Appello amaro per Diana Bracco, la super lady dei Farmaci, ex vicepresidente di Confindustria, ed ex commissario del Padiglione Italia a Expo 2015. Una donna da novanta.
La Corte d’Appello di Milano ha confermato la sentenza di condanna già emessa in primo grado per “frode fiscale” da circa 3 milioni di euro. Il pm Giordano Baggio, infatti, ha dimostrato carte alla mano un indebito passaggio di spese e costi sui conti correnti societari, mentre si trattava di spese private e personali, ad esempio riguardanti l’acquisto di uno yatch oppure lavori nelle sue maison estive e invernali.
La condanna di primo grado a 2 anni è stata lievemente limata ad 1 anno e nove mesi per via della prescrizione dell’anno 2009 di frode fiscale. Ad 1 anno e 3 mesi, invece, sono stati condannati due stretti collaboratori di lady Bracco, ossia Marco Isodoro Pollastri e Simona Adele Calcinaghi.
Vista la malaparata, comunque, la signora delle Pillole aveva subito provveduto a “ravvedersi”, versando 4 milioni di euro nelle casse societarie di Bracco, e saldando i debiti con l’Agenzia delle Entrate.
Ma la frittata, ormai, era stata fatta. Così giustifica il legale di casa Bracco: “E’ provato che Bracco mai si è occupata delle modalità di fatturazione, ma ricorreremo in Cassazione”.
Gli affari societari continuano a gonfie vele, così come le attività umanitarie & sociali messe in campo dalla vulcanica Diana.
Comunque, un’occhiatina a fatture e bilanci non farebbe male a darla, tra una soirèe e l’altra.
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