DNA / NASCE LA SUPERPROCURA BIS. SOLO PER ANALISI STORICHE ?

Nasce una superprocura nella superprocura. A gennaio si conosceranno, infatti, i nomi dei componenti del nuovo organismo speciale che il numero uno della Direzione Nazionale Antimafia, Federico Cafiero de Raho, ha fortemente voluto. Vale a dire un pool di magistrati che saranno impegnati sul fronte di inchieste e processi mai risolti di “mafia” e “terrorismo”.

Sorge spontanea una prima domanda, che sollevano non pochi giuristi. “Come si fa a creare uno sbarramento del genere? Tante stragi vedono la collaborazione tra mafie e pezzi dello stato, in combutta con i terroristi. Non sarebbe stato meglio creare un’unico organismo sui “buchi neri della nostra storia”, su “stragi e delitti eccellenti”? Ma soprattutto è tutto da capire il ruolo e i poteri che potrà avere questa sorta di superprocura: collaborerà con le procure ordinarie o no? Avrà mai il coraggio di scroprire le eventuali collusioni di magistrati nel non volere verità e giustizia?”.

Le prime parole pronunciate da Cafiero de Raho non sono pienamente incoraggianti. “Il nostro obiettivo è riprendere tutto il materiale investigativo che negli anni, a partire dalla fine degli anni ’60, è stato acquisito e attraverso di esso dare una lettura che sia un po’ più approfondita ma soprattutto generale”.

Un obiettivo storico, allora? Cosa vuol dire, concretamente, “una lettura un po’ più approfondita e generale”? Solo un po’ ? E allora che serve? Non ci sono strumenti per nuovi accertamenti? Nessun potere per qualcosina in più? Solo una letturina?

C’è anche chi si chiede. “Come si comporterà questo nuovo organismo ad esempio nel caso Borsellino? Seguirà la pista che esce dalle motivazioni del Borsellino quater sul ‘dossier Mafia-Appalti’ come possibile movente? Oppure quella che vien fuori dal processo sulla ‘Trattativa’, proprio perchè Borsellino l’avrebbe ostacolata?”.

E bisogna tener conto anche del fatto che ora sono in piedi altri due filoni, sempre sulla strage di via D’Amelio. Il processo aperto a Caltanissetta per “depistaggio” a carico dei tre poliziotti che erano al servizio dell’allora numero uno Arnaldo La Barbera. Mentre a Messina è in vita la difficile inchiesta sui magistrati che hanno coordinato i primi due processi Borsellino, caratterizzati dalle verbalizzazioni taroccate del pentito Vincenzo Scarantino. Un filone di estrema delicatezza, il secondo.

Come si muoverà, tra questi scogli, la nuova mini super procura?


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