Il futuro ministro “pasta italiana”

Che mattacchione: dopo le comparsate televisive e gli exploit canori, Emanuele Filiberto si è proletarizzato e alla napoletana ha scoperto l’arte di arrangiarsi. Con al seguito il furgone da ambulante ‘Prince of  Venice’,  titolo nobiliare ereditato dal nonno, prepara e vende nelle strade di Los Angeles gustosi piatti di pasta italiana. Per 15 dollari il fantasioso principe offre ‘fettuccine fresche scampi e vongole’ e per un dollaro in più ‘linguine ai tartufi’, preparate da Mirko Palermo, quotatissimo chef. Perché non unire l’utile al dilettevole? Ubriaco del successo commerciale, Emanuele si autopromuove alternativo al governo delle banane Lega-M5S e tra il serio e il faceto proclama la disponibilità a candidarsi. Non è noto se con un resuscitato partito monarchico, ma ‘sicuramente’  spinto da ‘milioni’ di messaggi ricevuti da italiani stufi di Salvini e Di Maio. E perché no? Con Emanuele premier e un manipolo di principi in pensione, baroni, conti delusi, lui al posto di un Toninelli, il grande casino della politica italiana sfocerebbe beatamente nel recupero di sontuosità  regali, nella restituzione alla nobiltà dei palazzi reali adibiti a musei per esibire il tesoro artistico del Bel Paese. In simbiosi con i nostalgici del maledetto Ventennio fascista i supporter dei Savoia tifano con un reboante “Viva il re”.
Scommettiamo: si aprirà la gara per accaparrarsi come capolista l’eclettico Emanuele. Puntare sulla vittoria della berlusconiana Forza Italia è il consiglio di esperti bookmaker.
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La notizia scoop d’esordio riduce ai soli titoli il marasma del capitolo politica e per di più alla rinfusa, tanto non c’è logica nei fatti di giornata:
M5S: “Perchè Salvini non si dimette? Incollato alla poltrona. La sua incoerenza è imbarazzante. Lui e i suoi ministri leghisti hanno annunciato la sfiducia a Giuseppe Conte e al Governo di cui ancora fanno parte. Perchéè continuano a rimanere incollati alla poltrona?”
I raptus della politica sottotraccia sono da camicia di forza. Un toto futuro capo di Stato si sbizzarrisce con previsioni da allucinogeno: Berlusconi, Grillo, Giorgetti (!), Prodi e Enrico Letta. Si salvi chi può.
Crisi, Salvini: “Ore delicate, sventeremo governo truffa M5s-Pd. Ragioniamo, pensiamo al futuro e non al passato”. Ovvio, non pensano al presente perché  hanno motivo per vergognarsene.
In progress gli episodi anti Salvini. Fra i tanti quello fresco, fresco di Castevolturno. Urla dei manifestanti “Buffone, ci hai traditi” e il cartello “Salvini, le tue bufale non sono buone nemmeno per fare la mozzarella”.
Il Tar del Lazio contraddice il divieto di sbarco di migranti dalla spagnola Open Arms, Salvini risponde con un ricorso urgente, ma come in episodi precedenti finirà per beccarsi una nuova batosta. Dice il ministro: “Caro il mio giudice, lo stipendio te lo pagano gli italiani” (cos’è, patriottismo giudiziario?). Non mancano i contestatori che gli urlano “Muori, assassino, assassino. Salvini attento, ancora fischia il vento”. In risposta  grandi bacioni. Diceva la canzone napoletana “Spingole e vase a nu tornese.” Baci  a buon prezzo.
Garavaglia (Lega): “il 70% di chi lo chiede probabilmente non ne ha diritto”. Laura Castelli M5S: “È la più grande cretinata mai sentita”.
Ogni giorno Salvini prende schiaffi. Per uno che in questi mesi ha vinto sempre, infilare una sconfitta dopo l’altra deve essere un’amara sorpresa. Per lui e per i suoi elettori. Penseranno alla congiura, all’irriconoscenza dei Cinquestelle, ai vecchi sconfitti che si sono svegliati, ma resta il dato di fatto che Salvini non ne sta azzeccando una. Questi nuovi politici sanno solo vincere, appena iniziano le sconfitte perdono la ragione che torna agli elettori.
Dovesse lasciare il Viminale, Salvini, il più pericoloso ministro degli Interni, una volta sloggiato, avrà paura di quanto troverà il successore. Ad esempio notizie imbarazzanti sui costi di gestione del ministero, sull numero di funzionari e agenti a sua disposizione, su contatti obliqui con Questure e commissariati. Ne avrà di scartoffie da distruggere, ma rimarrà lo scandalo di un ministro che ha sforato dal confine dei suoi poteri a vantaggio della Lega e di se stesso.
Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in un comunicato ha giustificato la decisione di non firmare il nuovo decreto del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sul divieto d’ingresso, il transito, e sosta nelle acque territoriali della nave dell’Ong Open Arms. “La decisione, è motivata da solide ragioni legali e ho ascoltato la mia coscienza. Dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo”.
Indispettita dal discorso del vicepremier Matteo Salvini ai parlamentari, Monica Cirinnà (Pd) perde la pazienza e dà spettacolo. Una scena che non è passata inosservata. L’episodio incriminato si è verificato ieri, durante l’intervento del ministro dell’Interno a Palazzo Madama. Parlando della crisi di Governo e di probabili elezioni anticipate, che hanno “costretto” i politici a fare ritorno dalle vacanze estive in anticipo, il leader del Carroccio ha fatto dell’ironia: “Signor Presidente, come sono lontani i riti della politica dal Paese reale, che non capisce perché non si debbano ‘disturbare’ i poveri parlamentari a Ferragosto”. La reazione di Monica Cirinnà: ha mostrato un cartello con la scritta “Salvini basta voli di Stato. Le vacanze pagatele. #Dimettiti” e il gestaccio che ha mimato il bere da una bottiglia, come  a dire “sei un ubriacone”. Cattivo gusto, non  decoroso per l’aula del Senato.
Carola Rackete lo ha querelato per gli insulti ricevuti, la tedesca Mission Life lo ha denunciato per violazione del copyright e Salvini rischia la condanna, oltre a una salatissima multa. Deve rimuovere dai suoi social la foto del comandante della Ong che lo accusa di usare materiale fotografico di sua proprietà per incitare contro i salvataggi in mare.
Salvini a testa in giù, giuste polemiche per la vignetta.
Lorenzo Fragola, cantautore siciliano. Due parole, dirette su twitter, che non lasciano adito a dubbi: “Salvini merda”. Il ministro: “Non gli piaccio? Ascolterò altra musica”. Fragola:  “Come dj sei forte: @matteosalvini #49milioni di singoli” (ovvero, euro della truffa allo Stato).

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