Giustizia calpestata. Dopo la sentenza del tribunale di Avellino che assolve da ogni reponsabilità il numero uno di Autostrade, Giuseppe Castellucci, per la strage del bus, il bis arriva dal tribunale di Padova, dove va in onda un’altra tragica sceneggiata. E con i familiari delle vittime anche stavolta ad urlare “vergogna, li uccidete un’altra volta!”.
Stavolta si tratta di un lungo processo per la morte di ben 1.100 militari, uccisi dall’amianto delle navi in cui prestavano servizio, senza che gli eccellenti ammiragli della Marina se ne fregassero e muovessero un dito per far rimuovere quell’amianto killer. Una responsabilità gravissima, ma che per il tribunale padovano è del tutto campata per aria, quasi che quei poveri militari se la fossero cercati da sola e fossero ben contenti di vivere in quelle assurde condizioni.
Per quelle toghe “il fatto non sussiste” e quindi tutti assolti, otto super ammiragli, con formula piena. Erano accusati semplicemente di omicidio colposo e lesioni: invece neanche quello. Laddove è palese che l’accusa avrebbe dovuto essere di “strage”. Come per la vicenda del sangue infetto, il cui processo sta terminando a Napoli dopo vent’anni di attesa: è stato messo in commercio sangue infetto per guadagnar fior di quattrini, è evidente la “strage”, invece l’accusa è solo di omicidio colposo plurimo.
Ma come si sono mai potuti giustificare gli ammiragli che si sono succeduti ai vertici della Marina dal 1980 in poi? “Non abbiamo avuto fondi a disposizione, non avevamo autonomia di spesa”, la pezza a colori servita a convincere, incredibilmente, i giudici.
La strage, comunque, continua. Perchè se fino ad oggi sono morti 1.100 militari, il numero è destinato a crescere, per le malattie contratte da tanti altri giovani, tuttora costretti a costose cure chemioterapiche sapendo già quale sarà il loro destino. Mentre lorsignori lucidano le stellette e se la spassano in beata pace, alla faccia della Giustizia, quella vera.
Dichiarano comunque di non volersi arrendere di fronte a questa vergogna di Stato, i familiari e le associazioni delle vittime, rappresentati dall’avvocato Ezio Bonanni, che coordina anche l’Osservatorio Nazionale Amianto: “Non può calare il sipario sulle responsabilità per la morte di centinaia di vittime”, sottolinea, preannunciando uno scontato ricorso in appello.
Gli ammiragli di cielo e di mare, si sa, non pagano mai il conto, come insegna la tragedia di Ustica…
P.S. Avete sentito una sola notizia di questo processo padovano su Tg1, Tg2, Tg3 e via disinformando? Un silenzio tombale. Solo il bombardamento per la parata gialloverde in occasione dello sbarco di Battisti!
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