Anche questa è l’Italia

Che nessuno ululi “ahinoi, povera Italia, in mano a chi ci siamo messi”, che nessuno storca il naso e caschi nel nihilismo del pianto ipocrita del coccodrillo un attimo dopo aver ammazzato il suo neonato lucertolone, che nessuno reagisca con lacrime amare al disastro della democrazia, ghigliottinata il 4 marzo di questo infausto 2018; che nessuno s’imbarchi nella promessa di rispondere con il fioretto dell’astensione quando sarà chiamato alle urne, che nessuno ci provi a tenersi fuori dal disastro per aver posto la crocetta del voto su simboli diversi da Lega, 5Stelle, Forza Italia, che nessuno gridi al lupo al lupo dopo che l’ovile è stato vittima del predatore; che nessuno pensi di caricare l’imputazione su un unico indagato, ovvero su Renzi, che nessuno si assolva per aver giudicato ancient regime ideali e fondamenti della sinistra-sinistra, che nessuno assolva l’esodo ciclico di schegge impazzite della sinistra del dissenso, quindi l’operazione virale di ridurre in rottami gli antagonisti di xenofobia, populismo, qualunquismo, razzismo, omofobia; che nessuno si crogioli nell’insana riflessione che “ma sì, lasciamoli governare, vediamo di cosa sono capaci…” o anche “meglio all’opposizione che con questo Pd”; che nessuno si rammarichi per lo status di Pontefice di Francesco “che fosse laico lo avremmo eletto leader della sinistra”: basterebbe imitarlo; che nessuno, da Roma in giù, supponga di redimersi in confessionale per aver votato 5Stelle e perfino il razzismo di Salvini, che nessuno sia perplesso o peggio spaventato se lo spread s’impenna, l’Europa ci retrocede a Paese inaffidabile, se crescerà la subordinazione politica ed economica nei confronti di Usa, Russia, Cina, chissà, tra non molto della Corea riunificata e, ovvio, dei potenti d’Europa; che nessuno s’illuda di poter corrispondere ai principi fondanti della Costituzione che riconosce pari dignità e diritti a tutti, che nessuno s’indigni se il sistema globale dell’informazione viaggerà sul binario unico del sodalizio Mediaset-Rai, previa spartizione di testate e programmi tra Di Maio e Salvini; che nessuno sogni i tempi esaltanti della contestazione operaia ai governi di centrodestra, delle decisive battaglie per la conquista di diritti negati, dell’antifascismo militante, di “Bella ciao” e dei valori della Resistenza condivisi da gran parte dell’Italia; che nessuno esprima incredulità per i tanti salti della quaglia, di prossime emigrazioni sul carro dei “vincitori”, che nessuno si offenda se la conclusione di questo itinerario del “che nessuno…” è in sintesi l’etichetta “Paese di Pulcinella” per connotare l’Italia finita nelle grinfie dell’osceno binomio Lega-Cinque Stelle.


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