E’ stata subito definita il padre, anzi la madre del reddito di cittadinanza e del salario minimo, Nunzia Catalfo, neo ministra del Lavoro.
Ma secondo non pochi il vero ministro ombra è Mimmo Parisi, il misterioso prof della Mississipi University, dove è sbocciata ed è stata coltivata la grande idea dei “navigator”, i timonieri da formare per avviare al lavoro i percettori del reddito di cittadinanza.
Ricordate il mitico Crozza-Di Maio che osannava la Mississipi university e i suoi docenti, tutti votati nel grande progetto formativo-occupazionale? Tutto vero, non una boutade. E uno dei docenti in prima linea è proprio il prof Mimmo Parisi, che oggi siede su una poltrona bollente: quella di presidente dell’Anpal, l’organismo attivato per rivoluzionare e digitalizzare le politiche attive del lavoro in Italia.
Quell’Anpal oggi nell’occhio del ciclone per avviare tutta la macchina organizzativa, che in Campania – la regione con il numero più alto di richieste del reddito e quindi di navigator – si è bloccato. Con uno autentico scaricabarile tra Regione e Anpal: nel mezzo i 471 navigator campani, che vedono tradite le loro attese di lavoro e hanno avviato uno sciopero della fame per protestare con Palazzo Santa Lucia e in particolare il suo numero uno, il Governatore Pd Vincenzo De Luca. Entrato in rotta di collisione anche con il Difensore civico della Campania, l’avvocato Giuseppe Fortunato che – documenti e normative alla mano – lo ha messo in mora.
Ma torniamo a bomba, ossia a Parisi, chiamato a Roma da Luigi Di Maio direttamente dagli States per occupare la strategica postazione in sella all’Anpal.
Commentano al ministero del Lavoro: “La figura di Parisi è vista come il fumo negli occhi da molti Pd, animati dal sospetto che Parisi intendesse vendere in Italia il software di incrocio della domanda e offerta di lavoro, i Mississipi Works. E sul rischio di conflitto d’interessi, i Dem quando erano all’opposizione hanno presentato alcune interrogazioni parlamentari”.
Sorge spontanea la domanda: ha ancora valore, oggi, il senso di quelle interrogazioni? Come si comporterà, ora, Nunzia Catalfo?
E sono non pochi a ricordare come Catalfo, pur avendo presentato per prima nel 2013 una proposta di legge sul reddito di cittadinanza – su cui basa la sua primogenitura – sia poi sparita dai radar delle politiche attive del lavoro. Entrandovi appena con un incarico in Sicilia, dove ha maturato un curriculum da “orientatore e selezionatore del personale, responsabile dei processi di promozione, tutor e progettista di piattaforme elearning”. Un po’ poco.
Osservano negli ambienti ministeriali: “Colui che nel primo governo Conte ha maneggiato i decreti, sviluppato il programma del reddito di cittadinanza, partecipato alle riunioni per la stesura del bando dei navigator, ancora prima di essere nominato al vertice dell’Anpal e trattato con le regioni arrabbiate, visitandole praticamente tutte, è stato Parisi, con il pieno appoggio di Di Maio e del suo staff al ministero del Lavoro”.
Poi, a proposito dei navigator: “Due mila persone in pratica faranno quello che potevano fare i dipendenti dei centri di formazione. E in particolare lo faranno senza la famosa piattaforma di incrocio tra domanda e offerta annunciata nelle varie convention grilline, quella che avrebbe dovuto rivoluzionare il nostro mondo del lavoro: My Anpal, ossia l’unico strumento digitale oggi in mano ad Anpal che avrebbe bisogno di parecchi miglioramenti per funzionare. Nel piano iniziale erano previste funzionalità aggiuntive. Ma da inizio anno, dopo l’arrivo di Parisi, non è stata aggiunta alcuna miglioria”
Ancora: “La piattaforma è stata lasciata in letargo. Per fare spazio, dopo un emendamento last minute al decreto crescita, al progetto di sviluppo di un nuovo portale con l’affidamento a terzi tramite Invitalia, l’agenzia di house del Tesoro con cui è prevista la stipula di una convezione. Nel decretone del reddito, 25 milioni sono stati destinati allo sviluppo di nuove infrastrutture informatiche per la realizzazione del ‘case management’ e del ‘labour exchange’, proprio sul modello di Mississipi Works, la app venduta da Parisi allo stato americano del Mississipi. Con la crisi di governo, l’interlocuzione con Invitalia si è arenata. Ma ora, con l’arrivo della Catalfo al Lavoro, Parisi potrebbe rimettere mano al suo sogno della app ‘Italy Works’. Stavolta con il Pd alleato”.
Se son rose fioriranno.
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