Interporto campano nella bufera. Uno dei tasselli strategici nello stoccaggio, trasporto e smistamento delle merci finisce nel mirino della Procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Agli arresti domiciliari – in base all’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Santa Maria su richiesta della Procura – l’amministratore delegato della società per azioni “Interporto Sud Europa”, Antonio Campolattano; il fondatore e animatore dello stesso Interporto, Giuseppe Barletta che è a capo dell’omonimo, potente gruppo casertano e anche il rappresentante legale della società “Antichi Splendori”; uno dei grossi burocrati del Comune di Marcianise, Gennaro Spasiano. Obbligo di residenza per Nicola Berti, amministratore unico della società a responsabilità limitata “Residenza dei Borboni”.
Pesanti i capi d’accusa. Abuso d’ufficio, falso ideologico, violazione delle norme urbanistiche.
Precisa la Procura: “Gli abusi e le irregolarità riscontrate attengono alle procedure di rilascio, da parte del dirigente del Comune di Marcianise, di alcuni premessi a costruire a favore delle società facenti parte del gruppo imprenditoriale ‘Barletta’, già oggetto di recenti approfondimenti investigativi condotti da questo stesso ufficio giudiziario relativamente a plurime condotte illecite di bancarotta fallimentare e concordataria, e di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con riguardo a sei società del gruppo”.
I permessi illegittimi – senza la necessaria, preventiva approvazione della variante urbanistica – sono stati rilasciati tra aprile 2017 e gennaio 2018.
Scrive la procura diretta da Maria Antonietta Troncone: “In pratica lo Spasiano, in accordo e in concorso con le parti interessate, ben consapevole di operare in contrasto al piano urbanistico vigente e perfino in deroga al piano particolareggiato previsto in sede di originaria progettazione dell’Interporto di Marcianise (a tacere del fatto che l’accordo di programma era diventato inefficace per lo scadere, nel 2006, del termine decennale previsto per la sua realizzazione), rilasciava i permessi a costruire per la realizzazione di importanti opere infrastrutturali da adibire non solo a deposito e logistica, ma anche a finalità meramente commerciali; determinando così un ingiusto profitto consistente, per il gruppo imprenditoriale beneficiato, in una nuova speculazione edilizia all’interno dell’area interportuale, eludendo peraltro il coinvolgimento, nelle necessarie procedure autorizzatorie, di tutti gli altri attori pubblici inizialmente coinvolti nella progettualità intermodale”.
Tre, più in dettaglio, le opere contestate dalla procura sammaritana: un edificio commerciale da circa 10 mila metri quadrati in cemento armato, realizzato su un’area pertinenziale di circa 30 mila metri quadrati adiacente al parco commerciale “Campania”, già “oggetto di cessione ad un primario operatore commerciale del settore della hobbistica per la realizzazione di una grande struttura di vendita al dettaglio”; due capannoni prefabbricati che fano parte del Polo Logistico Ovest, da 30 mila e 20 mila metri quadrati, il primo già realizzato e il secondo in fase di ultimazione; un capannone prefabbricato che invece fa parte del Polo Logistico Est, da 50 mila metri quadrati e in fase di ultimazione strutturale.
Nota ancora la procura: “Il consistente quadro indiziario raccolto attraverso, tra l’altro, attività intercettive, consulenze tecniche e diverse testimonianze, ha permesso l’emanazione dei provvedimenti cautelari in corso di esecuzione, con i quali si è neutralizzato un progetto speculativo posto in essere grazie all’asservimento di dirigenti pubblici agli interessi di un gruppo imprenditoriale privato che ha così potuto aggirare i vincoli, anche urbanistici, gravanti sulle aree interessate e superare lo stallo esecutivo determinatosi a seguito dello scadere del termine originariamente previsto per la realizzazione del progetto infrastrutturale”.
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