A colpi di mano e rapine istituzionali, Di Maio e Salvini hanno fatto man bassa di gangli del sistema democratico per condizionare a loro uso e consumo l’opinione pubblica degli italiani. Ci limitiamo a tre scippi: Rai, Istat, Inps, ma sono molte di più le occupazioni operate in pochi mesi dai rapaci gialloverdi. L’esito delle appropriazioni indebite non è purtroppo evidente alla maggioranza dei cittadini, altrimenti domenica prossima l’elettorato boccerebbe sonoramente Lega e 5Stelle. Da qualche tempo non sono pochi gli utenti Rai, con il cervello che ancora funziona, a fare zapping negli orari dei Tg per emigrare altrove e non assistere allo scempio che le redazioni, specialmente di Rai 1 e Rai 2, compiono senza contestare la plateale faziosità dei contenuti, monopolizzati dal Dioscuro Di Maio e ancor più da Salvini, spesso monchi, nel senso che ignorano notizie non gradite ai committenti di palazzo Chigi. Per compiacere l’intolleranza razzista e xenofoba del ministro dell’Interno, un paio di conduttrici del Tg1 adornano il collo e il petto con collane da cui prende il crocifisso e ostentano un “prima i cattolici” in contrasto con la Costituzione che riconosce parità di culto a tutte le religioni.
Nel tardo pomeriggio di ieri, i motori di ricerca on line hanno pubblicato la notizia “Riace vince il ricorso, il Tar annulla l’espulsione dallo Sprar”, ovvero il Tribunale Amministrativo Regionale annulla il provvedimento del Viminale (leggi Salvini) che aveva escluso il centro di accoglienza calabrese dal sistema di protezione dei rifugiati e messo sotto accusa Mimmo Lucano, illuminato sindaco di Riace, protagonista dell’operazione finora unica in Italia, di inserimento nella vita sociale del paese dei migranti, impegnati in lavori utili. Il Tar accoglie l’istanza presentata dal vicesindaco e la segnala alla Corte dei Conti con questa significativa motivazione: “Aver lasciato la gestione di ingenti risorse pubbliche in mano a un’amministrazione comunale ritenuta priva delle risorse tecniche per gestirle appare fonte di danno erariale”. In altre parole è stato un errore cancellare i progetti Sprar di Riace. Il commento di Mimmo Lucano: E’ una bella notizia, ma resta l’amarezza per l’esperienza interrotta. Le persone sono state trasferite, i danni sono stati fatti. Almeno si ristabilisce dal punto di vista amministrativo un po’ di giustizia. Abbiamo operato in una terra col destino segnato e vogliamo continuare a farlo. Noi andiamo avanti e per quanto mi riguarda cercherò giustizia in tutte le sedi”. La decisone del Tar è un sonoro schiaffo a Salvini e al suo ministero che non ha né segnalato per tempo, né in modo chiaro, criticità e problemi poi serviti per motivare la revoca dei contributi, né ha dato all’amministrazione la possibilità o margine di tempo per sanarli. “Anzi”, affermano i giudici amministrativi, “la nota con cui, a detta del ministero, sarebbe stato comunicato a Riace l’avvio della procedura di infrazione, violerebbe le regole che presidiano la trasparenza e la partecipazione degli interessati”.
Appresa questa deflagrante notizia, decido di derogare dall’astinenza nei confronti dei TG Rai e alle 20 mi costringo a seguire con attenzione il Tg1, in attesa della notizia su Riace. Lo avrete intuito, non c’è. Neppure una parola, secondo il principio “non disturbare il conducente” imposto dai vertici di viale Mazzini presidiati da leghisti e pentastellati. Sarebbe salutare per il Paese ricordarsene domenica prossima, al momento di esprimere il voto per le europee.
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