POTENZA DELLE TRAME – CRONOLOGIA E PROTAGONISTI DELL’INCIUCIO MODELLO URSULA

Inciucio maximo: dove e quando comincia, se davvero c’è stato, il piano per affossare gli empiti sovranisti in Italia, che almeno fino a giugno parevano inarrestabili e i sondaggi davano in ulteriore, rapida escalation?

Matteo Salvini. Nel montaggio di apertura Matteo Renzi e, sullo sfondo, il lunch romano con Scotti, Fassino, Gentiloni, Bonino. Foto tratta dal sito di Eastwest così come quella qui sotto a destra.

Intorno al quesito stanno lavorando da almeno due settimane giornalisti di testate italiane ed estere, oltre naturalmente agli strateghi di Matteo Salvini, che fin dalle prime avances tra Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti hanno gridato al complotto.

La Voce prova a tracciare una ricostruzione per certi versi inedita, rigorosamente in ordine cronologico, tanto per mettere insieme un po’ di fatti che potrebbero tornare utili.

7 giugno 2019. Di ritorno dal Bilderberg, il summit fra potenti della terra cui ha partecipato per la prima volta, Matteo Renzi ne traccia un primo, netto bilancio nella consueta e-news settimanale: «Sono stato per tre giorni al Bilderberg, altro che complotti e logge internazionali: un luogo di alta discussione», annota. Già, perché il vertice mondiale ha visto i partecipanti impegnati su temi come «intelligenza artificiale e cybersecurity, rapporti con la Cina e conquista dello spazio, futuro dell’Europa e relazioni con gli Stati Uniti». Ovvio, ma non detto, che il futuro dell’Europa dipende in larga parte anche da quello dell’Italia. Anche perché primo punto in discussione, secondo il programma ufficiale, è stato proprio quello su “Un ordine strategico stabile”.

E significa qualcosa il fatto che tra “gli elevati” di Bilderberg 2019 (tenutosi a Montreux, Svizzera dal 29 maggio al 2 giugno) vi fosse per la prima volta anche Ursula von der Leyen, all’epoca qualificata come «ministra della Difesa tedesca», che di lì a una manciata di giorni (il 2 luglio) sarebbe stata eletta presidente della Commissione europea con i voti decisivi del Partito Democratico italiano e, soprattutto, del Movimento 5 Stelle?

Non c’è fisicamente, a Montreux, il presidente americano Donald Trump, che ha inviato il genero e suo principale consigliere Jared Kushner. Ma sarà proprio lo stesso Trump che poche settimane dopo, in piena crisi di governo italiana, deciderà di irrompere in maniera del tutto inconsueta sulla scena politica nostrana, incoronando premier il pentastellato Giuseppe Conte, ben prima che a farlo fosse il capo dello Stato Sergio Mattarella, complici anche le intese evidentemente suggellate al G7 di Biarritz (24-26 agosto) con la benedizione del padrone di casa, il presidente francese Emmanuel Macron.

 

QUEL LUNCH DEL 12 LUGLIO

Ma torniamo a riannodare il filo degli avvenimenti facendo un passo indietro.
Siamo al 12 luglio. Roma, sede dello studio legale Grimaldi. Si riunisce «nella consueta forma di working lunch» il comitato scientifico di Eastwest, rivista di geopolitica diretta dal napoletano Giuseppe Scognamiglio. Nata da una costola dell’omonimo think thank, presieduto dallo stesso Scognamiglio, la rivista è un bimestrale a sfondo marcatamente europeista che, nel summit di luglio, vede riuniti allo stesso tavolo (da pranzo) Paolo Gentiloni, presidente del Partito Democratico, Piero Fassino, tra i leader del medesimo schieramento nonché presidente del Cespi (Centro studi politica internazionale), Emma Bonino, ma, soprattutto, Vincenzo Scotti, vertice incontrastato di quella Link Campus University alla quale si sono abbeverati gli odierni leader 5 Stelle prima di calarsi nell’agone politico.

Prove tecniche di inciucio politico, direbbe oggi qualcuno. Per noi, una semplice circostanza temporale da non sottovalutare. Così come non è da mettere in secondo piano, probabilmente, il ruolo di play maker giocato da Scognamiglio.

Chi era costui? E’ lui stesso a dircelo nella vasta autobiografia. «55 anni, Diplomatico, Manager, Professore Universitario, Giornalista – esordisce – nato a Napoli il 16 luglio 1963, laureato in Legge a Napoli nel 1987». E poi «Giornalista pubblicista, vincitore di concorso per avvocato al Tribunale di Napoli, musicista diplomato al Conservatorio di San Pietro a Maiella (Napoli)».

Giuseppe Scognamiglio

E’ ancora niente rispetto alla carriera diplomatica che Scognamiglio esibisce. Leggiamo infatti che «ha ricoperto la carica di Consigliere Diplomatico per gli Affari Internazionali dei Ministri del Commercio e dell’Industria Piero Fassino prima ed Enrico Letta poi (1999-2001) e di Capo Segreteria del Ministro degli Affari Esteri Renato Ruggiero (2001). Ha lasciato la diplomazia attiva con il grado apicale di Ministro Plenipotenziario, che gli dà diritto a essere reintegrato nella carriera», tiene a precisare. Attivo anche nel settore bancario, «dal 2010 al gennaio 2018, è stato membro del Management Board di UniCredit e Vice Presidente Esecutivo per gli Affari Istituzionali e Regolatori di Gruppo, Dipartimento che ha diretto già dal 2003, quando lo ha creato». Tracce dei suoi trascorsi partenopei vengono dallo stesso Scognamiglio declinate con riferimento alla associazione no profit “L’Altra Napoli” di cui è dal 2005 «membro e fondatore del board».

Oggi raccoglie i frutti di un cursus honorum tanto intenso, potendo vantare, saldamente insediate nel comitato scientifico di Eastwest, personalità come Romano Prodi, Giuliano Amato, Enrico Letta, l’ex ministro degli Interni Angelino Alfano, l’ex guardasigilli Paola Severino, oltre agli stessi Bonino, Fassino e ovviamente Scotti.

Il fotomontaggio con cui a maggio sul Blog delle Stelle veniva “salutato” l’ingresso di Pomicino nel Partito Democratico

Perciò non è forse solo un caso che a benedire la nascita del governo giallorosso, prim’ancora che nascesse, vi siano stati proprio Romano Prodi, che ha invocato il “modello Ursula”, e lo stesso Scotti (vedi l’intervista del 16 agosto a Formiche.net: “Accordo di legislatura o niente”). Oltre naturalmente al gran tessitore Piero Fassino e alla plenipotenziaria dell’Europa Emma Bonino, che ancora mentre scriviamo detiene nelle sue mani la golden share di quei pochi voti mancanti al Senato, in attesa di sapere se tutti i desiderata del Modello Ursula verranno soddisfatti. Riuscendo in quel miracolo che solo poche settimane prima appariva impensabile.

Basta andare a rileggersi il post al vetriolo con cui il 13 maggio sul Blog delle Stelle veniva infilzato l’ingresso ufficiale di ‘O Ministro Paolo Cirino Pomicino nel PD targato Zingaretti: «Il “nuovo” segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, guarda alle alleanze del futuro e lo fa, pensate un po’, con il giovanissimo virgulto Paolo Cirino Pomicino. Sono in corso, infatti, prove tecniche di inciucio con l’ex democristiano Pomicino, pronto a traslocare nel PD con la benedizione del segretario e dei suoi sodali De Micheli, Delrio e Franceschini».

Guarda caso, lo stesso stato maggiore Dem che sta trattando con i 5 Stelle per portare  a Palazzo Chigi un esecutivo sul modello dell’asse Pomicino-Scotti, emblema storico della Tangentopoli italiana. Prosit.

 

Le immagini del lunch sono tratte da https://eastwest.eu/it/meeting-point/geopolitica-eastwest-luglio-rivista-settembre.

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