‘NDRANGHETA / GRATTERI DERATTIZZA LA CALABRIA

Oggi si scopre l’acqua calda, come al solito.

Le ‘ndrine calabresi hanno messo le mani su Milano e la Lombardia. Mani allungate da anni e anni, almeno dalla metà dei ’90, senza che nessuno abbia mai fiatato né battuto un ciglio. Ora tutti a stracciarsi le vesti. La fiera del deja vu.

E mentre a Milano tutti su col naso a guardare gli asini volanti, in Calabria il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri affila le scimitarre. E dichiara guerra ai “topi” annidati nella pubblica amministrazione.

Imperdibile la lectio magistralis tenuta dal mancato ministro della giustizia nel governo Renzi che si è svolta nella splendida cornice dell’AMMI, ossia l’associazione “Mogli di medici”, in collaborazione con il liceo scientifico “Siciliani” sul bollente tema “Donne e ragazzi liberi di scegliere”.

Ecco, fior tra fiore, alcuni messaggi lanciati dal procuratore Gratteri.

“Il marcio della pubblica amministrazione o di chi comanda o ha potere e responsabilità è quello di dire ‘a me qualcosa deve uscire, qualcosa devo avere’. Se questa è la logica, il compito della Procura di Catanzaro è di derattizzare il territorio, non con lo spillo ma con la scimitarra”.

Peccato che le mafie ormai viaggino via web, via transazioni finanziarie e triangolazioni con i paradisi fiscali per riciclare a tutto spiano, ed indossino giacche e colletti bianchi.

Prosegue il Profeta della Procura: “Mai come oggi nel distretto di Catanzaro è possibile scegliere. Noi daremo grandi risposte al territorio, faremo grandi cose. Puliremo intere aree del territorio dalla ‘ndrangheta perché in Procura ci sono pubblici ministeri di primissimo piano, nel 99 per cento superiori alla media e perché ho la possibilità e l’onore di dirigere pezzi della migliore polizia giudiziaria italiana”.

Il fiume in piena non si arresta e comincia a parlare in terza persona. “E’ una grande macchina che si è mossa, sta crescendo e nessuno può fermare. Anche se non ci sarà Gratteri va avanti lo stesso”.

Ecco la scimitarra: “I centri di potere si sono accorti in ritardo, ma ormai il gioco è fatto: nessun centro di potere massonico, ‘ndranghetistico, massonico e ‘ndraghetistico insieme, la può fermare. Quindi invito faccendieri e gente borderline a stare a casa la sera, a non frequentare ‘ndranghetisti e massoni deviati perché non conviene, non è la stagione dell’illegalità”. Capito?

Poi un monito ai media e anche alcuni illuminanti spunti filosofici. “C’è un altro problema: da un paio di anni ci sono dei centri di potere che incominciano a dire che dobbiamo riscrivere un’altra storia della Calabria. Ma quale sarebbe un’altra storia della Calabria? La storia è una. Non esistono due verità. Io devo dire in modo molto crudo, asciutto e duro qual è la realtà. E quindi cosa si sono inventati? Che dobbiamo scrivere un’altra Calabria perché Gratteri è il male, infanga la Calabria, racconta la ‘ndrangheta e il malaffare e quindi fa cattiva pubblicità? Sto cercando, nel mio piccolo, di cambiare la Calabria, di derattizzarla, per darvi un futuro migliore”.

Nel frattempo i topi che contano hanno da tempo fatto fagotto e si sono trasferiti a Milano, a Saint Vincent, a Sanremo oppure a Dusseldorf o a Montreal. Derattizziamo anche lì?


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