E’ in picchiata nei sondaggi, nel giro di pochi mesi la sua immagine si è pesantemente offuscata, eppure Repubblica titola un suo paginone: “Il coraggio di Macron, l’eroe solitario del fronte europeista”.
Viene dipinto dallo storico inviato Bernardo Valli non solo come il Salvatore della Patria, ma dell’intera Europa, faro unico di civiltà e di speranza per un futuro diverso.
Ecco l’inno intonato da Repubblica che si rifà alla sfilza di obiettivi che un anno fa elencava in un intervento alla Sorbona: “un bilancio per l’eurozona; convergenza fiscale e sociale; una difesa comune; la gestione dell’asilo ai migranti; una tassa sulle transazioni finanziarie; integrazione dei mercati francese e tedesco come esempio per il resto del continente; la cessazione delle sovvenzioni ai paesi che non rispettano lo stato di diritto”.
DAL PROGRAMMINO AL MANCATO ELISEOGATE
Programmi già sbandierati mille volte, oppure super scontati, o provocatori, come l’integrazione a due, i colossi europei, in modo da creare una sorta di Moloch mangiatutti. Se questo è il Salvatore, i francesi se lo possono tenere ben stretto e coccolarselo fin che vogliono.
Tutta l’operazione tesa a incensare Macron è finalizzata alle elezioni europee della prossima primavera, dove il capo dell’Eliseo intende proporsi come il numero uno del progresso e della civiltà, ad esempio contro la ‘barbarie’ di Orban.
Un leader costruito a tavolino, Macron, capace di radunare intorno a sé quel che resta dell’ex regno di frau Merkel, qualche coccio del Pd (o della ‘Cosa’ che nascerà dopo il congresso in Italia), e frattaglie varie.
Ma non c’è un’alternativa credibile a tutto questo, capace di radunare sul serio tutte le forze di libertà e progresso rimaste sul campo, tornando alle utopie calpestate dal turbo capitalismo che ha fatto più massacri che altro, riprendendo in mano i fili di un vero ragionamento socialista e democratico?
Torniamo alla ‘macronate’. E’ costretto ad ammettere Bernardo Valli nella sua disamina: “L’impopolarità di Emmanuel Macron (soltanto tre francesi su dieci si dichiarano soddisfatti del presidente), secondo i sondaggi sarebbe dovuta alla stagnazione del potere d’acquisto, ma anche al suo stile, che molti trovano altezzoso. Distante dalla gente. Le riforme che ha fatto sono state giudicate ‘a favore dei ricchi’. Ha ritoccato quel labirinto che era il codice del lavoro. Ha abolito lo statuto speciale dei ferrovieri che per i suoi predecessori era una fortezza inespugnabile”.
Un perfetto Matteo Renzi in salsa transalpina, soprattutto sul fronte del lavoro: Jobs Act e abolizione dell’articolo 18 sembrano molto simili alle manovre sul codice del lavoro e il contratto dei ferrovieri.
E tutto il resto? La balorda politica sui migranti, dove mena ceffoni a vanvera all’Italia, proprio lui che sbatte fuori i migranti da Ventimiglia? E anche oggi manda indietro (all’Italia) altri migranti? Può essere mai questo “il leader del fronte europeista, il più autorevole”, secondo il Verbo di Bernardo Valli?
Il quale, naturalmente, non spende una parola sul clamoroso scandalo del bodyguard che aveva accesso a tutti i segreti dell’Eliseo e con ogni probabilità aveva (ed ha) alle sue spalle storiacce con i servizi segreti (nella migliore delle ipotesi) d’ogni tipo. Come mai quel Eliseogate è presto sparito dalle prime pagine dei giornali francesi?
E non dimentichiamo quella stranissima elezione, quel partito (un po’ come Forza Italia del primo Berlusconi) sorto dal nulla in meno di un anno? Gli appoggi “oscuri”, non solo finanziari, di cui ha potuto godere? Non nasce una stella in 24 ore: a meno che ad accenderla e a manovrarla non ci siano delle “manine”, poteri forti e soprattutto poco trasparenti.
SAVIANO ALL’ELISEO ESALTA L’ESEMPIO – RIACE
Ciliegina sulla torta. Nel paginone di Repubblica è compresa un’altra notizia da novanta. Eccola tutta da gustare: “Parigi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato all’Eliseo Roberto Saviano a margine della sua visita a Parigi per presentare il libro Piranhas (traduzione di La Paranza dei bambini). I due hanno parlato di criminalità giovanile e di periferie. Lo scrittore Saviano ha espresso preoccupazione per la questione immigrazione, per la criminalizzazione delle Ong e per la mancanza di una politica condivisa di accoglienza e integrazione in Europa. Ha inoltre raccontato al Presidente Macron l’esperienza di Riace, un piccolo comune della Calabria noto per essere un esempio virtuoso di accoglienza e integrazione”.
Chissà se gli ha anche raccontato che ora il sindaco è indagato dalla magistratura?
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