Se Fico dice qualcosa di sinistra una ragione c’è

Se il presidente della Camera punta a connotarsi come “l’uomo che stupisce”, un bel passo in questa direzione è affidato a Facebook, diffusore di esternazioni con la maggiore capacità di penetrazione nell’opinione pubblica. Sul profilo di Roberto Fico, figlio adottivo tra i prediletti del comico genovese, compare una nitida lezione sull’accoglienza e spiazza i detrattori della subordinazione dei grullini, che dal vertice a buona parte della base, contrastano debolmente la linea del respingimento xenofobo urlata dal partner di governo, il “Ce l’aveva duro” Salvini. Mister x, estraneo alle cose della politica italiana, perché colto da amnesia totale, se capitasse su Facebook; se, uomo della sinistra, fosse interessato a conoscere la fisionomia delle più alte cariche istituzionali; se, specificamente di chi governa i lavori dei deputati; se si imbattesse nel post di Roberto Fico: sarebbe colto da un moto di stupita soddisfazione nel leggere “Accoglienza vuol dire crescita, sicurezza e benessere.

Accoglienza non è una parola astratta. Un territorio che accoglie in modo virtuoso è più solido e coeso. Di questo ho parlato con i ricercatori dell’Euricse che mi hanno presentato le iniziative a cui stanno lavorando come lo studio di progetti di accoglienza sostenibile che ci sono rivelati un valore aggiunto per le comunità”. “Urca, esclamerebbe lo smemorato “che scoperta, l’Italia è un Paese di sinistra!” Sfogliando le pagine dei quotidiani, al “nostro” si presenterebbe l’opportunità per confermare la convinzione di essersi imbattuto in un’oasi di socialismo reale. Sollecitato dall’enfasi giornalistica avrebbe appreso che l’ispiratore di uno dei partiti di governo, tale Grillo, con un atto di significativo pentimento, ha ribaltato la convinzione anti scientifica dei “no vac”, dei contrari all’obbligo delle vaccinazioni. Ma come la labilità dei miraggi, sfuma e poi svanisce, così si dissolve l’illusione di mister. La consulenza di un politologo gli chiarisce la vera natura del grullismo che siede al tavolo di gioco con un paio di assi nella manica. Con il primo prova a contrastare il poker di Kappa dell’avversario in politica (ma contemporaneamente socio di governo), chiede al mazziere quattro carte e si augura che tre siano assi, da unire a quello della manica per un poker imbattibile. Con il secondo, gioca d’azzardo, con le ultime fiche che ha davanti. Bluffa, nella speranza di rifarsi. Fuori della metafora: gioca tutto quello che gli rimane sull’ipotesi che una sterzata a sinistra riconduca all’ovile le pecorelle, gli scontenti della sinistra imbarcati sul traghetto pentastellato in vista del marzo 2018. Legenda: le esternazioni di Fico sono talmente di sinistra da preludere un suo clamoroso exodus dal Movimento e un approdo al Pd? Questa prospettiva è fantapolitica, ottimismo – e non della ragione – di dem frustrati.

Fico, tagliato fuori dalla gestione del potere, ben stretto nelle mani di Di Maio e tra non molto di Di Battista, cerca sponde nella sinistra dei delusi e nel popolo pentastellato che mugugna per il complesso d’inferiorità nei confronti della Lega. Grillo si direbbe il suo mentore, con l’identico obiettivo di contrastare la man bassa di Salvini sull’Italia dell’“uomo forte” al potere.


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