Siamo tutti Greta?

Che vergogna. La società degli adulti si è comportata come le tre scimmiette, accecata dal mito del presunto benessere, illustrato dalle pagine patinate dei periodici, dalla persuasione occulta, invasiva, di ossessivi spot pubblicitari delle multinazionali dell’auto, che hanno arricchito i network televisivi. I maghi della comunicazione le hanno provate tutte. In pochissimi sono al corrente di quanto sia sofisticato l’ipnotismo dei messaggi che equiparano il possesso di una macchina, la più potente e bella offerta dal mercato, con il prestigio personale  e non solo. Un classico è il subdolo  abbinamento nelle immagini promozionali delle auto con ragazze da copertina sorridenti, sexi, quasi come accessori di lusso. La strategia è nota a chi è informato sulle tecniche di persuasione. Nella pagina di sinistra di riviste generaliste le case produttrici propongono ai potenziali acquirenti la concretezza delle caratteristiche tecniche dell’auto: potenza, innovazioni tecnologiche, optional, eccetera, tutti dati destinati a che influenzare positivamente l’area sinistra del cervello, la sua specificità di emisfero del razionale. Nella pagina di destra  il  bersaglio è il ricettore dell’emisfero destro, sensibile al fascino della suggestione indotta dall’immagine di una giovane e affascinante ragazza accanto all’auto. Il gioco è fatto e il mondo soffoca per i veleni immessi nell’atmosfera dai gas di scarico. A identica riflessione induce la tragedia generata dall’invasione barbarica della plastica, dall’inquinamento dei derivati del  petrolio, dal riscaldamento della terra che condanna il clima del mondo.
Che vergogna. Sul banco degli accusati ci siamo noi irresponsabili, le nostre stolte e incoscienti inerzie, noi storditi dalla libido per le modernità e i suoi orpelli a qualunque costo.
Ad ogni alluvione, uragano, pericolo nucleare per disastri delle  centrali, immagini di isole di plastica galleggianti negli oceani, recitiamo l’ipocrita  litania  del mea culpa, asciughiamo rapidamente le lacrime da pentimento, come fa il coccodrillo che ha divorato il figlio, fingiamo dii non sentire e non vedere: “La fine del pianeta non mi riguarda, è lontana da venire, non ci sarò più e per chi viene dopo di me il mondo farà qualcosa per scongiurarla”.
Da est, ovest, sud e nord della Terra, ‘quelli che verranno’, padroni delle strade dii New York, Londra, Berlino, Melbourne, di Bankok, Kabul,  Nairobi e altri mille città, rendono insostenibile la vergogna di noi adulti. Il mondo di Greta ci crocifigge sul golgota dell’irresponsabilità. Colpevole, non confessa, è specialmente l’Italia, estranea al movimento mondiale dei ragazzi che hanno trasformato il je accuse della ragazza svedese nell’urlo collettivo, che prova a costringere gli inadempienti della Terra ad ascoltarli per trasformare generiche disponibilità in decisionismo. Il caso della Germania è probante. il governo della Merkel investe cento miliardi di euro per l’ambiente.
Che vergogna. In Italia la sensibilità per il tema dei temi è vicina allo zero. I verdi storicamente non oltrepassano un insignificante due percento del consenso elettorale e i giovani italiani non hanno contribuito alla marea di giovani che hanno provocato una scossa tellurica alla coscienza del mondo. Perciò vergogna, nella speranza che alla triste considerazione non si opponga ancora una volta il pianto del coccodrillo. Goccia a goccia l’impegno ad omologarsi con la campagna per salvare il pianeta può invertire rotta e diventare un’onda lunga. Sarà poca cosa la scelta di gestori degli stabilimenti balneari di vietare l’uso di contenitori, o l’abolizione delle cannucce di plastica, l’adesione del Quirinale al ‘plastic free’, l’appello a riempire di acqua le borracce e non le bottiglie di sette tipi della plastica non riciclabile, ma è una possibile spia di un nostro auspicato coinvolgimento nella campagna contro gli insulti alla salute del pianeta. Lo è anche  L’irruzione di manifestanti nella sede Rai a Milano, gesto simbolico per chiedere ai mezzi di informazione di occuparsi stabilmente dell’emergenza ambientale.
“Prostitute in vetrina per rilanciare le terme”. L’oscena proposta è del consigliere regionale della Lega Roberto Salvini (fatidico cognome) con l’incredibile obiettivo di favorire il turismo. Il porno consigliere della Toscana sarà sospeso dalla Lega, ma non si ha notizia di richieste d’intervento del locale ospedale per malati di mente. Il provvedimento è sostenuto da una lodevole dichiarazione di difesa del ruolo delle donne (!) e del favore per la riapertura delle case chiuse (!).

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