PEDEMONTANA LOMBARDA / ARRIVA IL LEGHISTA CASTELLI

Nuovo vertice per la Pedemontana Lombarda, l’arteria autostradale sempre al centro di infuocate polemiche.

L’assemblea dei soci ha nominato, il 18 luglio, un nuovo presidente. Si tratta di Roberto Castelli, che era già un componente del consiglio d’amministrazione.

Roberto Castelli

Tutto leghista il percorso politico dell’ingegner Castelli, parlamentare per oltre un ventennio, dal 1992 al 2013, e soprattutto ministro della Giustizia nel governo Berlusconi, dal 2001 al 2006. Poi, nel successivo esecutivo guidato dal Cavaliere, ha ricoperto la carica di viceministro per le Infrastrutture, ossia dal 2008 al 2011.

Candidato sindaco a Lecco, è stato sconfitto dall’attuale primo cittadino, Virginio Brivio. A settembre 2013, infine, la lasciato la poltrona di consigliere comunale annunciando il suo abbandono della scena politica.

Ora in qualche modo vi rientra, per decisione del governatore della Lombardia Attilio Fontana,cui compete il decisivo parere per la scelta del nome.

La Pedemontana Lombarda è stata fortemente voluta dal “padre”, Antonio Di Pietro, che nel 2007, come ministro delle Infrastrutture nel governo Prodi, la inventò. E lo stesso Di Pietro ne è stato presidente per circa un anno, fortemente voluto dal predecessore di Fontana, un altro leghista doc, Roberto Maroni.

Un pessimo periodo, quello della presidenza Di Pietro, per la Pedemontana,sommersa dai debiti tanto da sfiorare il crac. Finì infatti sotto inchiesta, perché la magistratura milanese voleva vederci chiaro nei conti economici e negli ultimi bilanci. In stato prefallimentare, venne salvata in extremis per l’intervento dello stesso Maroni, che come Governatore della Lombardia aveva ossigenato le sue sforacchiate casse e garantito le banche circa i futuri rientri: ma i debiti diPedemontanavennero generosamente spalmati su un lunghissimo, comodo arco temporale, un vero cadeau.

Una gran fortuna, per Di Pietro, il salvataggio in corner: perché in quel modo, evitato il crac, la magistratura levò il disturbo e non andò più a sbirciare in quei conti & bilanci sui quali sarebbe invece stato opportuno fare piena luce.

Poi sono seguite le rogne burocratiche, per via di un contratto rescisso con l’austriaca Strabag, incaricata di proseguire nei lentissimi lavori. A oggi tutto è fermo e il prossimo bando dovrebbe partire tra alcuni mesi, e le opere riprendere l’anno prossimo.

Opere sempre fortissimamente volute dai leghisti e altrettanto fortissimamente osteggiate dai 5 Stelle, che continuano a sottolineare sperperi, impatti ambientali, inutilità in sé della stessa opera, che non servirebbe ad aiutare il traffico veicolare regionale né a favorire lo sviluppo del territorio. Un’opera costosissima e inutile, che ha già divorato palate miliardarie.

Vedremo ora cosa succede con la presidenza Castelli.


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