Ci si può giurare, è di intensa, ma breve durata l’enfasi dedicata allo scandalo del diabolico intreccio ordito dalla mafia calabrese con i mondi paralleli della politica e dell’impresa. È la pacchia, detto alla Salvini, per i media di ogni tendenza, impegnati in campagne di offesa e difesa della tangentopoli lombarda. Va tutto bene per mettere la sordina al dramma di un Paese finito nelle grinfie del duopolio di incapaci sul punto di dare la spinta finale che farà precipitare l’Italia nel baratro del default finanziario annunciato ufficialmente dalla Comunità europea che vede nuvole nere sull’Italia: crescita al palo, deficit in aumento, Pil praticamente fermo, ripresa molto lenta, ovvero tutti dati negativi. Siamo maglia nera in tema di investimenti, il deficit salirà a un drammatico 3,5 percento nel 2020, se non aumenterà l’Iva, con le note conseguenze sul costo della vita. Incombe il rischio che il debito pubblico cresca fino al 135%. La Ue prevede anche un aumento in Italia della disoccupazione. Ecco, tutto questo e l’onda nera del neofascismo che rischia di diventare uno tsunami per la democrazia del Paese, nel sistema mediatico sarà sovrastato per qualche giorno dai titoli a tutta pagina sull’infiltrazione capillare della ’ndrangheta nel tessuto economico e politico del Paese. La sfrontatezza dei 5Stelle,portavoce Di Maio, definisce ‘farlocche” le analisi della Ue, un espediente per “colpire politicamente il governo”, frutto di confusione che si sostanzia in minacce di sanzioni. Si dimostra così, anche questa volta, la consuetudine di mentire, contando sulla difficoltà generalizzata di capire dove sta la verità. Il ministro Tria, che rischia un giorno sì e l’altro pure di esser sfrattato dal governo per la sua onesta disamina del cattivo stato di salute della nostra economia, dichiara: “C’è corrispondenza tra le nostre previsioni e quelle della Commissione, anche se in quelle di Bruxelles c’è un leggero minor ottimismo”. Fossimo in Inghilterra, dove si scommette anche su quanti capelli sono rimasti in testa del principe Henry, punteremmo una bella cifra sul licenziamento di Tria un giorno dopo il voto del 26 maggio.
A proposito di menzogne dei politici, ovvero del come vanno a caccia di di benevolenza dei cittadini, esibendo un consistente numero di ”mi piace” ai propri profili Facebook, Instagram, twitter: un’indagine di antagonisti della sindaca Raggi denuncia che il 63% dei suoi presunti seguaci è fantasma. Cioè, che su mille like, 630 sono cliccati da profili falsi e, cosa anomala, che il 73% dei click non arriva da Roma. È lecito il sospetto che si tratti di consensi “pilotati”, dipartito. Nessuna meraviglia.
Tutto vero, siamo un popolo di poeti, navigatori, eccetera, eccetera. Manca all’elenco delle lodi l’aggettivo “creativi”. Basta sfogliare un qualunque quotidiano o periodico; è sufficiente sorbirsi i Tg macchiati di giallo verde, per capire che il tempo del vice premier e ministro degli interni è scippato alle funzioni istituzionali,r monopolizzato da comparsate televisive e selfie fotografici. E cosa ti inventa l’impertinenza giovanile per contestarlo? Inventa un selfie autogol. In Sicilia due ragazze chiedono a Salvini una foto ricordo a tre. Il ministro, gongolante, acconsente. Le giovani anti lega lo snobbano e si baciano sulla bocca, come provocazione per l’omofobia del “Ce l’ho duro” del Carroccio. Prima di loro una ragazza, a Salerno, chiede il selfie a Salvini, ma in realtà attiva lo smartphone per una ripresa video e gli chiede se pensa che i meridionali non sono più terroni. Il ministro ordina “Cancella quel video!”. Sempre a Salerno, dove il rettore dell’Universtà s candida alle europe con al Lega, un altro ragazzo, in corso di selfie, gli chiede “Dove sono finiti i 49 milioni della Lega?” Salvini:” Ce li hai tu” !!! All’accoglienza di Salerno non sono mancati episodi di esplicita contestazione. Una donna ha esposto al balcone uno striscione con la scritta “Questa Lega è una vergogna”.
La lega può vantarsi quanto le pare di comizi affollati di Salvini, ma ignora i flop, come il raduno di Forlì, quando ha imitato il duce affacciato al balcone del palazzo comunale, di dove Mussolini aveva assistito alla strage di partigiani. Piazza semi vuota. Salvini indispettito, anche per i “Bella ciao” intonati da contestatori nel corso dei suoi comizi. Ci si aspetta da un momento all’altro un suo ducesco “tappatevi la bocca”, già indirizzato ai soci 5Stelle che l’attaccano per il caso Siri.
A proposito di Lega. Se l’uragano della corruzione si è abbattuto sull’establishment di Forza Italia, non ne sta fuori neppure il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, indagato per abuso d’ufficio. Scrive l’Ansa che avrebbe proposto come membro esterno di un ‘Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici’, incarico che frutta 11.500 euro l’anno e 180 euro a seduta, Luca Marsico, ex socio di studio legale e suo sostenitore elettorale, per ricompensare la sua bocciatura alle elezioni regionali.
Sotto accusa anche il presidente della Rai Marcello Foa. Gli contestano il conflitto di interessi per essere anche presidente di Rai Com. Omofobo, anti vaccini, cittadinanza svizzero, Foa, uomo della Lega, fu accusato di conflitto d’interessi anche per l’assunzione del figlio nello staff di Salvini.
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