BIG PHARMA / COLPO DI ELI LILLY. DOPO PROZAC E CIALIS, ORA VITRAKVI

E’ sempre più tempo di maxi acquisizioni nel pianeta di Big Pharma. Sul fronte dei farmaci antitumorali la storica Eli Lilly mette a segno un colpo da novanta, facendo un solo boccone della sua giovane rivale, Loxo Oncology, nata solo 5 anni fa ma già salita alla ribalta. Un’operazione da 8 miliardi di dollari.

Passiamo rapidamente ai raggi x “Lilly”, come la chiamano affettuosamente gli yankee.

Viene tenuta a battesimo ad Indianapolis nel 1876 da un veterano di guerra civile negli Usa, Eli Lilly appunto, che aveva una sfrenata passione per la chimica farmaceutica. Fu la prima azienda a portare il vaccino antipoliomielite (quello inventato da Albert Sabin, tra gli allievi il nostro due volte quasi Nobel Giulio Tarro) negli Usa; e a produrre e commercializzare insulina.

Su queste due basi fonda man mano il suo impero. Che nell’ultimo ventennio ha puntato gran parte delle fiche sui farmaci psichiatrici. La sua fortuna, infatti, si chiama Prozac, una delle pillole d’oro nella storia di Big Pharma. Da non pochi scienziati, però, ferocemente criticato per tutte le dipendenze ed effetti (anche pesantissimi) collaterali che comporta.

E grossi problemi ha dovuto affrontare la cara Lilly con un altro prodotto che si è dimostrato a fortissimo rischio, Zyprexan, nato per il solo utilizzo contro la schizofrenia e i disturbi bipolari, ed invece prescritto a lungo anche per uso pediatrico! Sul fronte di Zyprexan sono insorti parecchi contenziosi giudiziari. Nel 2005, per cominciare, Eli Lilly ha dovuto pagare quasi 700 milioni di dollari di risarcimento a cittadini che l’hanno denunciata. Da tener presente che il bacino di pazienti di Zyprexan ha raggiunto su base annua da 26 milioni, cifre da record. E da brivido.

Non è finita, perchè quattro anni più tardi, nel 2009, è stata condannata da un tribunale federale a pagare la bella cifra di 1 miliardo e 400 milioni di dollari per “aver permesso illegalmente l’uso di un farmaco psichiatrico e per aver usato tecniche sofisticate di desease mongering” (tradotto significa: “traffico sulle malattie”).

Anche in Italia, dove il quartier generale con quasi 1200 dipendenti si trova a Sesto Fiorentino, ne ha combinate delle belle. All’epoca della Farmatruffa, infatti, era una delle aziende in pole position nel versare mazzette. Per quella Farmatruffa vennero condannati il Re Mida della Sanità Duilio Poggiolini e Sua Sanità Francesco De Lorenzo: anche ad un salato risarcimento, 5 milioni di euro a testa per aver leso l’immagine del nostro Paese.

Hanno passato qualcosa i vertici della tenera Lilly? A quanto pare niente. Tanto da meritare per il 2017 e il 2018, addirittura, il premio speciale conferito dall’Ethispere Institute alle società più etiche (avete letto bene, etiche!) al mondo.

Fa segnare, Eli Lilly, un fatturato 2017 da 23 miliardi di dollari, un mercato composto da 18 paesi,  40 mila dipendenti, ed è guidata da due anni dal ceo Dave Ricks, che ha portato a segno l’operazione di acquisto di Loxo Oncology, nata nel 2013 solo per produrre antitumorali, sede a Stamford, nel Connecticut.

In questi anni Loxo si è messa in luce per diversi farmaci in via di sperimentazione sul fronte antitumorale. In particolare ora brilla la stella di Vitrakvi, che ha appena ricevuto l’ok delle autorità sanitarie statunitensi.

Tra gli altri prodotti per i quali mamma Lilly ha fatto dollari a palate da rammentare il Cialis, l’unico vero rivale del Viagra.


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