BUGIE

Dalla prima intervista da “liberata” della capitana, concessa in esclusiva a Repubblica si ricava che Salvini oltre che rozzo e tracotante, è anche bugiardo. “Criminale, ricca comunista, pirata” ha ripetuto più volte per guadagnare consensi tra razzisti e xenofobi. Falso. Lo ha smentito il magistrato che assolve la comandante della Sea Watch, lo sputtana il dato di fatto che il padre è pensionato dopo una vita di lavoro in un’azienda di produzione e che “pirata” è l’opposto di salva vite. Le chiedono chi è Carola Rackete? “Sono ambientalista, atea e cittadina europea”. La provocazione: “Farebbe salire sulla Sea Watch Salvini?” “Abbiamo una regola molto rigida. Niente razzisti a bordo”.

Che incredibile guazzabuglio e che disumanità nel caso dei profughi salvati dal veliero Alex della Mediterranea. Scampati alla morte sono ammassati nell’infelice spazio dell’imbarcazione a vela, allo scoperto, esposti ai quaranta gradi del sole bollente di questo luglio infuocato. Per non smentire il connotato di cinico razzista, Salvini ha vietato lo sbarco nei porti italiani, ha ordinato di approdare in Tunisia dove i porti sono considerati da tutti insicuri e infine ha imposto alla Alex di dirigersi a Malta, che come un mercato di scambio merci  avrebbe accolto i migranti in cambio di un numero pari da spedire in Italia. Insomma una partita di giro sulla  pelle dei profughi. Dall’imbarcazione è partito il no: troppo distante Malta, impossibile sottoporre 59 migranti stremati a un viaggio così lungo. La logica vorrebbe che motovedette di Malta  li prelevino almeno a metà strada. Quando tutto era pronto per concludere il calvario della Alex è però arrivato l’alt del Viminale, con la scusa di condizioni inaccettabili poste dalla Alex a propria, garanzia. È una trappola, commenta la Mediterranea. Risultato: permane la situazione disperata sulla Alex.

 

La derelitta e vituperata capitale di Terronia può mai assumere il prestigioso ruolo di città sede delle Universiadi, luogo d’incontro di centotrenta nazioni del mondo, di seimila atleti, dei vertici istituzionali dello sport? Il “no” di un grillino assurto alla guida del Tg1, preclude ogni altra risposta: evidentemente per lui Napoli non è in grado di ospitare la manifestazione sportiva seconda solo alle Olimpiadi e per non di derogare da questo sano caposaldo di convinto razzismo il direttore del tg1, Carboni, ha ordinato di ignorare l’evento nell’edizione delle venti, ora di maggior ascolto. Per due sere consecutive sono stato sviato dal ‘fioretto’ di dedicarmi ad altro nell’orario televisivo del Tg1 per non contribuire ai numeri dell’audience e sottrarmi all’orgia di propaganda gialloverde in cui si è ridotto. Ho atteso con pazienza che – non dico nei titoli di testa o in apertura – ma almeno in chiusura, desse notizie dell’evento Universiadi. Niente, neppure un secondo.

Chi è Giuseppe Carboni? È uno dei tanti soggetti che fiutano l’aria che tira e la respirano a pieni polmoni. Ai primi segnali dell’annunciato successo elettorale dei pentastellati, ne è diventato portavoce di Rai2. Di qui la nomina alla direzione del Tg1. Grave e giornalisticamente scorretta l’omissione di notizie sull’evento che ha confermato di Napoli la straordinaria qualità di capitale dell’accoglienza e la capacità di ospitare alla perfezione un importante evento, con pochissimo tempo a disposizione per il rifiuto tardivo del Brasile.

È che Napoli è amministrata dall’arancione De Magistris e la regione è guidata dal dem De Luca: perché gratificarla con l’attenzione del Tg1? Così deve aver ragionato Carboni, dopo aver ricevuto indicazioni di marcia dai dioscuri Di Maio-Salvini. Oltre l’indignazione ci consola l’esito della consultazione degli indici d’ascolto del Tg1 che con questo direttore sono in calo.


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