5 Stelle in tripudio, pronti a festeggiare il loro decennale a Napoli e sparare montagne di bengala e tric trac. Il vessillo dello storico taglio dei parlamentari ora può sventolare e garrire senza più ostacoli (tranne alcuni anni tra referendum e beghe burocratiche).
L’Italia è salva, l’economia può rifiorire, le finanze respirano.
Resta però in piedi un interrogativo alto come un grattacielo al quale nessuno fino ad oggi ha mai avuto osato rispondere.
A quanto ammonta il risparmio?
Ultimo parto alla lotteria pentastellata: più di 1 milione di euro. E proprio di 1 milione tondo tondo è la cifra issata sul megastriscione disteso dai grillini davanti al parlamento.
Erano partiti da quota 500 milioni, per la verità, vedendo lievitare, come una classica pasta per pizza, la cifra: 600, 700, 800 e voilà oltrepassata la miracolosa quota 1 miliardo. Che fa impazzire gli italiani: abbattuta la Kasta, atterrati i ladri della politica, aboliti i privilegi.
Peccato che quelle cifre siano del tutto taroccate, frutto di menti visionarie, ma capaci di depistare al punto giusto: come dire, la più classica delle fake news, una bufala che più gigantesca non è mai sbarcata su questa terra a pascolare nei sempre più rigogliosi campi della disinformazione.
L’unica cifra attendibile, in questi mesi di totale vaneggiamento, è quella elaborata dall’Osservatorio sulla spesa pubblica guidato da Carlo Cottarelli: il totale di risparmio per il taglio dei parlamentari ammonta a 56 milioni di euro. Cifra che dista non poco da 1 miliardo, circa 20 volte di meno.
L’abbiamo più volte sottolineato: quale significato può mai avere un taglio di democrazia per una cifra del genere? Quale senso può avere ridurre la rappresentanza democratica per un risparmio di tale ridicolo importo?
Mentre rimangono del tutti inalterati i colossali costi per stipendi e appannaggi dei parlamentari che in campo. Di meno sotto il profilo numerico, ma quelli che restano sono sempre strapagati.
Sarebbe stato ovvio mantenere inalterato il numero dei parlamentari, e diminuirne i privilegi e appannaggi feudali. Così invece si realizza uno dei punti cardine del Piano di Rinascita griffato P2 e firmato dal Venerabile Licio Gelli.
Se ce ne fosse mai bisogno, una conferma arriva fresca fresca dalle colonne del Corriere della Sera, che nel pallottoliere butta una cifra tutta sua: 100 milioni di euro, questo è il risparmio.
Lo fa nel corso di un articolo dedicato agli sprechi di Stato e alle spese per mantenere in vita il carrozzone della Sogin, la società pubblica che da oltre un decennio di occupa del cosiddetto ‘decommissioning’, ossia lo smantellamento delle centrali nucleari, con la lentezza di una lumaca.
Calcolano gli esperti che per mantenere in vita – inutilmente – la Sogin, occorrono 130 milioni l’anno. Una follia.
Scrive il Corsera: “Certo, il taglio dei parlamentari è questione di maggior rilievo, politica e civile. Ma se quella misura produrrà risparmi per circa 100 milioni di euro all’anno, si potrebbe ricordare che ogni anno di ritardo nell’opera di ‘decommissioning’ nucleare ai contribuenti italiani di milioni ne costa 130”.
Ma chissenefrega. Tanto vale sparare fake sul popolo sempre considerato bue.
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Un commento su “TAGLIO PARLAMENTARI / LA FARSA DELLE CIFRE”