

“Una cifra comunque molto bassa – commentano in ambienti dell’informazione partenopea – perché pur tenendo conto della pesantissima crisi dell’editoria, si tratta di un prezzo quasi stracciato per la testata storica del Mezzogiorno, quello di un calciatore di medio livello. Ma quello strumento, che oggi a Caltagirone interessa ormai poco, può essere molto utile nelle mani di uno come Romeo che ha un forte bisogno di rifarsi il look e di godere di una stampa tutta pro”. Soprattutto se la manovra può essere doppia. Sta infatti per decollare, tra Roma e Napoli, l’operazione il Riformista, la testata che Romeo ha acquistato e sta resuscitando dalle ceneri. Lo start è stato posticipato, ma si annuncia per fine ottobre, a quanto pare il 29. Un arrivo in edicola griffato Piero Sansonetti, che ha accettato di dirigere il giornale, dopo l’esperienza alla guida de Il Dubbio.

Da un garantismo all’altro il passo non è lungo. E la scia delle super firme sembra già fitta. Da Palo Guzzanti a Gianni Minoli, dallo storico del vecchio Pci Biagio De Giovanni alla super renziana Maria Elena Boschi, fino all’ex supercontestata ministra Elsa Fonero.

Un bel mix in campo.

Tra i primattori, secondo le indiscrezioni, anche Marco De Marco, per anni direttore al Corriere del Mezzogiorno, la costola partenopea del Corsera. Una redazione che si annuncia – tra Roma e Napoli – parecchio affollata, almeno una trentina di redattori e un investimento da 15 milioni di euro.

Milioni a go go, quindi, tra la riesumazione del Riformista e il possibile acquisto del Mattino.

Un gran bisogno di buona stampa, per il padrone di tutte le gestioni immobiliari, in un momento cruciale dell’avventura imprenditoriale lunga un abbondante trentennio.

Con i processi Consip & dintorni entrati nella fase bollente.


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